Coronavirus, i pediatri: “L’epidemia mette a rischio la salute dei bambini”

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Coronavirus, i pediatri: “L’epidemia mette a rischio la salute dei bambini”. LA SALUTE fisica e psicologica dei bambini al tempo del Covid preoccupa i pediatri di famiglia ed è al centro del XIV Congresso Nazionale della Fimp, la Federazione dei pediatri di famiglia, da oltre sette mesi impegnati sulla prima linea della gestione dell’epidemia. Il virus mette a rischio i più deboli e anche i più piccoli che hanno bisogno più degli adulti di muoversi e di socializzare, di fare sport e di imparare, e nei casi di disturbi del neurosviluppo – il 15% del totale, con difficoltà di apprendimento, o forme di autismo, o con Adhd per esempio – di essere diagnosticati per tempo e sostenuti con continuità. E questo il Covid può complicarlo. Come l’aderenza al calendario vaccinale.

Allarme vaccinazioni

“Ci allarmano i ritardi nei recuperi del calendario vaccinale, provocati dall’impegno dei Dipartimenti di Prevenzione sul contenimento del virus. Non abbiamo ancora dati ufficiali sul calo delle vaccinazioni, ma il pediatra di famiglia può dare un contributo e là dove questo è successo le vaccinazioni sono state migliori – ha detto il presidente Fimp Paolo Biasci – Ribadiamo al ministro Roberto Speranza che su questo tema e sulla profilassi anti-influenzale siamo disposti a fare la nostra parte, approfittando degli accessi ai nostri studi programmati per i Bilanci di salute”.

Il sonno perduto dei bambini

Il lockdown ha modificato il ritmo sonno-veglia di bambini e adolescenti, riducendo non tanto la quantità ma la qualità delle ore dormite. Dai dati di un sondaggio FIMP condotto on line su 4314 bambini e ragazzi da 1 a 18 anni senza patologie, è risultato che durante l’isolamento domestico c’è stato un generalizzato ritardo nell’andare a letto. Il 30% dei bambini nei mesi di chiusura lo ha fatto oltre le 23. Gli adolescenti che andavano a dormire oltre quell’orario sono passati dal 12 al 64%. È aumentata la percentuale dei bambini che impiegano più di un’ora ad addormentarsi, a causa di stati d’ansia e risvegli notturni, e c’è stato un aumento di incubi e di parasonnìe cioè di disturbi del sonno: gli incubi sono passati dal 5 al 13% e i risvegli notturni (più di 2 per notte) dal 9 al 14%. Quanto al tempo passato davanti ai videoschermi, esclusa la didattica a distanza, i ragazzi nella fascia 13-18 anni che trascorrono più di 3 ore al giorno davanti a un pc a un tablet o a uno smartphone sono passati dal 31 al 93%, e nella fascia 1-3 anni dal 2 al 31%.  Infine, i covid-positivi tra zero e 18 anni sono passati dal 2% di giugno al 6% di oggi.

Autismo, disturbi di apprendimento e Adhd

Fra i temi centrali del congresso, i disturbi del neurosviluppo. Parliamo, di quelli del movimento, della comunicazione, dell’apprendimento, delle difficoltà intellettive, dell’attenzione e dell’iperattività (Adhd), fino a tutte le manifestazioni dello spettro autistico, che nel loro complesso riguardano il 15% della popolazione pediatrica.  Sono condizioni di diversa entità sempre più frequenti (a prescindere dalla pandemia) e spesso ci vogliono anni per arrivare alla diagnosi. “Se consideriamo che un pediatra di famiglia può assistere circa 1000 bambini, potrà averne 150 con patologie o sindromi legate al neurosviluppo – dice Mattia Doria, segretario nazionale alle Attività scientifiche ed etiche della Fimp.  Ma presto – aggiunge – avremo la possibilità riconoscere precocemente questi disturbi inserendo schede di screening all’interno dei bilanci di salute periodici, che ci permetteranno come in un film di osservare nel tempo il neurosviluppo dei bambini, e di cogliere eventuali segnali precocemente”. I pediatri di famiglia compileranno le schede in occasione dei Bilanci di Salute e valuteranno i cosiddetti tre assi neurofunzionali:  motorio, comunicativo/relazionale e della regolazione. Potranno così riconoscere eventuali anomalie comportamentali e segnalare i casi ‘sospetti’ ai Servizi di Neuropsichiatria.

