Napoli -Carpi 5-1 – Ancelotti questo Napoli mi piace sempre di piu’

9 I gol realizzati dal Napoli nelle prime due uscite stagionali. Quattro le reti messe a segno nella prima uscita con il Gozzano: il nuovo arrivato Fabian Ruiz, poi Grassi, Verdi su calcio di rigore e infine Ounas. Ieri contro il Carpi è stato il turno di Allan, Inglese, Callejon, Verdi (due gol in altrettante uscite) e Vinicius

Successo nettissimo per Ancelotti nel secondo test dopo quella al Gozzano. Apre subito Allan, poi Inglese raddoppia a fine primo tempo. Nella ripresa si scatena Callejon, mentre nel finale c’è gloria anche per Vinicius da una parte e Piu dall’altra

Napoli (4-3-3): Karnezis (72′ Contini); Hysaj (82′ Gaetano), Albiol (46′ Tonelli), Maksimovic (72′ D’Ignazio), Luperto (46′ Rog); Allan (76′ Ciciretti), Diawara (46′ Hamsik), Fabian Ruiz (72′ Grassi); Ounas (46′ Callejon), Inglese (46′ Verdi), Insigne (72′ Vinicius). All. Ancelotti

Carpi (4-4-2): Colombi (70′ Serraiocco); Pasciuti, Poli (76′ Barnofsky), Ligi, Frascatore; Jelenic (72′ Saric), Sabbione, Pachonik, Piscitella (62′ Piu); Concas (70′ Machach), Nzola (53′ Tutino). All. Chezzi-Bortolas

Adios tiki-taka. Ovvero: il Sarrismo va in archivio e, con il 5-1 rifilato ieri al Carpi al Briamasco di Trento nella seconda amichevole stagionale, cresce il Napoli ancelottiano. Una squadra che comincia a girare con una certa disinvoltura le prime chiavi del nuovo credo (ingenuità del gol a parte subito in chiusura con la formazione piena di giovanotti): a partire dalle sovrapposizioni dei terzini, degli esterni bassi, tant’è che tre gol su cinque sono proprio il frutto di azioni del genere. Buone indicazioni, insomma, anche da quei giocatori che in questa prima fase erano attesi un po’ al varco con un certo sospetto tattico, tipo Callejon: il totem di Sarri va già che è un piacere anche con Carletto a cui ha chiesto di giocare nonostante l’influenza. Come Fabián: in un solo concetto, che acquisto.

LA MUTAZIONE. E allora, la mano di Ancelotti. Che si vede subito, dopo appena due minuti: l’azione parte dalla difesa, da manuale Luperto si sgancia e Fabian si abbassa, Insigne taglia verso l’interno e serve Allan. Che da fuori fa 1-0: signore e signori, le famose soluzioni da lontano. Ma soprattutto uno dei meccanismi offensivi provati a Dimaro sin dal primo giorno. I segnali della mutazione genetica cominciano a lasciare impronte più profonde, fermo restando una serie di inevitabili controindicazioni di sorta: la fatica delle doppie sedute, ovvio, e la temperatura più elevata di Trento. Ma sono problemi di tutti, Carpi compreso.

I TERZINI. Tecnicamente parlando, sebbene rispetto al Gozzano la caratura dell’avversario sia superiore, non c’è partita, ma da storie estive come questa sono le indicazioni tattiche a dover venire fuori: e il Napoli ne fornisce un bel po’. Del tipo: sono tornati i cambi di campo e la ricerca della profondità (soprattutto con Hamsik, subentrato a Diawara nella ripresa e parso sempre più comodo sulla sedia da regista). E ancora: i trequartisti tagliano sistematicamente verso l’interno e i terzini viaggiano. Proprio come in occasione del raddoppio di Inglese, servito da Hysaj dal fondo; del quinto gol di Vinicius; e di un piattone di Rog, ispirato da un tonico Allan. Allan esterno basso per mezzora del secondo tempo, con ottimi risultati e Hysaj dirottato a sinistra. Una prova per necessità – che però piace – come Insigne falso nueve nel tridente con Callejon e Verdi.

GLI SPAGNOLI. A proposito di Callejon: in questa prima parentesi con Ancelotti, considerandone a priori le caratteristiche, di lui s’è detto e ascoltato molto. Anzi, di tutto: poco adatto alle esigenze di Carletto, incupito, in uscita e così via. E invece, lui è sempre lui: gamba e apprendimento tattico rapidi, molto rapidi, come i movimenti. E la concretezza: un pallonetto pazzesco a chiudere una discesa pazzesca; il gol attaccando la profondità su assist di Insigne; e poi l’assist a Verdi, con un altro ottimo taglio. Convincente, sempre più, anche l’altro andaluso Fabián: un centrocampista completo; tecnica, senso della posizione e disinvoltura da grande.

I NAZIONALI. Da oggi, intanto, Ancelotti potrà contare anche su un altro reduce del Mondiale: a Dimaro, infatti, è atteso Mario Rui. Il quarto arrivo, in sequenza, dopo quelli di Milik, Zielinski e Koulibaly. Al lavoro per recuperare il terreno perduto sia ieri mattina sia nel pomeriggio, da soli, prima del trasferimento della squadra a Trento. Loro non hanno giocato, certo, però Carletto li ha giustamente aggregati al gruppo, proprio come gli infortunati Ghoulam e Younes e Chiriches (con Sarri non accadeva): il popolo azzurro gradisce e canta. E attende. Come l’allenatore.
fonte:corrieredellosport

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