Salerno. Date alberghi ai sanitari che lavorano in ospedale

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Avviare delle convenzioni con alberghi e bed and breakfast vicini agli ospedali per alloggiare i sanitari impegnati nell’emergenza. È quanto propone la Fp Cgil di Salerno per evitare che i familiari degli operatori possano entrare in contatto col coronavirus e per garantire una sistemazione ai tanti medici e paramedici che in questi giorni stanno rispondendo alle domande di reclutamento. Nuove «iniziative fai da te», nel frattempo, da parte dei sindaci di Giffoni Valle Piana e Montecorvino Pugliano, che hanno acquistato kit per i test rapidi covid-19, sollevando le perplessità dei laboratori nei confronti della Regione, a cui chiedono di fare chiarezza sull’esecuzione degli stessi. Sono stati 282, invece, i tamponi analizzati al Ruggi, dei quali 18 sono risultati positivi.
LA RICHIESTA
Negli ultimi giorni molti operatori sanitari, sottoposti a turni massacranti, stanno chiedendo alloggi temporanei per rimanere vicini agli ospedali e per evitare che le famiglie, mogli, mariti, figli, genitori anziani possano entrare in contatto col virus. Un sacrificio meritorio, una scelta responsabile, che deve essere riconosciuta attraverso misure concrete. Per questo motivo la Fp Cgil Salerno raccoglie l’appello dei lavoratori e lancia una proposta alle aziende ospedaliere e sanitarie della provincia: attivare convenzioni con strutture alberghiere o singole attività ricettive ubicate nei pressi degli ospedali, offrendo così una sistemazione a medici e paramedici, altrimenti costretti a rientrare quotidianamente a casa, con il rischio per la salute dei propri familiari, e dando anche respiro alle tante attività alberghiere e ricettive ferme in questo periodo. «Una soluzione – afferma il segretario generale Fp Cgil Salerno, Antonio Capezzuto – che potrebbe essere prevista anche per i neoassunti. Molti, rispondendo alle chiamate in graduatoria, trovano difficoltà oggettive a trovare un domicilio o un alloggio nei pressi degli ospedali, portandoli anche a rinunciare all’incarico. Consentiamo a medici, infermieri, tecnici e operatori socio-sanitari di tutelare i propri cari, evitando loro spostamenti che potrebbero trasformarsi in veicolo di contagio».
LA POLEMICA
È polemica, nel frattempo, dopo la scelta di alcuni sindaci della provincia (Giffoni Valle Piana e Montecorvino Pugliano) di acquistare, in via autonoma, i kit per il test diagnostico rapido covid-19, affidando l’analisi a laboratori privati «È assurdo – tuona Gennaro Lamberti, presidente di Federlab – Sull’argomento la Regione nicchia. Il che genera confusione, oltre che tra gli operatori sanitari, anche tra gli stessi cittadini. Lancio un appello al governatore De Luca: ci dica chiaro e forte cosa vuole che venga fatto e soprattutto se noi privati possiamo o non possiamo effettivamente eseguire i test. Serve chiarezza, perché intanto la gente viene da noi e chiede di sottoporsi al tampone». Ma soprattutto, aggiunge ancora il rappresentante dei laboratoristi: «occorre dirlo a tutti quei sindaci che invece stanno autorizzando l’esecuzione dei test nei laboratori dei loro paesi». «La Regione Campania dovrebbe darsi una mossa – sbotta Lamberti – Occorre impedire il solito ritornello dei figli e dei figliastri. De Luca istituisca un coordinamento regionale, vari un protocollo nel quale spieghi ai cittadini quali test sono effettivamente validi e quali no, e soprattutto individui la rete dei laboratori specializzati (che pure ci sono) nei quali i tamponi possono essere eseguiti prima che si scateni il caos».
IL RICHIAMO
Un richiamo ai valori dell’unità nazionale, intanto, giunge dall’Ordine dei medici salernitani. «Ora tocca soccorrere le popolazioni del Sud, già troppo discriminate dalle regole dell’articolo V della Costituzione – dice il presidente Giovanni D’Angelo (nella foto) – I nostri sanitari nel Sud hanno sempre lavorato nonostante risorse ridotte, ma in questa guerra il nemico va affrontato con le dovute cautele e protezioni e con le risorse strumentali e di personale necessarie; già lo status sociale ci punisce ogni giorno riducendo la nostra aspettativa di vita. Non consentiremo che anche di fronte ad un comune nemico, possano esserci atteggiamenti differenti del Governo tra Nord e Sud. Riscopriamo il valore dell’unità nazionale, aumentando così la capacità di risposta».

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