Wedding, l’SOS dal Vesuviano: servono celerità e garanzie

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Wedding, l’SOS dal Vesuviano: servono celerità e garanzie. Ce ne parla Alberto Dortucci in un articolo dell’edizione odierna del quotidiano Metropolis. Una «ricetta» per ripartire. In sicurezza, con l’obiettivo di salvaguardare tutte le imprese che ruotano intorno alla filiera del wedding, sicuramente tra le più penalizzate a cause delle restrizioni antiCovid. Una «ricetta» contenuta in una lettera che gli imprenditori del settore hanno indirizzato al ministro per gli affari regionali e le autonomie Mariastella Gelmini e al governatore della Campania Vincenzo De Luca. Non una scelta compiuta a caso, visto che lunedì 17 maggio il governo guidato da Mario Draghi sarà alle prese con uno dei nodi più attesi dalle imprese dell’area vesuviana: quello legato agli eventi nel campo della ristorazio-ne. Matrimoni, battesimi, comunioni, compleanni e tutti quei festeggiamenti che di fat t o oggi sono bloccat i . Obiettivo, non solo manifestare la forte preoccupazione per le incognite relative alla ripresa delle attività legate alla filiera del wedding, ma anche e soprattutto avanzare due proposte: riaprire gradualmente ma con decisione alla possibilità di festeggiare un matrimonio, definendo una disponibilità numerica in aumento ogni settimana in base all’andamento della curva dei contagi, e ripartire sin dal 21 maggio con eventi «meno affollati» come battesimi, comunioni e compleanni. A scriverla sono diversi imprenditori dell’area vesuviana che per l’occasione si sono riuniti sotto la sigla «i Vesuvio».

Ognuno rappresenta un’azienda storica, che ha fatto brindare tanti sposi e festeggiati e reso felici numerosi invitati. E che oggi punta a ripartire, come spiega Antonio di Palazzo Cifelli a Boscotrecase: «Dopo otto mesi che ascoltiamo e incontriamo giovani che vorrebbero festeggiare un sogno, sposarsi per creare una famiglia, e quindi lavorare con orgoglio per le nostre terre, pensare che l’eventuale festa sarà programmata solo successivamente non considera l’emozione di genitori e talvolta di nonni che puntano soltanto a conservare un ‘ricordo’, sapendo che poche altre cose nella vita regalano la stessa emozione». Gli fa eco Orlando Stasi di Villa Vittoria, sempre a Boscotrecase: «Tutto questo stato di cose ha portato gli sposi a spostare anche tre-quattro volte la data in cui poter festeggiare uno degli eventi più importanti della vita. Aggiungiamo il momento economico sfavorevole, con quattordici mesi ad entrate quasi zero, con la ridicola ed esigua quantità dei ristori ricevuti, totalmente insufficienti a sostenere l’esistenza della nostra azienda. I lavoratori sono senza un orizzonte ed una certezza per il futuro».

Infine Ciro Accardo di Villa Veseri a Trecase: «Siamo ancora impossibilitati a rispondere in modo chiaro ed univoco a quanti vorrebbero prenotare con numeri bassi un compleanno, un battesimo, una ricorrenza familiare: parliamo di 30-40 persone di media ». Che in spazi ampi come quelli presenti nei locali dell’area vesuviana consentirebbe loro di rispettare il distanziamento del caso.

La lettera è stata indirizzata anche ai quattro sindaci dell’area di riferimento: Antonio Diplomatico di Boscoreale, Pietro Carotenuto di Boscotrecase, Raffaele De Luca di Trecase e Francesco Ranieri di Terzigno. «Ogni giorno, un annuncio – lamentano ristoratori e albergatori riuniti sotto la sigla i Vesuvio – e il giorno dopo richieste di annullamenti». Ora gli imprenditori chiedono impegni certi e offrono la loro soluzione. «Ripartire da subito con una modulazione precisa: il 40% della capienza per la prima settimana, aumentando di volta in volta la percentuale con l’aumento dei cittadini vaccinati e con l’auspicabile riduzione dei contagi».

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