Ogni anno l´attesa è nuova
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Ogni anno l’attesa è … nuova
“ Allora il nostro stesso desiderio avrà bruciato dentro tutte
le cose di prima ……. e anche noi, gli uomini,
saremo in questo unico incendio ( d’amore) ,
usciremo nuovi come zaffiri e avremo occhi di topazio:
quando appunto Egli dirà “ecco già nuove sono fatte tutte le cose”
allora canteremo, allora ameremo,
allora, allora …..”
( Davide Maria Turoldo)
Sono le bellissime parole tratte da una poesia di Turoldo ,“la ballata della speranza”, dove traspare in pieno , secondo me, la fede dell’autore non solo in Dio ,ma anche nelle possibilità dell’uomo che solo se crede , vede farsi nuove tutte le cose intorno a lui a cominciare da se stesso,così che può diventare nuovo come zaffiro e con occhi di topazio, come dice la poesia, capace di cantare l’amore senza più lacrime, senza più la morte. Parlare di speranza in questi termini, nel periodo storico che stiamo vivendo, può sembrare anacronistico, addirittura senza senso,dappertutto si grida alla crisi, una crisi economica , sociale , personale ….. ma se riflettiamo un attimo , al di là delle obbiettive e indiscusse difficoltà in cui molte versano, è anche una crisi che sembra trascinarci indietro nel tempo, verso tempi dove bastava semplicemente il necessario , ciò che serviva per davvero , e dove forse non si rincorrevano bisogni molte volte superflui e inutili, per ottenere i quali ,oggi molti sembrano essere pronti a tutto. La parola Avvento,di cristiana memoria, rischia di divenire in questo contesto , una parola come tante , anche se è un tempo forte come ci ricorda la Chiesa, perchè ci invita a vegliare e attendere la venuta di Cristo in mezzo a noi e alle nostre vite, senza addormentarci nel sonno di una presunta pacificazione e tranquillità personale. Dio sta arrivando , come ogni anno, ma siamo davvero pronti a riceverlo ?L’ Avvento che ritorna puntuale ogni inizio dicembre rischia di non trovarci all’appello, sembra quasi un qualcosa di scontato , una cosa per bambini, noi invece siamo cresciuti, siamo grandi, siamo arrivati , pieni di cose e persone che ci assicurano certezze , sicurezze . L’Avvento invece è uno spazio di tempo da dover riempire di altro: di pace interiore, di attenzione all’altro, di attesa di diversità … Continuamente in questo periodo , la Chiesa ci invita a riflettere , a meditare perché come scrive l’evangelista Marco” non sapete quando il padrone di casa ritornerà”( Mc13,33).. Siamo dunque sollecitati da una parte ad attendere e dall’altra a fare più attenzione .Ho considerato la saggezza di questo itinerario che parla di attesa dal verbo at-tendere , che significa essere volti verso un fine che richiede però attenzione, parola più legata all’idea di sforzo della mente e della volontà ,è un applicarsi attivo. Dobbiamo dunque attendere andando incontro a Qualcuno che viene a provocarci. Insomma ci viene offerta ancora una volta la possibilità di decidere di noi stessi operando in profondità e in modo nuovo dei cambiamenti salutari. Anche la parola decidere dal latino de-caedere indica un taglio , un gettarsi qualcosa alle spalle per sempre ,senza più voltarsi indietro ,perché come scriveva un saggio “ niente può trascinarti in basso se non ne sei legato”. Mi viene in mente l’episodio biblico della moglie di Lot, la quale nel libro del Genesi su invito dell’angelo vien sollecitata a lasciare col marito e la famiglia la città di Sodoma prima della sua distruzione . Ma lei si volterà indietro e come racconta emblematicamente il testo , sarà trasformata in una statua di sale , a immagine di eterna fissità in un rimpianto passato. L’Avvento invece ci vuole eternamente giovani nello spirito, pronti ogni volta a rifarci da capo ,senza rimpianti, come se il tempo biologico non esistesse , andando avanti speditamente nella speranza e, usando ancora le parole di Turoldo: ” certi che non vale chiedere più nulla , ma solo quella cosa allora , appunto urlassimo in nome di tutto il creato ,ma tutti insieme a quel punto,VIENI, VIENI, VIENI ,SIGNORE!”
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Trudy Borriello