S.E.R. Mons. Arturo Aiello Vescovo di Avellino a Sant’Agnello per la Celebrazione del Vespro

Per la celebrazione del Vespro della Solennità di Sant’Agnello, stasera alle 19.00, Don Arturo Aiello, Vescovo di Avellino.

Nato a Vico Equense (NA), arcidiocesi di Sorrento – Castellammare di Stabia, il 14 maggio 1955; ordinato presbitero il 7 luglio 1979;
eletto alla sede vescovile di Teano – Calvi il 13 maggio 2006;
ordinato vescovo il 30 giugno 2006;
trasferito ad Avellino il 6 maggio 2017.

Questo Parroco, Don Francesco Iaccarino, non smette di sorprenderci e meravigliarci piacevolmente,l’uso dei social a tutto spiano, ieri con la soluzione in piccolo della processione, oggi con la disposizione del Santo nell’androne d’ingresso ad accogliere i fedeli e stasera con la presenza del vescovo nostro concittadino Arturo Aiello. Gli anziani santanellesi, a memoria d’uomo, non ricordano tanto venirsi incontro.

S.E.R  Monsignor Arturo Aiello, apre la sua omelia dicendo proprio delle insistenze da lungo tempo del Parroco Don Francesco per averlo nella nostra Parrocchia. I miei ricordi in questo luogo sono legati  a Monsignor Iaccarino, a don Onorio Rocca, a tempi addietro  della mia gioventù. Poi parte con un proverbio napoletano “Chi nun sta ‘a sentì a mamma e pate va spiert e nun sape. ” Per introdurre il Vangelo, fino ad arrivare a toccare corde sensibili quali la superficialità dei tempi. Farsi un selfie con Sant’Agnello, ok ho marcato il cartellino, ci vediamo l’anno prossimo. Non per farsi vedere, ma per esserci con fede. ……….tu come ti chiami ? a chi appartieni? io appartengo a Gesù. …….. cerco un centro di gravità permanente!  Cristo è lo stesso , ieri , oggi e per sempre!!

La croce pettorale e il pastorale di Monsignor Bonaventura Gargiulo, preziosissimi oggetti sacri appena restaurati, annuncia Don Francesco, sono il pastorale che porta Don Arturo e il pettorale e sulla Statua.

LE PAROLE DEL VESCOVO  ARTURO  ( al grezzo senza punteggiatura ne capiverso, quasi stenografate, ma siamo sicuri che ci perdonerete )

