L’ Aida secondo i Gomalan Brass

Questa sera, alle ore 20,15 nell’incantevole cornice del Galoppatoio Borbonico della Reggia di Portici Marco Pierobon e Francesco Gibellini alla tromba, Nilo Caracristi al corno, Gianluca Scipioni al trombone con Stefano Ammannati alla tuba, inaugureranno la mini rassegna Galop 22 firmata da Stefano Valanzuolo

Si divertono come matti, i musicisti del Gomalan Brass Quintet. Che affrontino musica barocca, trascrizioni da arie d’opera o fantasie su capolavori del Novecento, suonano tutto con il sorriso. E così i loro cinque strumenti si trasformano in vulcani scintillanti, che riempiono di energia ed entusiasmo la sala. E’ passato giusto un anno da quando Marco Pierobon e Francesco Gibellini alla tromba, Nilo Caracristi al corno, Gianluca Scipioni al trombone con Stefano Ammannati alla tuba, strabiliarono il teatro Verdi con la loro formazione teatral-stereofonica. Chi sceglie di vivere la sua vita su di un palcoscenico, il teatro lo sposa per intero ed è così anche per i Gomalan, che tra un pezzo e l’altro, presentando i vari titoli rivelarono doti di fini intrattenitori e performer. Un assaggio e una promessa, allora, di ritornare per proporre la loro particolare Aida ed eccoli eseguire la marcia con gli scatti velocissimi di Marco Pierobon e Francesco Gibellini i quali in due minuti giunsero  il primo sul loggione del teatro il secondo in un palco del terzo ordine, attuando così la spazializzazione del suono, unitamente alla sorpresa del pubblico, con quella promessa che dell’esecuzione completa del capolavoro verdiano, con tanto di coro e solisti, di cui avemmo un accenno con Gloria all’Egitto.

La promessa sarà mantenuta stasera, non al massimo salernitano, ma nella cornice dei saloni del Galoppatoio Borbonico della Reggia di Portici alle ore 20,15, quale nuovo appuntamento della stagione concertistica dell’Associazione Maggio della Musica per una minirassegna nella rassegna denominata, Galop 22. La formazione, che si destreggia con disinvoltura all’interno di un repertorio vastissimo che spazia dal rinascimento al melodramma e alla musica contemporanea, senza disdegnare incursioni nella musica leggera. “Un grande gruppo – ha detto di loro Zubin Metha – Virtuosismo e musicalità fuori dal comune”. Una vera e propria sfida che il Quintetto lancia al mondo della lirica: vedremo, infatti, i cinque musicisti in abiti di scena suonare, cantare, interpretare, recitare, ballare l’opera trasformandosi di volta in volta in Aida, Radames, Amneris, il Faraone, Amonasro, in un rapido susseguirsi di arie, musica e prosa. Tutto questo non per ridicolizzare un capolavoro, ma per renderlo fruibile e comprensibile a chi non lo conosce e per ogni generazione. Quattordici arrangiamenti per quintetto d’ottoni dell’opera verdiana (preludio, marcia trionfale, ballabili, arie e duetti) collegati tra loro da scene mimate che introducono i pezzi chiusi e accompagnano l’ascoltatore nella fitta trama della vicenda, che vedrà le due trombe Gibellini e Pierobon impersonare Aida e Amneris, il corno, Nilo (un nome un destino), Caracristi, Radames, la tuba di Stefano Ammannati il Faraone e il trombone di Gianluca Scipioni Amonasro. La regia porrà in connessione l’esecuzione musicale con l’azione teatrale, in un gioco composto di quadri minimi che rimandano al cinema muto, e di momenti puramente musicali in cui gli strumentisti si muovono e agiscono da veri e propri personaggi dell’opera. Musica, danza e mimo sono gli ingredienti di questo divertissement che riesce ad essere comico e, allo stesso tempo serissimo. Tutta l’opera come non si è mai vista (e sentita) in meno di un’ora.

 

 

I Gomalan Brass ph.Nicola Cerzosimo

 

 

 

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