Il Consiglio di Stato dichiara illegittima la proroga delle concessioni balneari: una svolta per il settore turistico costiero

Palazzo Spada sollecita i Comuni a disapplicare il termine del 31 dicembre 2024 e riassegnare le concessioni tramite procedure selettive. Ma con un'altra ordinanza, apre al tema degli indennizzi per gli uscenti

Il Consiglio di Stato dichiara illegittima la proroga delle concessioni balneari: una svolta per il settore turistico costiero.

Nell’ambito di una decisione che ha suscitato un acceso dibattito politico e mediatico, il Consiglio di Stato ha emesso una sentenza che ribadisce la necessità di effettuare immediatamente le gare per l’assegnazione delle concessioni balneari. La proroga delle concessioni fino al 31 dicembre 2024 è stata definita illegittima, aprendo così un nuovo capitolo nel panorama della giustizia amministrativa in Italia.

La sentenza, depositata ieri con il numero 3940/2024, rappresenta un richiamo alla necessità di rispettare le direttive europee, in particolare la direttiva Bolkestein, che sancisce la necessità di gare pubbliche per l’assegnazione delle spiagge. Questo chiarimento giuridico arriva dopo mesi di incertezza generata dal mancato intervento del governo nell’approvare una normativa di riordino sulle concessioni balneari.

 

La decisione del Consiglio di Stato ha riacceso i riflettori sul tema, evidenziando una situazione di vuoto normativo che ha caratterizzato il settore balneare italiano. Questa sentenza si inserisce in un contesto già complicato, dove le proroghe delle concessioni hanno generato controversie e incertezze sul futuro degli operatori del settore.

È interessante notare che la sentenza del Consiglio di Stato non è stata l’unica pronuncia rilevante emessa in questa fase. Un’altra ordinanza, la numero 3943/2024, ha evidenziato un approccio più cauto riguardo agli indennizzi ai concessionari uscenti, rinviando la decisione in attesa di un pronunciamento della Corte di giustizia europea.

Il dibattito politico scatenato da questa sentenza riflette il clima pre-elettorale in vista delle elezioni europee. Le forze politiche si sono divise sulle implicazioni della decisione del Consiglio di Stato, con alcuni partiti che hanno criticato aspramente le conclusioni dei giudici. Tuttavia, la sentenza rappresenta un chiaro richiamo alla necessità di rispettare le normative europee e di garantire una gestione trasparente e competitiva delle risorse balneari.

Da Fratelli d’Italia è arrivata una dichiarazione di partito riferita all’Ansa: «La mappatura delle coste, svolta nei mesi scorsi dal tavolo tecnico sulla base dei dati forniti dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, è frutto di un lavoro serio che ha visto coinvolti tutti i ministeri competenti. I risultati di tale lavoro sono oggetto dell’interlocuzione in corso tra il governo e la Commissione europea, volto a superare la procedura di infrazione e a definire una norma di riordino dell’intero settore che dia certezza agli operatori e alle amministrazioni locali». In rappresentanza del partito di Giorgia Meloni si è espresso anche il deputato Fabio Rampelli: «Il Consiglio di Stato continua a interpretare la Bolkestein secondo un indirizzo del tutto arbitrario. Ben sapendo che la direttiva non riguarda le concessioni demaniali, aggiunge ulteriore caos destabilizzando ancora una volta gli imprenditori del settore alla vigilia della stagione. La Bolkestein prevede che laddove esista un interesse economico strategico nazionale, lo Stato può disapplicare la direttiva che, comunque, esclude i balneari. Mentre il governo è impegnato nei negoziati con la Commissione Ue nel tentativo di strappare un compromesso quanto più favorevole al nostro sistema di eccellenza, la magistratura impone ai Comuni di disapplicare la proroga. Il parlamento esautorato, il governo ricattato dai tribunali amministrativi. Se qualche magistrato vuole fare politica, o ha nostalgia del comando, esca da Palazzo Spada».

