Mentre a Piano di Sorrento continua la lotta contro le antenne il Governo alza i limiti di esposizione, ecco cosa succederà

Mentre a Piano di Sorrento continua la lotta contro le antenne il Governo alza i limiti di esposizione, ecco cosa succederà. Parliamo di Piano di Sorrento che è il caso più eclatante visto che la petizione dei cittadini ha superato le 1.200 firme, altre proteste stanno a Santa Maria del Toro a Sorrento. Come abbiamo spiegato non siamo contro le antenne e contro la telefonia mobile, ci mancherebbe visto che Positanonews lavora con internet e con i cellulari e nell’area carottese davvero ci sono disagi enormi, ma siamo e rimaniamo voce del popolo. Quindi la protesta c’è, in particolare per i tre ripetitori che andrebbero collocati sul palazzo municipale a Piano di Sorrento, nel pieno centro cittadino. Auspichiamo un confronto fra Comune e Comitato Civico in modo che si raggiunga un punto d’incontro.
Intanto però il Governo pensa bene ad aumentare per legge la soglia del rischio. Questo significa che se prima una certa esposizione era rischiosa per la salute, tumore potenziale etc, ora non lo è più. Per legge, sic et simpliciter. Poi mentre ora si cerca di metterle nell’edificio comunale si paventa l’ipotesi che, se non dovesse andare in porto questa soluzione, potrebbero provarci, pagando profumatamente, con i privati.
Comunque le grandi compagnie si guardano bene di coprire la Statale Amalfitana 163 dai Colli di San Pietro a Positano dove sarebbe davvero utile, evidentemente per loro è poco proficuo dare un servizio. Stiamo messi proprio male, e questo senza voler essere pro o contro, insomma ci si sveglia la mattina e per decreto si decide se una soglia è buona o no. Il discorso, che noi focalizziamo su Penisola sorrentina e Costiera amalfitana, di cui ci occupiamo, è quindi globale, le soglie per la salute sono davvero un optional.
Nonostante gli appelli e le proteste, come riporta la bellissima rivista online Greenme, lo scorso 29 aprile è scattato l’innalzamento dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici nel nostro Paese: si è passati da 6 V/m a 15 V/, come previsto ddl Concorrenza. Con questa mossa, l’Italia si è adeguata al resto d’Europa per favorire lo sviluppo del 5G e rafforzare la competitività del Paese.
Nonostante l’aumento, il limite italiano rimane comunque inferiore rispetto a quello di altri Stati Ue come Austria, Francia e Germania. La svolta, però, sta generando diversi malumori non solo fra i cittadini, ma anche fra le associazionei ambientaliste ed esponenti politici preoccupati per l’aumento dell’elettrosmog sul territorio nazionale provocato dalle antenne 5G.
La mobilitazione contro il provvedimento
Diversi comuni, da Milano a Dobbiaco (Bolzano), si stanno mobilitando per esprimere il loro parere contrario alla nuova legge in nome del principio di precauzione.
Sulla spinosa questione era intervenuta Legambiente, evidenziando i pericoli per la salute che non sono stati approfonditi: “Numerosa la letteratura scientifica che non viene presa in considerazione con questa scelta e che sottolinea effetti avversi non termici correlati alla esposizione ai campi elettromagnetici artificiali emessi da apparati radioelettrici (come tumori, malattie neurodegenerative, deficit di attenzione e memoria, elettrosensibilità, disturbi cardiocircolatori, danni alla fertilità maschile e femminile, danni al DNA – vedi, a titolo di esempio, Bioinitiative Report 2012-20222 ), nonché con riferimento alle nuove tecnologie di comunicazione mobile (STOA 20213 – IEEE 20234 )” sottolinea l’associazione ambientalista.
Anche l’ex ministro all’Ambiente Sergio Costa si era mostrato molto critico nei confronti di questo provvedimento: “Senza un approfondimento tecnico, senza tenere conto delle tante sentenze esistenti. È gravissimo – ha sottolineato – Da ministro dell’ambiente ritenni di dover applicare il principio di precauzione, non elevando i limiti. Principio che questo governo continuamente calpesta”.

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