Penisola Sorrentina. Il virus fa crollare l’affare nozze: in fumo 600 party e 10 milioni

Penisola Sorrentina. Il virus fa crollare l’affare nozze: in fumo 600 party e 10 milioni. Appena 30 matrimoni stranieri prenotati nel post lock down: un danno anche per il comune. In difficoltà hotel, ristoranti, fotografi, fiorai e gli stagionali. Si spera in una ripresa nel 2021.

Un vero e proprio business dorato che produceva un fatturato di quasi dieci milioni di euro l’anno. E che ora è letteralmente in ginocchio a causa dell’emergenza legata all’esplosione della pandemia. Visto che, dettaglio tutt’altro che secondario, di stranieri a Sorrento e dintorni se ne vedono pochissimi. E così sarà ancora per qualche settimana.

Un crollo verticale, pericoloso, doloroso, che toglie possibilità di incasso anche per i Comuni che da questo indotto traevano un gran bel tesoretto per dare ossigeno alle casse pubbliche.

E’ sempre stata Sorrento la “capitale” del wedding tourism della penisola sorrentina: oltre 400 coppie, in media, fino al 2019 hanno scelto la città del Tasso per pronunciare il fatidico sì e giurarsi amore eterno. Poi è arrivato il Covid-19, il lock down e lo stop agli arrivi dall’estero. Senza dimenticare che, seppur ci sia stata una riapertura, i grandi gruppi, specialmente quelli britannici, risultano essere fermi, ancora, in direzione Sorrento. Al momento ci sono circa trenta cerimonie prenotate: la location preferita è ovviamente il Chiostro di San Francesco di Sorrento che, è chiaro, dopo il restyling tanto contestato anche dagli ambientalisti, ha visto già diminuire le prenotazioni, prima che arrivasse il Coronavirus. Le altre location scelte dagli sposi sono la Sala degli Specchi del Museo Correale di Terranova, Villa Fiorentino e ovviamente la casa comunale di piazza Sant’Antonino. Senza dimenticare che nelle vicine Massa Lubrense, Sant’Agnello, Piano di Sorrento, Vico Equense e Meta i numeri erano in costante crescita.

Si spera ovviamente che già l’anno prossimo le cose possano migliorare. Il wedding tourism era in forte espansione, consentiva a tanti dipendenti stagionali di avere lavoro e vedeva gli stessi Comuni incamerare soldi in contanti per le tariffe che le coppie devono liquidare per pagare il servizio prestato dalle amministrazioni municipali e i dipendenti e per la preparazione delle sedi delle nozze.

Dall’Inghilterra agli Stati Uniti d’America, dalla Francia all’Asia, passando ovviamente per i Paesi Nord Europei e Sudamericani. L’indotto turistico auspica un rilancio pure dei matrimoni perché ne giova d’altronde un giro che contempla anche ristoranti, alberghi, addetti alle cerimonie, fiorai, fotografi ed autisti che riescono a sbarcare il lunario pure grazie a una forma semplice e redditizia di wedding tourism. Non a caso, già da tempo, in tutta la penisola sorrentina le amministrazioni avevano capito l’importanza del business aprendo di fatto pure all’arrivo di collaborazioni private. In particolare per le strutture in cui officiare i matrimoni.

A Sorrento, il listino dei prezzi per i nubendi prevede per i non residenti italiani e stranieri 600 euro nelle giornate e negli orari già coperti dal servizio, 800 per i riti nei giorni feriali in orario extra ordinario, 1000 per le cerimonie del sabato (sempre in orario extra ordinario) con personale dell’Ufficio Stato Civile. Che hanno anche diritto a riscuotere un bonus di produttività. Però sinora tutto sfumato, in gran parte.

Matrimoni in penisola sorrentina, indotto in grossa difficoltà: circa 600 nozze saltate con un volume d’affari mancato pari a circa dieci milioni di euro.

Fonte Metropolis

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