Piano di Sorrento. Una riflessione sul Coronavirus

#coronavirus
Mi permetto di dire la mia riguardo questa problematica che (in quanto italiani) stiamo affrontando non tanto per creare allarmismo o disseminare la paranoia tra chi legge, ma per spiegare a chi non è del settore a cosa stiamo andando incontro e perché non bisogna sottovalutare questo virus.
Ci tengo a precisare, vista l’aria che si respira nel mondo medico e non solo, che tutto quanto riportato da me non seguito non è frutto di una mia personale interpretazione o di qualsivoglia sito di gossip sensazionalistico, ma di un’analisi veloce di quanto riportato ad oggi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) ed alcuni docenti italiani di Malattie Infettive.
Il dato, a mio avviso, più importante è possibile trovarlo nel report giornaliero del WHO di oggi 3 marzo 2020: la sindrome da #COVID-19 NON è assimilabile alla classica influenza stagionale. NON si tratta di #SARS o #MERS, continua l’OMS, ma a causarla è un virus unico, con caratteristiche uniche, che comporta lo sviluppo di quadri patologici più severi rispetto la “classica” influenza. Ad oggi il tasso di mortalità del nuovo Coronavirus è del 3,4%, rispetto all’1% dell’influenza.
Ancora, gli esperti dell’OMS ci ricordano che mentre per l’influenza abbiamo dei vaccini e delle terapie specifiche (antivirali), per la COVID-19 non possediamo né l’uno né l’altro.
Quanto finora sperimentato, sia in Italia che all’estero, in termini di trattamento farmacologico non è infatti specifico per questo virus e NON possiamo affermare che il miglioramento dei pazienti finora trattati con queste terapie sperimentali siano effettivamente dovuti alla somministrazione delle stesse. In medicina bisogna essere chiari: un trattamento per dirsi efficace deve essere riprodotto su un campione abbastanza grande di soggetti, tra loro il più omogenei possibile e in condizioni ben definite e quanto più standardizzate. Fino ad ora questo non è stato assolutamente fatto, infatti ogni Paese (anzi centro di ricerca) ha seguito dei protocolli “personali”, su pochi pazienti e molto variegati tra loro, rendendo praticamente inconsistenti (dal punto di vista medico/statistico) gli eventuali dati generati dai successi terapeutici.
Per dirla in altre parole: non possiamo sapere se i soggetti finora guariti hanno giovato delle eventuali terapie somministrate loro, oppure semplicemente è il risultato dell’azione del proprio sistema immunitario e del supporto vitale che è stato fornito dai medici.
Altro dato fondamentale è quanto riportato oggi dal prof. Arnaldo Caruso, presidente dalla Società Italiana di Virologia, che ha evidenziato come al momento le misure prese dal Governo al fine di contenere l’infezione sono sì utili ma non sufficienti a spegnere questa “epidemia” italiana. Dopo aver analizzato l’evoluzione di questa situazione in Cina (perché in medicina niente ha più forza dell’evidenza e dei dati statistici), ha spiegato che ora in Italia siamo ancora alla fase iniziale della diffusione virale che continuerà (sempre se seguiamo la statistica e non la scaramanzia) per altre 6-8 settimane, a meno che non verranno adottate leggi più severe in merito.
Vi ricordate quando ha Wuhan hanno costruito due ospedali nell’arco di 2 settimane? Vi ricordate quanto erano belli i time-lapse? Sapete perché i cinesi si sono dati così da fare? Perché il problema dell’infezione causata dal nuovo Coronavirus è l’incidenza di complicanze respiratorie (es. polmoniti interstiziali) e la necessità di supporto respiratorio dei pazienti che vengono colpiti da queste complicanze.
Oggi il problema più grande in Italia è che circa il 20% di chi contrare il virus ha bisogno di essere ricoverato in Terapia Intensiva e questo non solo costa parecchio (in media 800€/giorno al nostro SSN) ma è soggetto anche ad una disponibilità LIMITATA di posti letto! Per esempio su 2000 contagiati è possibile che 400 abbiamo bisogno di essere trasferiti in terapia intensiva, tutti CONTEMPORANEAMENTE e per 2-3 settimane (in media). Questo è esattamente ciò che sta avvenendo ora nel nostro Paese e, come ci ha ricordato Di Maio, è coinvolto solo lo 0,1% dei Comuni; immaginate cosa succederebbe se l’infezione si propagasse a macchia d’olio.
Non mi voglio dilungare oltre, mi premeva sinceramente che tutti potessero avere un quadro più chiaro di questa situazione che stiamo affrontando e non si minimizzasse sempre, come da buon #italianstyle, con un semplice “quanto casino per una banale influenza”.
Infine, vorrei tanto ricordare a tutti coloro che oggi lodano il Sistema Sanitario Nazionale italiano, dopo aver visto quanto costano i tamponi negli USA (3.400$ senza assicurazione), che in Italia siamo sempre bravi a salire sul carro dei vincitori… Vi lascio in link di un articolo che scrissi più di un anno fa a riguardo.

GABRIELE DI FILIPPO

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