Rivolta del 118 a Napoli, mancano tute di protezione

Mancano le tute di protezione e scatta la rivolta del 118. È successo tutto in una manciata di ore, ieri mattina, all’Ospedale del Mare. Gli equipaggi delle ambulanze, giunti nel presidio dove ha sede il deposito per la vestizione Covid-19, non si sono riforniti, ritenendo i nuovi presidi non sufficientemente sicuri contro il contagio. Dopo la notte trascorsa utilizzando le ultime scorte delle tute che li coprivano da capo a piedi, i sanitari hanno protestato per i camici monouso idrorepellenti in tessuto non tessuto, forniti in sostituzione ai primi, ormai esauriti. Durante la notte, 7 postazioni 118 erano state ufficialmente esonerate dal soccorrere casi sospetti o acclarati di Coronavirus, proprio per la carenza delle forniture. Il malumore è montato fino al mattino quando otto ambulanze sono rimaste ferme nel cortile dell’ospedale, per circa un’ora a cominciare dalle 10 fino al confronto con Giuseppe Galano, direttore della centrale operativa del 118. Scrive Melina Chiapparino su Il Mattino.
GLI OPERATORI
«I camici non corrispondono alla categoria 3 che ci assicura la protezione dal contagio» hanno spiegato i sanitari. La questione sollevata dai gruppi di operatori del 118 in protesta ieri mattina non ha causato «interruzione del pubblico servizio» come hanno chiarito ma «gli equipaggi sono rimasti bloccati perché non c’erano più le tute». Lo scontro è nato perché il camice rientra tra i presidi indicati dall’Istituto superiore della Sanità per equipaggiare i sanitari contro il Covid-19. «Da una parte, il camice è considerato adeguato – aggiungono i sanitari – ma l’Inail per le pratiche risarcitorie, specie su malattie professionali, fa riferimento all’adozione di protezioni di categoria 3, per cui dobbiamo tutelarci». Il braccio di ferro si è concluso con la redazione di un documento per cui il personale, ad ogni rifornimento, «autodichiara di adottare protezioni conformi all’Istituto superiore della Sanità ma non conformi alle indicazioni dell’Inail». «Una prova documentale dell’assunzione di responsabilità dell’Asl per i nostri rischi» concludono i sanitari 118.
IL BLOCCO
La carenza è stata denunciata dalla Cisl Fp Campania e Napoli, segnalando che «sabato notte e domenica mattina le ambulanze del 118 si sono fermate per la mancanza di dispositivi di protezione individuale». «A Napoli su 13 ambulanze soltanto 3 sono riuscite a uscire e fare interventi sul territorio – hanno scritto i segretari generali Lorenzo Medici e Luigi D’Emilio – i centralini delle sale operative squillavano incessantemente e le ambulanze restavano impossibilitate ad effettuare i soccorsi per i casi di Covid 19 e l’ordinario». La nota Cisl cita «ambulanze ferme nelle postazioni San Gennaro, Crispi, Chiatamone, San Paolo, Miano, Incurabili e Municipio« ma Galano precisa che «nessuna ambulanza si è fermata, però a causa della momentanea carenza delle tute, le 7 postazioni sono state esonerate dal soccorso Covid-19 e destinate all’assistenza ordinaria». Questa disposizione, emanata con un documento ufficiale, precisa «la temporanea riduzione delle postazioni 118 territoriali su patologia Covid 19 dalle ore 20 alle 8 del 4 aprile 2020, per scongiurare il blocco delle attività».
L’ASL
«Abbiamo convocato d’urgenza l’Unità di crisi regionale per avere maggiori certezze sugli approvvigionamenti, arriveranno tute in tnt ma sia chiaro che ho sempre protetto e continuerò a proteggere tutto il personale» chiarisce Ciro Verdoliva, direttore generale dell’Asl Napoli 1. «I camici sono dispositivi indicati dall’Istituto superiore della Sanità e congrui alla protezione dal contagio – chiarisce il manager – fino a oggi, abbiamo fornito un livello superiore di dotazioni e, in ogni caso, anche la qualità del camice monouso è migliore rispetto alle indicazioni nazionali e continueremo a garantire la sicurezza». E proprio la sicurezza degli operatori 118 continua ad essere minacciata da aggressioni, come avvenuto a Poggiomarino sabato sera durante il soccorso a un uomo, poi deceduto nella sua abitazione. Il figlio dell’anziano soccorso ha aggredito l’equipaggio, autolesionandosi, fino all’intervento dei carabinieri. Le condizioni dell’uomo, segnalate più volte dai familiari, si erano aggravate per problemi respiratori per cui si è reso necessario sottoporlo al tampone per il Covid-19.

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