Positano Premia la Danza inaugurata la mostra Toi Toi Toi, Omaggio a Pina Bausch FOTO VIDEO foto

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Positano Premia la Danza Leonide Massine  inaugurata questa sera alla Pinacoteca comunale sulla spiaggia  la mostra Toi Toi Toi, Omaggio a Pina Bausch e al Tanztheater Wuppertal, una mostra di fotografie scattate da Ninni Romeo curata da Lorenzo Castore. La mostra rimarrà allestita fino al 20 settembre 2015. Ingresso Libero

Omaggio a Pina Bausch e al Tanztheater Wuppertal mostra di fotografie di Ninni Romeo a cura di Lorenzo Castore con un testo di presentazione di Leonetta Bentivoglio fino al 10 settembre, ingresso libero.

La mostra TOI TOI TOI, dedicata a Pina Bausch e alla compagnia del Tanztheater Wuppertal, è composta da fotografie di scena di spettacoli del Tanztheater, a parte un ritratto in grande formato del volto di  Cristiana Morganti, danzatrice italiana dell’ensemble, e due piccoli ritratti della stessa Pina. Il ritratto di Cristiana (la foto è stata scattata in un camerino del Théâtre de la Ville di Parigi nel 2002, subito dopo uno spettacolo) coincide con la “prima volta” dell’avvicinamento di Ninni, nel ruolo di fotografa, al mondo di Pina Bausch, che la Romeo già conosceva e frequentava da tempo.

Toi Toi Toi

“Poco prima dell'inizio di ogni spettacolo, poggiandosi alla spalla sinistra di ogni danzatore, Pina era solita sussurrare la formula magica "Toi Toi Toi": un augurio scaramantico, un "In bocca al lupo" teatrale. In certe occasioni, soprattutto quando c'era una prima, Pina faceva trovare ai suoi danzatori, nei camerini, dei piccoli doni in forma di caramelle e dolcetti vari, chiamati "Toi Toi". In seguito ho scoperto che in Germania, ma un po’ ovunque in Occidente, il "Toi Toi Toi" è una consuetudine diffusa nel mondo dell'opera. In origine consisteva nella pratica di sputare tre volte oltre la spalla sinistra del collega per scongiurare la venuta del diavolo (in tedesco “Teufel”, poi abbreviato in “Toi”)”.

Ninni Romeo

Nelle fotografie della mostra “Toi Toi Toi”, che Ninni Romeo allestisce per Positano, ci sono la grazia profonda di Pina Bausch e il suo apparente disordine. In verità nulla era disordinato nel mondo di Pina. Di volta in volta, per ogni suo spettacolo, ciò che lei creava finiva per convergere nelle leggi “sensibili” di un edificio teatrale solido e coerente. Coreografia e regia imprimono struttura, ritmo e logica interna. In Pina questo succede più che mai. Ma è nella vita che mancano lordine e la prevedibilità della forma. La vita è una rete di destini che procedono nel tempo mettendo continuamente alla prova le nostre aspettative, e interrogando la nostra resistenza al di fuori di qualsiasi banalità. La vita è una costante operazione di rodaggio che tende allarmonia e alle simmetrie, le quali sono contraddette dall?instabilità e dal dinamismo delle circostanze. Infranti i miti della riproduzione esteriore e dei canoni occidentali della cosiddetta Beltà Oggettiva, larte contemporanea – questo Pina lo sapeva bene – ha cercato (e cerca) d?imprimere un orientamento alla ricchezza di quel disordine, ma senza prescinderne né tentare di eluderlo. Autrice radicata nei linguaggi della propria epoca, Bausch scansa radicalmente ogni progetto di decorativismo. Le interessa ciò che comunica davvero. Non lo stereotipo. Non la mancanza di espressione. Nelle sue foto, Ninni Romeo si dispone al rispetto di questattitudine. Non va mai in cerca della visione “ad effetto”. Evita lapparizione levigata o patinata. Insegue il battito dala, il respiro irregolare della vita. I suoi “racconti” a volte sono sghembi, obliqui e trasversali, come quelli delle nostre giornate. Spesso sono drammatici. E sono sempre molto umani. Non ci sono mai “pose”, nel suo lavoro. Gli occhi di Cristiana Morganti, il cui viso è colto in primo piano, sono piccoli laghi lucenti di stupore tondo e concentrato. Nelle foto che ritraggono la stessa Pina, la vediamo percorrere situazioni transitorie o minimali in modo fluido e con naturalezza, senza badare allobiettivo. I corpi degli anziani interpreti di “Kontakthof” denunciano la loro pastosità: sono mappe della loro storia. E certe accentuazioni o prospettive insolite o svelate sfuggono dal focus centrale del palcoscenico, consegnandoci a una zona franca, dindeterminatezza percettiva, che somiglia a quanto accade a colui che assiste a uno spettacolo di Pina Bausch. Il suo occhio non è mai dirottato verso un?unica scelta, perché la regia gli chiede di optare per un punto di vista. E per farlo deve vagare, con una libertà soggettiva perturbante, tra i molti frammenti dellazione scenica del Tanztheater, costituita da un puzzle di avvenimenti simultanei. Cè unaria “lisa” e vissuta, in queste immagini, che ben si addice alla peculiare bellezza “bauschiana”. Un gesto, una luce, una presa, un abbandono, una violenza. Mai alcun compiacimento né alcuna vanità. Piuttosto la rarefazione della memoria e la delicata poesia dellattimo. Non sono “foto di spettacoli”, ma momenti dessere.”

Leonetta Bentivoglio

Foto Vito Fusco

Questa mattina servizio di Positanonews con interviste nel "backstage" durante l'allestimento della mostra

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