La ricerca musicale del Role-Play Trio

Appuntamento jazzistico per la VI edizione del Camerota Festival “Suoni dal Castello, che lunedì 20 , alle ore 21,30 ospiterà nell’abituale cornice del cortile del castello marchesale il Role-Play Trio del chitarrista Nicola Di Tommaso con Andrea Colella al contrabbasso e Vincenzo Bardaro alla batteria

 

Di Tina Longo

Penultimo appuntamento lunedì 20, alle ore 21,30 per la VI edizione del Camerota Festival “Suoni dal Castello”, che anima l’incantevole cortile del Castello Marchesale di Camerota, come ormai d’abitudine, promossa dall’Associazione Culturale-Musicale Zefiro, presieduta da Giuseppe Marotta, che ne permette anche la visita ai tanti visitatori che frequentano la nostra costa, e diretta dal compositore Leo Cammarano, che disegna un’offerta di nicchia per un turismo, che desidera calarsi anche nel tessuto squisitamente culturale dell’accogliente territorio che lo ospita. Un festival, che si avvia verso una concreta istituzionalizzazione, sostenuto dal Comune di Camerota, unitamente alla Fondazione Meeting del Mare C.R.E.A., all’Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, oltre ad un folto cartello di mecenati privati, consapevoli di esser parte attiva di un paese tra i più musicali della provincia di Salerno. Sarà una serata dedicata al jazz quella proposta dal cartellone che ospiterà il Role-Play trio, una formazione pianoless, che schiera Nicola Di Tommaso alla chitarra, Andrea Colella al contrabbasso e Vincenzo Bardaro alla batteria. La formazione s’impone per la grande coerenza e consapevolezza jazzistica, con composizioni originali che, lasciando grande spazio a innovazione e contaminazioni stilistiche, si radicano nella forza e nella stabilità del grande jazz. Il sound del trio è caratterizzato dalla forte interazione tra la chitarra e la sezione ritmica; la chitarra di Nicola Di Tommaso sviluppa il materiale tematico con contrappunti e incastri melodici e si lega perfettamente con la batteria di Vincenzo Bardaro e il contrabbasso di Andrea Colella che, consapevoli della tradizione, basano il proprio playing sulle poliritmie moderne.  Nei brani vi è un’alternanza di lirismo tematico e atmosfere più complesse, in cui convivono vari stili musicali, accostandosi al jazz americano contemporaneo e tradizionale per tuffarsi, quindi, nel mainstream di radice europea. Il trio presenta una formazione tipica per un gruppo di Jazz moderno, dove la chitarra elettrica riveste il principale ruolo armonico e melodico, sul tessuto ritmico della batteria e del contrabbasso, libero quest’ultimo di intraprendere percorsi melodici, in contrappunto con la chitarra. Il gruppo propone un repertorio dove si alternano composizioni originali di varia influenza, con riletture di composizioni contemporanee e standard classici del jazz, attraverso sonorità moderne ed arrangiamenti accattivanti. L’improvvisazione, nutrita dal sapiente interplay tra i musicisti, rimane l’elemento caratterizzante e predominante. I metri composti abbondano e la sezione ritmica fa scintille, tra anticipi, controtempi, e un ritmo che pare perdere il proprio centro di gravità ma che invece è sempre fluido, rotolante, inarrestabile, forte di una connessione che pare quasi telepatica con il doublebass. Uno swing tutto mentale, aereo, per una musica che scorre rigorosa eppure libera, esatta e imprendibile, avventurosa –Sulla sua chitarra Nicola Di Tommaso produce un fraseggio nitido, riccamente articolato ma mai eccessivamente infiorettato di virtuosismi. L’eredità di un maestro assoluto della chitarra jazz come Jim Hall traspare dalle capienti armonizzazioni, da certe introduzioni che disegnano l’architettura dei brani, dalla pulizia con cui viene enunciata e centellinata la melodia. Vincenzo Bardaro si propone come interlocutore ricettivo e prolifico in virtù di accentuazioni fitte e diversificate, mentre Andrea Colella garantisce un solido ancoraggio ritmico con una pulsazione rocciosa e un suono pieno. Una proposta musicale al passo coi tempi, di grande apertura e godibilità, che possiede il maggior pregio nell’eclettismo basato sull’alchimia esigente tra linee melodiche, movimento ritmico e ascolto reciproco, con la possibilità continua di “aprire” le forme e di improvvisare a ruota libera.

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