Perché gli autisti Ncc protestano contro Salvini e dicono che i suoi decreti favoriscono i taxi

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Considerazione personale mettere il gps e il disco come sui bus per tutelare lavoratori dalle troppe ore e i clienti risolverebbe gran parte dei problemi

Gli autisti del settore Ncc, o Noleggio con conducente, hanno protestato contro i ‘decreti Salvini’ che dovrebbero regolare il settore. Secondo loro, si introdurrebbero obblighi e divieti discriminatori che avrebbero l’effetto di favorire i taxi, sui quali il ministro starebbe facendo “campagna elettorale”.

SI è svolta a Roma una giornata di protesta indetta dagli autisti del settore Ncc (Noleggio con conducente). Si tratta di quelle aziende che permettono di pagare per farsi trasportare, in diretta concorrenza con i taxi, e di cui Uber è l’esempio più famoso. La loro rivendicazione è che il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, con gli interventi su cui il suo dicastero sta lavorando, voglia favorire i taxi per fare “campagna elettorale” con i tassisti, e al contrario sia intenzionato a danneggiare la categoria Ncc.

I decreti in questione sono gli interventi che dovrebbero mettere in atto delle norme già approvate nel 2019, che regolano il servizio Ncc. Tra le novità ci sarebbe il dovere di aspettare almeno un’ora tra un trasporto e l’altro, cosa che permetterebbe di svolgere pochissime corse al giorno. Bisognerebbe anche registrare i clienti: generalità, orario di partenza e di arrivo, destinazione. Una “schedatura” che secondo i rappresentanti della categoria aggiungerebbe lungaggini burocratiche e scoraggerebbe i clienti.

Scatterebbe anche l’obbligo di tornare “in rimessa”, quindi in sede, dopo ogni trasporto, e solo da lì ricevere nuove prenotazioni. Una norma controversa, che era già stata contestata dalla Corte costituzionale nel 2020. Ancora, potrebbe diventare vietato per gli operatori Ncc appoggiarsi a agenzie di viaggio, hotel e simili, per convenzioni sulle prenotazioni dei viaggi dei loro clienti.

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