Doppia truffa per mamma e figli pizzaioli tra Salerno, Eboli e Battipaglia

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EBOLI/SALERNO – Aprire una pizzeria nel centro di Salerno, un sogno per due fratelli battipagliesi. A farglielo credere è “l’avvocatessa”, al secolo Clorinda Sessa, di Eboli, finita agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta della procura di Salerno. L’indagata inscena anche la consegna simbolica del mazzo di chiavi del futuro locale. La Serra, scrive il gip Renata Sessa del tribunale di Salerno, «gli rappresentò falsamente la possibilità di ottenere un finanziamento utile all’apertura di una pizzeria in franchising».

Non solo vecchi e malati, dunque, truffati dall’avvocato Luca Vuolo, di Eboli, dalla “collaboratrice di studio”, Sessa, e dal pensionato salernitano Nicola Caponigro, ex dipendente del Cstp, detto lo “zio” esperto di carte previdenziali e assicurative. Nel complesso del raggiro – scrive il gip – agli aspiranti pizzaioli la Serra, che fu presentata alle vittime dall’avvocato Vuolo, «fece acquistare gli abiti da lavoro per i dipendenti dell’attività, presentandogli la falsa documentazione relativa alla fantomatica pizzeria».

Nel giro delle illusioni raccontate dall’avvocato Vuolo e dalla sua collaboratrice finì anche la madre dei fratelli pizzaioli. Alla donna prospettarono la possibilità di incassare fino a 1 milione e mezzo di euro per una vecchia polizza vita già riscossa. La donna firmò anche alcuni assegni e si trovò in protesto. Ai fratelli pizzaioli fu prospettata anche la necessità di acquistare due auto idonee per il loro futuro ruolo di imprenditori. Gli acquisti non andarono a buon segno perché non furono perfezionati i bonifici.

Massimiliano Lanzotto LA CITTA

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