Piano di Sorrento, Luigi Iaccarino ricorda con affetto Don Luigi Manganaro: “Grazie per esserci stato sempre”

Piano di Sorrento. A pochi giorni dalla nascita al Cielo di Don Luigi Manganaro lo ricorda con affetto e commozione Luigi Iaccarino, ex sindaco carottese e da sempre partecipe della vita sociale e religiosa della Comunità di San Liborio. Una vicinanza profonda con don Luigi che, per più di 30 anni, ha svolto il suo Ministero sacerdotale a servizio della Cappella di San Liborio e del Casale. Ecco il bellissimo post pubblicato da Luigi Iaccarino sul suo profilo Facebook: «Ciao don Luigi, come ogni mattina, anche oggi ti avrei inviato il mio BUONGIORNO tramite whatsapp e tu, dopo poco, magari anche in versione doppia mi avresti risposto con un tuo BUONGIORNO, spesso collegato ad una immagine di un Santo o della Madonna, alla quale eri legato con grande spirito filiale e fede incrollabile. Invece oggi mi rimane il tuo silenzio che mi riporta al tuo ricordo… e son trascorsi solo 5 giorni dalla tua partenza. Anche con te ho riprovato quel senso di smarrimento per la constatazione di aver perso un grande affetto ed una presenza importante della vita e di aver apprezzato, forse in maniera postuma, il grande valore di un’amicizia vera, la tua, anche se non ci frequentavamo troppo. Sto vivendo spesso, in questi ultimi tempi, questi sentimenti forti di sgomento, forse perché sto venendo troppo di frequente a contatto con l’indicibile freddo che lascia la morte di quelle persone, che ti riempivano il tempo e mille volte il cuore. Pensavo di averti potuto avere con noi ancora per tanto, pur se la tua salute è stata da sempre cagionevole; tu hai saputo superare con forza e dignità ogni ostacolo, stringendo i denti, afferrando la vita con pazienza, confidando nella convinzione di fede che lassù da sempre Qualcuno ti ha amato, accarezzandoti nella bellezza di un sogno o nell’opportunità di poter godere ancora ed apprezzare la meraviglia di un nuovo giorno… ed invece sei andato via anche tu e come per quelle partenze inattese ci hai lasciato tante domande irrisolte. Mi hai chiesto tante volte, in queste mie ultime doverose visite di circostanza, di dedicarti con maggiore sistematicità qualche mio pomeriggio durante il quale volevi raccontarmi della tua vita, delle tue difficoltà, delle tue gioie, delle tue soddisfazioni, delle tue amarezze per poterne fare una lunga lettera di verità da spedire poi perfino al Papa, alla Chiesa tutta, al tuo Vescovo, ai tuoi confratelli, alla tua gente. Volevi aprire finalmente il tuo cuore, spesso sofferente, senza remore e condizionamenti, con la franchezza di un uomo che ha imparato, già da piccolo, sulla propria pelle, l’esigenza quotidiana di doversi dare da fare per potere sbarcare il lunario. Con la concretezza di chi ha dovuto lavorare sodo, pur se con stampelle e impedimenti oggettivi, per poter studiare in maniera libera e strappare traguardi, volevi denunciare le ingiustizie di una società che predica bene e razzola male, pronta a discriminare con fatti concreti, ma a nascondere con viltà di pensiero e di azione, le continue indelicatezze e mortificazioni inferte agli ultimi, ai disadattati, ai diversamente abili… a te. Volevi farti ascoltare, finalmente, più di quanto facevi con le tue omelie, spesso prese di mira per la loro semplicità, per la loro ovvietà, per la loro ripetitività dai “raffinatissimi cultori” della Parola del Vangelo, ma apprezzate dai semplici di cuore; volevi denunciare e far comprendere che “non è tutto oro quello che luccica” anche nella Chiesa, anche nella tua chiesa locale, che già dai primi giorni del tuo voler iscriverti al Seminario trovò impedimenti e chiusura per la tua condizione fisica. Ma la tua perseveranza ti portò a diventare, nonostante tutto, pastore del gregge di Dio e tu sempre, con fedeltà di pensiero e con la consapevolezza d’essere un peccatore permeato da umana fragilità, hai fatto del tuo meglio, seminando bene, spronando alla solidarietà, diffondendo come meglio potevi e sapevi fare la Parola di Dio. Sei stato prima fortemente uomo e poi fragilmente prete e la tua vocazione adulta ti ha portato a vedere il mondo e ad affrontare le vicende della vita con un senso di praticità e di consumata esperienza che spesso sono arrivati al cuore di chi ti seguiva, facendoti raccogliere frutti insperati e raggiungere vette inattese. Ma spesso la malinconia e la tristezza occupavano i tuoi pensieri e le tue ore: non è facile accettare di non poter volare quando in te albergano desideri di voli pindarici e spinte di sfrecciate nel cielo per potere essere nel mondo in modo altruistico e fattivo …ed allora ti rintanavi nella laboriosità del tuo estro creativo, vestendo di bellezza antica i tuoi pastori, piccole tue creature alle quali confidavi ogni tuo segreto, ogni pensiero d’amaro, ogni progetto pensato ed amato che scoprivi allontanarsi da te, ogni graffio di una vita non sempre compresa, soprattutto da chi, gomito a gomito, per un comune giuramento d’amore, avrebbe dovuto capirti, sostenerti e comprenderti di più. Ti rintanavi a tessere i tuoi pensieri, a intrecciare i fili dei tuoi giorni, a filare la soddisfazione di tante cose realizzate, ottenendo preziosi lavori ad uncinetto che offrivano tovaglie d’altare con sorrisi di angeli, tende di lino trapuntate di sole o cuscini imbottiti ricoperti da battiti d’ali…e così riuscivi a sentirti più libero in un mondo di ostacoli e di continue ripide scale da inerpicare.
Intanto sei andato via, il tempo per te all’improvviso è diventato troppo breve, ed io non ho potuto raccogliere questo tuo testamento fatto di pensieri di denuncia e di parole di apprezzamento, di constatazioni vissute e di auspici sperati, di sensazioni gioiose per progetti realizzati e di auguri fiduciosi per cose ancora da concretizzare, non ho potuto così raccogliere dalle tue parole tutto il senso che hai dato alla tua esistenza, ma conoscendoti ho potuto cogliere quello che per te è diventata missione di vita pur se con la tua umanità estremamente dominante, toccata dal dolore, ma benedetta da Dio.
Ed allora ti dico: Grazie.
Grazie per averci fatto sentire prediletti, grazie per esserci stato sempre, pur quando ti trascinavi a fatica attaccato alle tue amiche stampelle, grazie per le tue parole di conforto nei giorni del nostro dolore, grazie per i tuoi sorrisi di condivisione nei nostri giorni di gioia. Un vero padre ci sta sempre, pur se a volte è costretto a seguirti da lontano, un vero padre si ricorda ad uno ad uno dei suoi figli, soprattutto di quelli meno amati dal mondo, un vero padre innanzitutto cerca di dare il buon esempio e non lesina né una carezza d’apprezzamento nè una parola severa di ammonimento.
Grazie, don Luigi, sembrava che fossi passato lievemente nella nostra vita, invece, silenziosamente, hai saputo scrivere con noi le pagine più cordiali e più importanti della nostra storia».

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