Un´alleanza per il Sud

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    UN’ALLEANZA PER IL SUD

    di: Mariano Di Trolio

    L’esito deludente delle ultime elezioni europee ed amministrative deve contribuire ad aprire una importante discussione nel campo vasto delle sinistre. La “sinistra che guarda al centro” ha limitato i danni (alle europee) ma è lontana da un esito che lasci intravedere una prospettiva politica più rosea, per sé e per il Paese. Il continuo inseguimento dell’elettore mediano sul terreno di politiche moderate non ha attratto il centro politico ed ha, al contrario, prodotto un ulteriore deficit tra le fila degli elettori progressisti. Ad ottobre si terrà, il 1° vero Congresso del Pd. Due le candidature già ufficializzate: Franceschini e Bersani. Tali proposte sono tutte autorevoli e l’esordio di una competizione – che si annuncia – autentica nelle primarie è di sicuro un fatto positivo. Tuttavia, la questione più che di leadership è, ad avviso di chi scrive, di chiarezza di contenuti ed obiettivi.

     

    Una costruzione politica complessa, quale il Pd certamente è, necessita di tempi medio-lunghi per una completa ‘messa a punto’. Alcuni nodi programmatici, però, non sono più eludibili, così come la fondamentale questione della politica delle alleanze. Almeno su questo piano sembra che ai candidati corrisponda una diversa strategia. Lo stesso, purtroppo, non è possibile dire per quel che concerne i rispettivi programmi, di cui non c’è traccia alcuna. La riconferma del segretario uscente dovrebbe comportare – verosimilmente – la continuazione sulla strada della presunta “autosufficienza” e della vocazione maggioritaria (del centrosinistra senza trattino), che tanti danni ha già prodotto. L’elezione dell’ex Ministro dello Sviluppo Economico potrebbe inaugurare una nuova stagione del centro-sinistra (con il trattino, appunto). Un centro-sinistra che dovrà essere più agile ed imperniato su alcuni punti programmatici forti e chiari: centralità del lavoro, laicità dello Stato, diritti civili, intervento pubblico di qualità, riforma delle istituzioni del Welfare (per far fronte ai nuovi rischi senza, però, tralasciare i vecchi), ambiente.

     

    Questa nuova alleanza dovrebbe, poi, farsi sostenitrice leale ed intransigente delle istanze del Mezzogiorno. Il rilancio del Paese non potrà avvenire senza fornire una vera soluzione all’arretramento economico del Sud del Paese. Non vi è contrapposizione tra l’economia del nord e quella del sud ed anzi la crescita del Mezzogiorno – anche attraverso l’integrazione economica dell’area del Mediterraneo – avrà indubbi riflessi positivi sulla crescita economica del settentrione e, in una visione più ampia, di tutto il Paese.

     

    Su questo piano molto interessanti appaiono le recenti iniziative che hanno messo al centro il Sud: da “Io Sud” di Poli Bortone a Sudd di Bassolino. Rilevante anche l’esperienza del Governatore della Puglia che ha profuso non pochi sforzi in questa direzione, contribuendo, da ultimo, all’approvazione del protocollo d’intesa (firmato lo scorso 25 giugno) del P.O.N. Ricerca & Sviluppo che di fatto avvia le attività legate alla ricerca nelle Regioni del cosiddetto obiettivo Convergenza (Puglia, Calabria, Campania e Sicilia). Le risorse complessive ammontano, per il periodo 2007-13, ad oltre 6 miliardi di euro. Vendola ha azzerato nelle ultime ore l’intera Giunta regionale a causa dei nuovi equilibri politici risultanti dalle recenti elezioni amministrative, ma soprattutto per gli effetti dell’inchiesta della Procura di Bari sulla Sanità pugliese. Il leader di Sinistra e Libertà ha già annunciato che il rimpasto sarà caratterizzato dal coinvolgimento di tutte le forze politiche che hanno a cuore il futuro del Mezzogiorno e della Puglia.

    Occorre insomma rimettere il Mezzogiorno al centro del dibattito nazionale ed europeo. La società e la politica devono formulare le istanze che devono, poi, essere convertite in adeguati out-put dalle istituzioni locali, nazionali ed europee.

     

    Non si auspica, dunque, la nascita di un nuovo Partito territoriale sul modello della Lega, ma un’alleanza meridionalista fondata su un’idea di sviluppo del Mezzogiorno che non può più essere procrastinata. Un’alleanza capace di imporre scelte programmatiche nette ai Governi che sostiene e di esercitare un’importante pressione su quelli politicamente contrapposti. La realizzazione delle istanze del Mezzogiorno potrebbe così essere sostenuta oltre che dalle forze culturali, sociali e politiche del centro-sinistra (che devono costituire il fulcro di questo progetto), anche da associazioni, movimenti e ‘pezzi’ di partiti orbitanti nella galassia del centro e della destra, ma scontenti della completa assenza di politiche meridionaliste in questo schieramento.

     

    I partiti dell’‘estrema’ (Prc, Sinistra e Libertà), dal canto loro, dovrebbero spostare l’attenzione dall’ideologia alla pratica concreta e comprendere che seppur esiste ancora una forte domanda di sinistra nel Paese, è necessario mettere in campo un’offerta adeguata. Il dato elettorale incoraggiante al Sud (soprattutto di SeL) deve spingere queste forze a fare dello sviluppo del Mezzogiorno un punto programmatico prioritario. Il consenso nelle altre aree del Paese lo si conquista fornendo risposte concrete a problemi reali: immigrazione e politica dei flussi migratori, sicurezza nelle aree urbane, tutela del lavoro e dell’ambiente, politiche sociali.

     

    Queste risposte dovranno distinguersi dalla barbarie della destra ma nello stesso tempo essere politicamente e finanziariamente realizzabili. Questa sinistra se vuole superare la gravissima crisi, che sta progressivamente restringendo il suo spazio politico, dovrà dimostrare di essere utile. Alla capacità di analisi e di diagnosi deve necessariamente seguire l’indicazione di cure risolutive. Altrimenti si condannerà all’estinzione.

     

     

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