Profondo Rosso: Condoni, oggetti misteriosi.

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    Non mi rivolgo a coloro che non hanno frequentato la scuola e/o, pur avendola frequentata, sono affetti da ANALFABETISMO DI RITORNO, che non sono più in grado di leggere e di scrivere ma sanno far di conto, sono in grado di eseguire operazioni complesse, di produrre beni di buona fattura e fornire servizi puntuali ed ampiamente soddisfacenti. Mi riferisco a coloro che, essendo in possesso di titoli di studio di medio e/o alto livello, non hanno consapevolezza alcuna di ignorare del tutto alcune discipline e, grazie all’attività e/o al ruolo che svolgono, blaterano di CONDONI.
    Una persona che stimo moltissimo afferma che, perché chi ascolta o legge comprenda più agevolmente, è necessario raccontare un fatto accaduto. Il terremoto dell’Irpinia anche in penisola sorrentina ha prodotto effetti devastanti: alcune persone hanno perso la vita , alcuni immobili sono crollati e molti hanno subito danni più o meno gravi. Un immobile, realizzato duecento anni prima, era costituito da due corpi di fabbrica; entrambi erano coperti da un tetto spiovente. La perizia disposta dall’unità di crisi rilevò lo “sfioccamento” dei due corpi, ordinò l’evacuazione dei residenti, la eliminazione dell’azione spingenti dei due tetti spioventi e la messa in opera di “catene” per riavvicinare le due parti dell’edificio. Nel corso dei lavori il direttore dei lavori rilevò che lo spessore del muro maestro che univa i due corpi di fabbrica aveva uno spessore variabile: meno largo al piano interrato (dove erano state realizzati il pozzo, le cucine ed i lavatoi), più largo al piano ammezzato, ancora più largo al primo piano nobile, fra il terzo piano ed il sottotetto era extra large. Il direttore dei lavori, che era anche presidente della Commissione che doveva esaminare le pratiche edilizie relative all’evento sismico, depositò tutta la documentazione e mi assicurò che potevamo, anzi dovevamo eseguire i lavori con somma urgenza. I costi anticipati furono ingenti ma furono ottenuti i prestiti. Nel primo pomeriggio, prima di recarmi al lavoro, andai al cantiere e il capo mastro mi fece vedere le travi di stagionatissimo castagno e le tegole depositate sulla terrazza a livello del terzo piano. Al rientro dal lavoro, passando dinanzi all’immobile, ebbi la sensazione che mancava qualcosa. Dopo una notte insonne, mi recai al cantiere ed appresi che erano stati rimossi tutti i muri perimetrali del sottotetto. Questa operazione non era stata prevista dal capitolato d’appalto ma richiesta da due condòmine che desideravano diventare comproprietarie della superfice occupata dal sottotetto superiore. Non fu facile ricostruire il sottotetto e fu costoso. Fummo denunciati e rinviati a giudizio: il direttore dei lavori, il titolare dell’impresa che aveva appaltato i lavori ed io. Fummo assolti perché la ricostruzione del sottotetto non era un reato. Ma il Sindaco aveva emessa un’ordinanza di abbattimento del sottotetto, alla quale mi ero opposta con un ricorso al TAR. Dopo 25 anni il TAR ha annullato l’ordinanza di abbattimento. Per 25 anni non ci è stato concesso di completare i lavori ed utilizzare il sottotetto. In quell’immobile abitavano persone i cui antenati erano parenti dei nostri antenati, non estranei. Vi abitava una sorella di mio padre che ospitavamo dal novembre del 1980 che, ovviamente, desiderava tornare nella sua casa. Nonostante gli incidenti di percorso, chiedemmo ed ottenemmo il permesso di metter in opera gli infissi realizzati con il legno delle travi che ero riuscita a recuperare (inspiegabilmente la maggior parte delle travi ed il tufo caolino dei muri perimetrali del sottotetto erano stati oggetto di un furto con destrezza) e dei nuovi pavimenti. La ditta Vinaccia aveva effettuato nel primo pomeriggio di un sabato la consegna dei pavimenti; i cartoni che li contenevano erano integri. Nel corso della notte ricevetti una telefonata da una delle due condòmine che mi disse che avevano sentiti rumori sospetto provenienti dal terzo piano. Chiamai le forze dell’ordine, mi munii di torcia e mi diressi a META per capire cosa stava succedendo. Le scatole erano state sfasciate, le piastrelle, i rivestimenti ed i decori erano stati ridotti in pezzi inservibili. A causa della privacy mi è stato negato dalla funzionaria del Comune di META l’accesso agli atti ed ignoro chi ha incassato i quaranta milioni di lire che spettavano a mia zia, alle mie sorelle ed a me.
    Terminato il mio puntuale racconto di un fatto vero, invito coloro che ignorano che la maggior parte dei c.d. abusi concernono piccoli lavori effettuati all’interno dell’appartamento per i quali è difficile se non impossibile ottenere il permesso se non si nomina un tecnico “agganciato” o si chiede il favore o la grazia che dir si voglia ad un politico amico.
    Un altro condono che fa starnazzare le oche del Campidoglio e blaterare i giornalisti, è quello tributario. Sono convinti, spero in buona fede, che chi non ha pagato una cartella esattoriale è un evasore. Se esiste una cartella esattoriale, l’intestatario della cartella è noto al fisco. L’intestatario, se avesse potuto, avrebbe pagato il debito quando gli è stato notificato l’avviso bonario. Se non ha pagato o non poteva permetterselo o riteneva che quella somma non era dovuta. Se riteneva che quella somma non era dovuta avrà fatto ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale o si è rivolto all’Ente Impositore per chiedere chiarimenti in merito. Se non poteva pagarla e non l’ha pagata, gli hanno notificato una cartella nella quale oltre all’imposta che avrebbe dovuto pagare, gli hanno addebitato una sanzione pari al 240% dell’imposta ed interessi, alti, per il ritardo accumulato. Se il contribuente non aveva i soldi per pagare l’imposta, potrà pagare il triplo, quasi il quadruplo dell’imposta non pagata? Sapete che a volte la GESTLINE, l’EQUITALIA e l’Agenzia della RISCOSSIONE emettono cartelle per somme condonate o già pagate? Leggete bene l’immagine allegata … la correzione di quell’errore ci è costata cinquantamila euro!
    Per favore non fingete di scandalizzarvi e non definite condono l’eliminazione di debiti inesistenti, gonfiati con sanzioni ed interessi ALTI … battetevi affinché le sanzioni vengano eliminate del tutto; perché vengano ridotte le imposte e le tasse: così facendo molti evasori, cercatori di paradisi fiscali e di commercialisti bravi ad avvalersi di mezzi fraudolenti, comprenderanno NON EVADERE FA BENE! prof. Francesca LAURO

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