Via libera ai diportisti sulle isole, il sindaco di Capri stigmatizza: “Impossibile controllare ogni attracco”

Isole senza barche e barche senza isole. Per il turismo nautico che ruota intorno a Capri, Ischia e Procida, la fase uno è sembrata interminabile. Colpa dell’ordinanza n.48 del 17 maggio, emessa dal governatore Vincenzo De Luca, che vietava esplicitamente lo sbarco sulle tre isole «con mezzi privati da diporto». Un divieto preciso, diretto sia alle imbarcazioni provenienti da porti fuori regione, sia a quelle in partenza da porti campani. Una misura necessaria per l’impossibilità di controllare tutti i punti di sbarco delle tre isole e sollecitata in maniera forte dagli stessi sindaci dei comuni interessati. Antonino Pane affronta la vicenda con un interessante articolo sul quotidiano Il Mattino.
Nel giro di 24 ore l’inattesa accelerazione: è di ieri pomeriggio l’annuncio dell’imminente eliminazione del divieto, almeno per le unità in partenza dai porti campani. E in serata, nell’ordinanza n.50, la conferma: i diportisti campani potranno muoversi fin da oggi e approdare senza rischiare multe nelle tre isole del golfo. Un’accelerazione fortemente richiesta non solo dal mondo della nautica ma forse soprattutto dall’indotto che si muove intorno ad essa, giustificata dalla necessità di far ripartire – in mancanza di importanti flussi di visitatori italiani e stranieri – almeno l’economia che ruota intorno ai porti turistici. Due i commi dedicati dall’ordinanza 50 al tema. Il primo consente di navigare liberamente su mezzi privati anche ai «soggetti non appartenenti al nucleo familiare convivente e residenti o domiciliati nella Campania, con utilizzo dei posti ridotto in tale caso del 25% rispetto al massimo consentito dal libretto di navigazione, al fine di assicurare un adeguato distanziamento a bordo»; il secondo, che regola l’approdo, consente appunto «lo sbarco sulle isole con mezzi privati da diporto, limitatamente alla mobilità infraregionale, relativa ai cittadini residenti o domiciliati nel territorio regionale». Sbloccato, di conseguenza, il servizio collaterale del noleggio. Messi insieme questi due filoni economici, diporto e noleggio, si comprende anche la ragione della mobilitazione politica che si è creata intorno al problema sia a livello regionale che nazionale. E così si va dalla segnalazione di illegittimità su questo tema dell’ordinanza n.48 di De Luca, inviata al ministro per gli Affari Regionali Boccia da parte del consigliere regionale Maria Grazia Di Scala (Fi), alla richiesta di revoca del provvedimento inoltrata dalla deputata della Lega Pina Castiello.
Fa chiarezza il sindaco di Capri, Marino Lembo. Che non nasconde il disappunto per una decisione ritenuta precipitosa. «Chiedemmo noi sindaci – dice – nella riunione propedeutica all’ordinanza 48, di vietare l’arrivo sulle isole delle imbarcazioni da diporto. Una misura necessaria perché avevamo necessità di controllare i passeggeri in un solo punto di sbarco, i porti turistici. Questa necessità ovviamente persiste – aggiunge Lembo – in particolare per quanto riguarda lo sbarco dalle imbarcazioni da noleggio. I punti dove possiamo garantire l’applicazione di tutte le procedure di sicurezza sanitaria sono la banchina commerciale e il porto turistico. È evidente che non ci saranno altri approdi autorizzati, ma è altrettanto chiaro che in un’isola i possibili punti di attracco sono tanti, non tutti controllabili. Rischieremo il caos». L’idea è quella della canalizzazione del traffico da diporto verso punti specifici, che dovrebbero essere i porti turistici; quello di Capri ma anche quelli di Ischia e di Procida. Porti che andranno attrezzati con personale e strumenti come i termoscanner: di certo non lo saranno già da stamattina. «Per i grandi yacht – aggiunge Lembo – quelli che restano in rada, si può prevedere anche un controllo a bordo, una volta arrivata la segnalazione che i passeggeri intendono scendere a terra. Anche queste soluzioni, comunque, ci espongono a rischi, è bene dirlo subito. Noi dovremmo avere la certezza di controlli a monte, così come avviene al Beverello per i passeggeri delle linee commerciali. Chi può contagiare non dovrebbe proprio arrivare in un ambiente contenuto come un’isola».

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