NUCILLO DE I CURTI, QUATTRO CRU PANORAMICI FRA POSITANO, CAPRI E ISCHIA
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Dopo l’annata, il cru, cioè la vigna o per meglio dire «il noceto», in altre parole il luogo di provenienza delle noci utilizzate per la produzione. «’E curti» spingono sempre più in avanti la frontiera del loro nucillo, aggiungendo un nuovo cru ai tre già esistenti: si chiamerà «Nocelle», come appunto la suggestiva frazione montana di Positano a picco sul mare. Le noci verranno raccolte fra pochi giorni con un festoso rituale, anticipando di qualche giorno la data tradizionale della notte di San Giovanni (24 giugno). Enzo D’Alessandro, che, con la sorella Sofia (fidanzata con Roberto Marrone un sommelier di Positano un doppio amore per la perla della Costiera amalfitana ), ha raccolto l’eredità del papà Carmine e soprattutto di mamma Angela, trasformando in un decennio l’orgoglio del fine pasto dell’osteria di famiglia a Sant’Anastasia in un brand affermato in tutt’Italia e anche all’estero. E proprio per ancorare ancora di più il nucillo al territorio, dopo l’indicazione del millesimo in etichetta, è scattata l’operazione «cru»: un esempio per tanti vignaioli che non riescono a far uscire i loro prodotti dall’indifferenziata genericità. Ecco allora il nocillo Capri (le noci provengono da un podere nel comune di Anacapri), Ischia (da alcuni alberi di noce ubicati nel suggestivo vigneto Frassitelli della famiglia D’Ambra) e, per finire, il cru Positano in Costa d’ Amalfi che dal millesimo prossimo venturo (2009) verrà appunto sdoppiato in Montepertuso e Nocelle. Circa duemila in tutto le bottiglie prodotte nelle tre località turistiche campane. L’altro nucillo è targato Vesuvio, un cru più esteso che abbraccia vari comuni alle pendici del vulcano spento. Ragionando in astratto, si dovrebbe concludere che i primi, quelli cioè provenienti dai piccoli cru, dovrebbero essere più cari. Ma D’Alessandro ha preferito mantenere un prezzo unico per tutte le bottiglie. E spiega così la sua scelta: «Quello che per altri potrebbe rappresentare un’eccezione per noi costituisce la normalità. A noi non costa nulla fornire l’indicazione della provenienza delle noci. In futuro non escludo che in etichetta si possa indicare addirittura il microtoponimo ». Sempre più legati alla terra, insomma. Il suo amico Carlin Petrini sorriderebbe in segno di approvazione.