Campania zona rossa, domani la decisione: a rischio anche Lombardia, Emilia e Piemonte

L’Italia vira verso il rosso e l’arancione scuro. A sostenerlo, preoccupati dai dati raccolti in vista del monitoraggio settimanale di domani, sono tecnici e governatori regionali. Con questi ultimi ormai già pronti a fare i conti con nuove restrizioni a partire da lunedì o inasprire le misure locali. Le più a rischio sono Emilia-Romagna e Lombardia (da arancione a rosso) ma sul filo ci sono anche Piemonte, Campania, Toscana e Lazio.

Il peso delle varianti in pratica, a cominciare da quella inglese ormai prevalente sul territorio nazionale (al 18 febbraio la sua diffusione era al 54%), sta giorno per giorno peggiorando lo scenario. Stando ai dati del ministero della Salute pubblicati ieri infatti, sono 20.884 i nuovi positivi, a fronte dei 17.083 di lunedì. E sale anche il tasso di positività: 5,9% (martedì 5,1%) con ventimila tamponi in più, (358.884 a fronte di 335.983). I morti invece sono 347 (in lieve rialzo rispetto ai dati della settimana), portando il computo totale dei decessi dall’inizio della pandemia a 98.635 persone. Ma aumentano anche i ricoverati in terapia intensiva (+84 rispetto alle 24 ore precedenti).

Dati che, soprattutto se declinati a livello regionale, lasciano purtroppo poco spazio alle interpretazioni. Tutto sembra andare nella direzione di una “folata rossa” per la Penisola. Un’ondata di restrizioni che colpirà sicuramente la Lombardia, l’Emilia-Romagna e il Piemonte, tutte al momento in fascia arancione. Anche se non è detto che tutte e tre le Regioni a partire da lunedì 7 marzo finiscano nell’area di rischio più elevata, è praticamente certo che in questi territori scatteranno misure più rigide almeno a livello locale.

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