In casa Forza Italia, non usa mezzi termini il senatore Maurizio Gasparri: «Il Consiglio di Stato ha bisogno di consigli sul suo stato. Che appare, diciamo, criticabile. Dovrebbero sapere, al Consiglio di Stato, che è stata fatta una mappatura delle coste italiane e risulta che quella delle spiagge non è una risorsa scarsa. È un dato certo, verificato dal governo, documentato con dati inoppugnabili. Spiace davvero che il Consiglio di Stato dia consigli sbagliati allo Stato e prescinda dalla realtà. Questo è un problema molto serio e molto grave. Del quale da qualche parte si dovrà pur discutere. Se il Consiglio di Stato decidesse che oggi è venerdì, tuttavia oggi resterebbe sempre martedì. Diamo un consiglio al Consiglio di Stato. Legga documenti e certificazioni e dia consigli migliori allo stesso Stato che dovrebbe corroborare, non ostacolare».

Molto critico anche il commento di Gian Marco Centinaio, senatore della Lega: «Il Consiglio di Stato ha qualche problema con le misure, sia delle coste italiane che delle proprie competenze. Esiste una legge dello Stato che proroga al 31 dicembre 2024 le concessioni balneari e, dato che il potere legislativo spetta al parlamento, la magistratura deve far rispettare quella legge, non boicottarla. Inoltre, su quali basi il Consiglio di Stato parla delle coste come di una risorsa “sicuramente scarsa”? Hanno effettuato misurazioni che non sono a nostra conoscenza? Gli unici assunti sforniti di prova sembrano essere proprio quelli che i giudici di Palazzo Spada continuano a ripetere nelle loro sentenze. Il governo ha effettuato una rigorosa mappatura delle coste e, a partire da quei numeri, ha avviato un confronto con Bruxelles per giungere a un’intesa che, nelle nostre intenzioni, deve salvaguardare pienamente i concessionari attuali. Questo è l’unico tavolo che conta per giungere a una soluzione della questione. Almeno finché non riusciremo a cambiare la direttiva Bolkestein, un testo vecchio e scritto male, che sta all’origine di una insensata persecuzione nei confronti di categorie come i balneari e gli ambulanti».

Dall’altro lato della barricata, così il deputato Angelo Bonelli di Verdi e Sinistra: «Oggi viene sbugiardato il lavoro di mappatura delle spiagge del governo Meloni che aveva allungato le spiagge italiane di tremila chilometri, portandole da 8.000 a 11.000 km. Solo per dimostrare che le spiagge italiane sono un bene disponibile e quindi non mandare a gara le attuali concessioni demaniali». Anche secondo il segretario di Più Europa Riccardo Magi, «il Consiglio di Stato ha detto ciò che è sotto gli occhi di tutti, ma che il governo continua a ignorare: le spiagge in Italia non sono risorse scarse e le gare per l’assegnazione vanno fatte subito».

Secondo il Partito Democratico, afferma il deputato Piero De Luca, «il governo sta giocando col fuoco sul tema delle concessioni balneari. Non può più decidere di non decidere»

Infine, dal Movimento 5 Stelle, questo il commento del senatore Marco Croatti: «Le spiagge libere sono poche e le concessioni rinnovate fino al 2024 sono illegittime, nonostante la norma voluta dalla maggioranza in parlamento nella scorsa finanziaria. Dal Consiglio di Stato arriva ancora una volta una secca bocciatura all’operato del governo Meloni in tema di concessioni balneari. Praticamente Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, con la loro difesa a oltranza di un sistema insostenibile e corporativo, ci stanno portando al disastro. Non solo gli investimenti sono fermi, ma l’incertezza ormai attanaglia il settore: ci sono stabilimenti che non sanno se piantare o meno gli ombrelloni, visto che la concessione è scaduta e le eventuali proroghe illegittime. Siamo alla farsa, rischiamo che quest’estate sulle nostre spiagge sarà l’armageddon». Fonte: MondoBalneare.com

Parallelamente a questa vicenda, si osserva un interesse crescente per le coste italiane, in particolare per gioielli naturali come la costiera amalfitana e la penisola sorrentina. Queste aree, celebri per la loro bellezza paesaggistica e il loro patrimonio culturale, sono al centro dell’attenzione non solo dei turisti, ma anche degli operatori del settore balneare che cercano di valorizzare al meglio le loro risorse.

In conclusione, la sentenza del Consiglio di Stato rappresenta un importante passo avanti nella definizione del quadro normativo delle concessioni balneari in Italia. Tuttavia, resta ancora molto da fare per garantire una gestione efficiente e sostenibile delle risorse costiere, soprattutto in vista della crescente domanda turistica e dell’importanza economica del settore.

Commenti

Translate »