Lettera aperta del dottor Nazareno Cammarota in ricordo di Stefano Ansaldi

Penisola sorrentina. Lettera aperta del dottor Nazareno Cammarota in ricordo di Stefano Ansaldi.

Caro Direttore,

da un anno a questa parte stiamo vivendo un incubo collettivo. Solo pochi anni fa, uno scenario di questo tipo sarebbe stato definito a ragione un film di fantascienza estrema. Ciascuno di noi ha perso un familiare, un amico, un collega. E la pandemia non si fermerà con l’auspicata vaccinazione di massa. Ancora una volta, la classe politica italiana si è dimostrata inadeguata al proprio compito dando prova di incompetenza disarmante.

L’appello delle Istituzioni ad essere uniti e compatti nel far fronte all’emergenza sanitaria sarebbe più che legittimo in un Paese normale. Certo non in Italia, unica democrazia al mondo in cui viene negato ai cittadini il diritto ad eleggere al contempo il Presidente della Repubblica ed il Presidente del Consiglio.

Il flagello del virus cinese si abbatte sulla nazione con una delle Costituzioni più evolute al mondo. Eppure, la democrazia italiana appare perennemente acerba. Il cittadino comune ha la forte percezione di una classe dirigente incapace di gestire l’ordinaria amministrazione e tantomeno una situazione di emergenza. Buona parte dei nostri politici appare imbattibile soltanto nell’esercizio della demagogia e nel gioco di fare e disfare alleanze per cui l’odioso nemico di eri diventa con grande nonchalance il sodale di oggi.

Questo quadro a tinte fosche ha conseguenze nefaste anche economiche e sociali. Eventi che in tempi normali avrebbero un’eco inestinguibile, oggi rischiano di cadere nell’oblio.

Un affermato Medico sannita è stato brutalmente assassinato in quel di Milano il 19 dicembre.

I familiari del dott Stefano Ansaldi sono stati subissati dal cordoglio espresso da pazienti famose e non, così come innumerevoli sono state le testimonianze di stima e di gratitudine.

Il dott Ansaldi, prima di essere un ottimo Medico ginecologo era un’ottima persona. Cordiale, disponibile, empatico, pronto a venire incontro alle pazienti anche sotto il profilo economico, era per quanti lo conoscevano bene un modello da imitare. Sordo alle sirene di una possibile carriera accademica, infaticabile, rispettosissimo del Giuramento di Ippocrate, il dott Ansaldi apparteneva a quella élite di medici sulle cui labbra compare un indelebile sorriso derivante non dalla cupidigia o dalla conquista di titoli universitari, bensì dalla consapevolezza e dalla soddisfazione di aver fatto egregiamente il proprio lavoro e, di conseguenza, di essersi spesi al massimo per il bene dei pazienti.

L’efferato omicidio del dott Ansaldi ha risvolti enigmatici e di sicuro non è un caso di semplice soluzione per gli investigatori. Tuttavia, l’intelligenza dell’opinione pubblica e la sensibilità di chi lo amava troppo spesso sono state oltraggiate. Il dott Ansaldi non versava in condizioni economiche disagiate. Era un ginecologo così tanto apprezzato che visitava dal primo pomeriggio a notte fonda e non sempre gli era possibile accettare una nuova paziente se non in una situazione di urgenza. E’ noto che, in caso di difficoltà, ci si affretta a vendere i propri rolex. Che invece il Collega seguitava a possedere.

Ancor meno accettabile l’ipotesi del suicidio. E’ inconcepibile che un Medico affermato maturi questo intento e per realizzarlo si precipiti a Milano. Ancor più, non si sarebbe mai inferto una ferita letale utilizzando un coltello da cucina e non uno dei tanti bisturi che maneggiava magistralmente. Infine, se avesse voluto davvero farsi dal male, non si sarebbe impegnato nel tentativo di tamponare la ferita al collo negli ultimi istanti di vita.

I familiari del dott Ansaldi, che mi onorano della loro amicizia, l’intera opinione pubblica campana hanno diritto a risposte serie riguardo a questo delitto.

Non è possibile consentire che l’attuale emergenza sanitaria si trasformi da calamità pubblica da contrastare con ogni sforzo ad unico fenomeno che meriti attenzione (insieme al consueto dissesto politico).

Non possono, non devono spegnersi i riflettori sul delitto del dott Ansaldi prima che i responsabili siano assicurati alla Giustizia.

Nazzareno Cammarota *

*Dottor dermatologo con studio fra Firenze e Massa Lubrense.

 

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