Oggi è la Giornata Internazionale della Biodiversità. Appello ai Sindaci dalle Comunità del Parco Regionale dei Monti Lattari perche’ sono “parte del piano”.

Come ci ricorda la Giornata internazionale per la diversità biologica di oggi, quest’anno anche le comunità che vivono in territori particolari, come quelle del Parco Regionale dei Monti Lattari, sono “parte del piano” ed hanno un ruolo particolare da svolgere: autorità locali e regionali, società civile, donne, giovani, studiosi e creativi, devono tutti lavorare insieme per valorizzare, proteggere e ripristinare la biodiversità nel modo più vantaggioso.

Questo territorio possiede infatti una varietà di connessioni ecologiche all’interno di in un contesto a macchia di leopardo, anche fortemente antropizzato, che soffre della patologia cronica peggiore per l’ecosistema, quella dell’overtourism.

L’isola ecologica del comprensorio amalfitano è un ecosistema molto complesso, ricco di biodiversità nelle aree a verde terrazzate a limoneti, e quelle boschive pubbliche e private che si integrano agli spazi urbanizzati di borghi che, con le comunità che li abitano, costituiscono globalmente l’habitat.

Le masse di visitatori che portano senza dubbio celebrità e soldi, allo stesso tempo stanno stravolgendo i nostri delicati equilibri ambientali e sociali, infatti è ormai evidente che a causa dell’invasione dei turisti, gli abitanti si stanno estinguendo.

Le comunità rischiano l’estinzione ed i sindaci dei borghi sono chiamati soprattutto a rimediare ai disastri da overtourism come capaci “manager” da maxi-albergo, perché non sono più sufficienti delle semplici doti da “animatore turistico” per amministrare questa complicata saturazione!

La dura realtà è quella della trasformazione dei nostri centri, ormai sempre più simili ad un’unica casa vacanza per turisti, dove i residenti rimasti diminuiscono costantemente e gran parte degli immobili è destinata ad accogliere b&b e case vacanza solo in estate, perché poi d’inverno le persiane restano chiuse per mesi.

Si continua a sponsorizzare la Costa d’Amalfi come se gli spazi fossero inesauribili, le corse in aliscafo e barconi, i tour operator con gite in bus, in barca, con minivan ed auto e moto a noleggio in barba alle limitazioni del traffico sulla statale costiera ed all’impossibilità di posteggiare nella strutture a disposizione,  in una situazione sempre più ingestibile e invivibile, oltre che pericolosa.

Piuttosto che studiare soluzioni per migliorare l’habitat urbano, mitigare l’inquinamento, favorire la biodiversità ed affrontare il clima che cambia, si sceglie di escogitare nuovi sistemi per agevolare l’afflusso di visitatori e di veicoli via terra e via mare attraverso nuove mega opere inutili e dannose.

Eppure ogni “macchina” che non viene più utilizzata, liberebbe una quantità di spazio, fra strade, infrastrutture e parcheggi, in cui si potrebbe piantare un albero e molto più efficacemente ottenere benessere di vita e di salute dei cittadini e dell’ambiente.

In questa giornata speciale l’immagine-guida per tutti noi dovrebbe essere quella di non aspettare di mettere a posto ed aggiustare tutto fin nei dettagli ri-piantare là dove il cemento, il fuoco, l’abbandono, l’erosione e l’incuria hanno desertificato: questa salvifica pratica ci aiuterebbe a rendere i nostri spazi urbani più resistenti al riscaldamento globale, perché coprirle di piante piuttosto che di cemento è una delle poche cose sagge che si possono fare.

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