Un network per i disturbi del neurosviluppo

Il progetto sui disturbi del neurosviluppo coinvolge Iss e oltre alla federazione dei pediatri di famiglia, la Società di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza È un novità assoluta,– tengono a dire gli esperti a congresso – che mette in contatto la pediatria e la neuropsichiatria infantile, “Si tratta del frutto di quattro anni di lavoro – racconta Maria Luisa Scattoni, coordinatrice per l’Istituto superiore di sanità del Network per il Riconoscimento precoce dei Disturbi del Neurosviluppo -. Un percorso che coinvolge, oltre alla pediatria di famiglia anche le neuropsichiatrie infantili, i nidi e le scuole dell’infanzia e le neonatologie di tutta Italia. Effettuiamo la sorveglianza della popolazione generale e ad alto rischio attraverso un protocollo di valutazione del neurosviluppo sulla popolazione da 0 a 3 anni. Potremo così intervenire tempestivamente, approfittando della neuroplasticità tipica della prima infanzia”.  “ora – sottolinea Scattoni – pediatri e neuropsichiatri possono comunicare per arrivare a una diagnosi o per dare consigli alle famiglie. Il cervello del bambino è plastico , l’intervento precoce è importante, intervenire presto significa migliorare la vita di questi bambini”.

Alimentazione e isolamento

Altro tema chiave del congresso FIMP è la corretta alimentazione dei bambini e degli effetti della dieta sulla salute a breve e lungo termine. “Da un nostro studio – ha detto Raffaella De Franchis, Area alimentazione e nutrizione della Fimp – emerge con forza l’importanza della dieta mediterranea, per il benessere complessivo del bambino, ma anche per evitargli lo sviluppo di patologie come la celiachia o il morbo di Crohn e altre malattie infiammatorie croniche come diabete, obesità, malattie degenerative e tumori, tutte patologie in drammatico aumento nella popolazione pediatrica. Un approccio che interviene inoltre nel determinare la costituzione del microbioma intestinale corretto, quello che la persona si porterà avanti tutta la vita”.

Con un grande sforzo  – riprende De Franchis – siamo riusciti negli anni ad abbassare la curva dell’obesità ma abbiamo capito che bisogna anticipare il nostro intervento: il tipo di alimentazione nei primi mesi di vita è essenziale per il futuro”.

La dieta

Per quanto riguarda la dieta Il covid è stato un giro di boa – ha detto De Franchis – abbiamo visto in questi mesi emergere abitudini alimentari scorrette specie nelle fasce più svantaggiate della popolazione ma durante il lochkdown abbiamo anche avuto la possibilità di spiegare alle madri che erano in casa come cucinare in casa in modo salutare”. La FIMP ha  un progetto nazionale in corso per capire quali sono le abitudini alimentari, gli errori di alimentazione nelle famiglie italiane la prevalenza della dieta mediterranea.   “La dieta mediterranea – aggiunge Doria – è l’unico schema dietetico considerato anti-infiammatorio. È fondamentale però, perché esplichi il suo effetto benefico, che il pasto sia completo di ogni segmento che lo compone. Come radicarla negli stili di vita corretti? Già attraverso l’allattamento materno si lascia traccia del sapore di alcuni alimenti ed eliminando nei primi mesi di vita i sapori zuccherini. Dalla precocità dell’intervento educativo del pediatra di famiglia dipende lo stile alimentare del bambino e del nucleo familiare”.

Scuola, sport e sindrome della capanna

“Dobbiamo rimettere al centro il benessere psico-fisico dei più piccoli: la scuola si deve fare a scuola – ha detto  Biasci – ma anche le attività motorie e sportive hanno un’importante componente legata alla routine degli incontri, alla socialità, al superamento di tante difficoltà, ma soprattutto al corretto sviluppo neuromotorio. Scuola e sport sono palestre di vita e tengono lontani il sovrappeso, i problemi del metabolismo, insieme alle fatiche psicologiche emerse in questo periodo nella popolazione pediatrica, come la cosiddetta sindrome della capanna, quello smarrimento che ha colto tanti bambini e li ha portati a non voler più uscire di casa”. A proposito di scuola che dire della chiusura delle scuole in Campania? ”Le siutuazioni regionali sono differenti, si spera che il provvedimento di chiusura duri poco, detto ciò non so se è la scuola il posto nel quale il virus circola. A scuola vengono messi in atto tutti i sistemi di contenimento dell’infezione. A scuola il bambini va sicuro”.

La vaccinazione antinfluenzale

I criteri per la vaccinazione contro l’influenza vengono fissati dal Ministro ogni anno. Quest’anno come sempre il vaccino contro l’influenza stagionale è raccomandato ai bambini con malattie croniche o che hanno contatto con persone a rischio. “A causa del covid quest’anno però – informa  il presidente Fimp – il suggerimento è di vaccinare anche i bambini senza patologie da sei mesi a sei anni perché in quella fascia si ammalano di influenza da 8 a 10 volte di più degli altri, e rappresentano un serbatoio di virus influenzale, e meno influenza avremo meno pressione ci sarà sul sistema sanitario nazionale.

I bambini e le dermatiti da gel igienizzante

In questi 7-8 mesi passati i pediatri hanno registrato un aumento delle dermatiti da contatto dovute all’uso eccessivo dei gel a base alcolica contro il coronavirus “quando si può cioè a casa e a scuola, i bambini e tutti dovrebbero usare acque e sapone”, hanno detto ì gli esperti.

Fonte La Repubblica

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