Mercato San Severino indagato ex assessore Giovanni Romano si dimette da sindaco

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L'opposizioneparla di conti in rosso. Molto in rosso. E un bilancio non approvato entro i termini di legge tanto da far partire l'iter di scioglimento. Sarà, ma il sindaco di Mercato San Severino Giovanni Romano molla, dice lui, solo ed esclusivamente per un semplice avviso di garanzia per abuso d'ufficio. Cose da bibbia grillina se non fosse che Romano è da sempre un politico del centrodestra. Comunque sia Romano lascia quella amata poltrona su cui siede(va) da 17 anni (e 4 elezioni plebiscitarie di fila senza aver nemmeno fatto toccare palla al centrosinistra) e che non aveva voluto abbandonare nemmeno quando ricopriva, contemporaneamente, la carica di assessore regionale all'Ambiente con Stefano Caldoro e provinciale con Edmondo Cirielli. Uno e trino. Contemporaneamente e incurante degli attacchi del Pd per il triplo e doppio ruolo. Attacchi poi scemati perché il partito di Renzi a Salerno si rese conto, ma solo dopo, che non c'era, paradossalmente, alcuna incompatibilità tra quelle poltrone. Via tutto ora. Non è rimasta nemmeno la poltrona da sindaco. Ne dà notizia lui stesso ieri con un lungo comunicato annunciando di aver rassegnato le dimissioni protocollate ventiquattr'ore prima, motivandole esclusivamente con l'indagine giudiziaria di qualche giorno fa che lo vede indagato per abuso d'ufficio. Ovvero una variante urbanistica per realizzare l'ampliamento dell'azienda del leader degli industriali salernitani Mauro Maccauro. «Trovo singolare che io sia l'unico amministratore indagato quando la procedura di variante ha avuto come atto fondamentale una delibera di consiglio comunale votata all'unanimità da tutti i consiglieri presenti compresi tutti quelli che allora rappresentavano l'opposizione. Verrebbe naturale chiedersi perché dell'intero consiglio comunale, di cui il sindaco è un semplice consigliere, sia solo il sindaco ad essere finito sotto accusa», scrive indignato l'ex sindaco. E aggiunge: «Se il reato contestato è quello di abuso, in quale modo il sindaco ha potuto abusare del suo ruolo e del suo potere quando a decidere e deliberare positivamente sulla variante urbanistica sono stati tutti i consiglieri presenti?». Non un attacco ai magistrati titolari dell'inchiesta ma «incredulità» e la necessità di lasciare perché «nessuna ombra deve essere proiettata sull'ente». Romano, infatti, dice di voler andare avanti ma senza la divisa da sindaco e fugando qualsiasi ombra. «Resto convinto come il sindaco deve essere ad di sopra di ogni sospetto e di ogni dubbio per evitare che la sua diminuita credibilità, conseguenza inevitabile dell'azione della magistratura, possa influire negativamente sull'efficacia dell'azione amministrativa di cui egli è promotore e garante. Mi dimetto quindi per essere libero di difendermi al meglio e far valere le mie ragioni senza sotterfugi e senza facilitazioni». Di più non dice l'ex primo cittadino e preferisce, per tutta la giornata di ieri, isolarsi e troncare le comunicazioni. Naturale, quindi, che nella cittadina della valle dell'Irno la vicenda continui ad alimentare speculazioni e retroscena politici. Non sarebbe solo una questione di onorabilità ed abuso d'ufficio. Perché, dicono, si tratta di una faccenda, tutto sommato, non grave penalmente ed è un reato su cui spessissimo incorrono gli amministratori pubblici. Per questo l'opposizione spiega invece l'addio con un anno e mezzo d'anticipo per questione del bilancio non approvato e i debiti, oltre 22 milioni, di una società partecipata. In più ci sarebbe stata pochi giorni fa una diffida del prefetto nei confronti del consiglio comunale per non aver approvato né il rendiconto 2015, né il previsionale 2016 e nemmeno il pluriennale 2016-2018. E nell'ultimo consiglio la stessa maggioranza non si è presentata facendo scattare l'avvio dello scioglimento anticipato proprio per la mancata approvazione del bilancio. Romano, sempre nella lettera, però nega. ad.pa.

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