ringrazio don francesco che ha voluto con insistenza e lo faceva da tempo che mi facessi presente alla vostra comunità e questo accade stasera a conclusione della solennità di sant’agnello in un tempo non certamente facile che vede contingentata la presenza speriamo che tanti siano uniti con i cuori anche attraverso i mezzi della comunicazione che rende nelle famiglie presente la celebrazione la preghiera del nostro vespro salto tutti i ricordi che sono venuti alla mente entrando in questa vostra chiesa sono perlopiù ricordi datati portano il nome di monsignor iaccarino di monsieur de maio rivedo qui davanti all’altare la barra di don onorio ( Rocca) eventi che appartengono a un passato ma che questa lettura che la lettura breve dei vespri dei pastori ci riporta non solo al cuore e alla mente ma anche come impegno vorrei consegnarmela questa lettura questi pochi versetti potrete anche impararli a memoria perché ci mettono anche in una equilibrata posizione in un equilibrato atteggiamento nei confronti del santo che veneriamo e dei santi in genere dice l’autore alla fine siamo alla fine della lettera agli ebrei la capitolo 13 normalmente le lettere quando si concludono ci sono delle raccomandazioni molto pratiche riassuntive per lo più al come imperativo è il primo e ricordatevi dei vostri capi e qui il riferimento non è in altre lettere c’è un indicazione in tal senso ai capi che governano anche alcuni salmi salva il re rispondi c quando ti invochiamo ma qui il riferimento non è ad autorità di carattere statale all’epoca monarchico ma ai capi della comunità ricordatevi dei vostri capi il testo della vulgata dice memento the preposito room destro room don fabio ho scritto fatto incidere questa espressione nella tavola che il maestro casentini ha realizzato per la nella cripta della cattedrale di avellino per una cappella dei vescovi defunti dove da pochi mesi e riposano anche le spoglie di monsieur pellecchia nostro arcivescovo e presbitero di quella chiesa memento ricordatemi perché noi a volte ci dimentichiamo c’è un proverbio napoletano e i problemi sono sempre espressivi e una sintesi di cultura e di storia dice chi non fa stendere a mamme padre pasport in uno sapa cioè chi non obbedisce ai genitori un vagante perché non ha patria chi non è il padre non ha patria e quindi il termine pasport è un vagare senza finalità senza memoria e dunque senza futuro i nostri capi dice l’autore della lettera agli ebrei sono coloro che vi hanno annunciato la parola come abbiamo speriamo e non è scontato venerazione per i nostri genitori ne dovremmo avere per tutti coloro che quando eravamo bambini ci hanno introdotti alle cose della fede i nostri parroci i sacerdoti le suore catechisti coloro che vi hanno insegnato la parola di dio il capo non è un capo d’onore non è uno che abbia un bastone forse anche un baco lo per esprimere un potere ma è colui che è posto a capo della famiglia che è l’amministratore fedele dice gesù che il padrone ha posto a capo della sua casa i capi sono coloro che avanti a noi sono innamorati della parola e questo vale per i santi che sono sulla terra direbbe il salmo 15 ma anche per i santi ricordatevi dei vostri capi e abbiate memoria dei santi una memoria che si va facendo sempre più labile nelle nostre comunità che per i riferimenti di cui sopra finiscono con l’essere generazioni senza direzione senza futuro e senza memoria e dunque festeggiare sant’agnello significa ricordarci di lui tra l’altro questo santo non è solo il protettore della vostra parrocchia ma dà il nome anche alla vostra cittadina dunque è dentro ma questo non è scontato al dna di ogni cittadino di sant’agnello ce ne ricordiamo speriamo non solo il 14 di dicembre ma ogni giorno invocandolo come amico come protettore nei momenti di difficoltà ma poi scendendo un po più a fondo l’autore dice considerate il tenore della loro vita soprattutto alla fine è molto interessante questo richiamo perché vedete noi possiamo ammirare una persona perché fa cose grandi ma ricordatevi che se non muore non me ne un cattivo augurio quello che sto per dire cioè se non ha concluso con il sigillo della morte santa quello che ha detto che ha predicato una morte non santa può contraddire tutto quello che gli ha insegnato per questo l’autore dice considerate attentamente guardate questo avverbio considerate attentamente il tenore della loro vita quindi guardate nelle opere soprattutto nel loro esito finale i santi non sono tali perché hanno compiuto una opera eroica in un momento c’è una differenza tra gli eroi ei santi un eroe può aver compiuto un gesto al di sopra del sue possibilità per un bene pubblico e poi tornare alla vita privata e vivere magari tante altre contraddizioni il santo è colui che continuamente e la fedeltà la cosa più difficile nella nostra vita nella mia come nella vostra ininterrottamente che non significa senza fra sbagli che ha ininterrottamente portato avanti una vita cristiana e il sigillo è la morte quindi un testo della sapienza dice non giudicare una persona prima della morte né in bene né in male perché a volte delle persone che noi non abbiamo stimato le ammiriamo sul letto di morte perché disponibili alla volontà di dio perché con lo sguardo rivolto al cielo con la tristezza di abbandonare questa terra bella e tenebrosa ma pieni di fede e quella morte contraddice anche una vita di devianze e viceversa può esserci una vita santa che si conclude poi con una morte terribile e mi viene in mente in questo momento la morte della priora nel dialogo delle carmelitane di bermano ma spero di non aver fatto una citazione troppo difficile per voi andatevi a leggere queste quel testo meraviglioso dialogo delle carmelitane ricordatevi di vostri capi memento the preposito room be strong considerate attentamente l’esito della loro vita quindi il capo il santo diventa non solo l’annunciatore ma anche un libro da leggere un libro da leggere e qui mi verrebbe da dire sorridendo a chiederli non a voi che siete qui che ovviamente immagino costituite come dire l’elite della comunità parrocchiale di sant agnello ma siete venuti a guardare sant’agnello oa per essere guardati ripeto la domanda perché è decisiva per una lettura sana di una devozione che come ognuno di voi sa e non solo qui in tutta la provincia di napoli in particolare nella città di napoli poi ha avuto in passato presumo delle deviazioni immagine che don francesco non abbia messo la statua alla porta perché tante persone potessero avvenire per essere guardate dal santo quasi a dire ho pagato il cartellino quest’anno quindi mi hai visto ok mi hai messo a fuoco ci facciamo un self insieme così non ti dimentichi e poi me ne torno nella mia vita pensate anche a un filone tanta religiosità popolare e ricca di fede ma anche le sue ombre a filoni dove sant’agnello e si sarà certamente dispiaciuto in cielo veniva indicato come un santo che tendeva tranelli un po da guarda dispettoso non mi viene il termine rispetto se non se ne sia andata a san daniele ti sei fatto che at t ha visto e fatto vedere non siamo qui per essere guardati ma per guardare perché la vita dei pastori la vita dei santi speriamo che tutti noi pastori siamo santi almeno nel desiderio è certamente i santi sono stati i pastori diventa un libro da leggere quindi non sono solo la voce che annuncia la parola ma sono anche coloro che rendono viva vivace attuale la parola con la loro vita per questo l’autore dice considerate attentamente il tenore della loro fede e la loro fine cioè come hanno vissuto quindi la devozione a sant’agnello non è venire perché il santo ci guardi ma e venire per guardare il santo pastore abate che viene in soccorso anche da vivo al popolo di napoli che vive l’assedio dei longobardi ma veniamo a leggere la tua vita agnello e la tua vita è il vangelo perché i santi hanno questo ruolo solo uno specchio i santi sono uno specchio di chi è gesù e poiché gesù a volte lo vediamo un po troppo lontano certo uomo come noi ma rimane il figlio di dio incarnato abbiamo bisogno di persone che come noi uomini e donne dietro a lui dietro lo sposo si la sposa piace dietro a lui hanno vissuto un vangelo il vangelo poi traducendolo con la loro sensibilità con la loro voce con la loro cultura nelle vicende della storia noi ci dobbiamo santificare col covit non possiamo girare la pagina ci vediamo quando è passato perché il covip è un’occasione per santificarsi non l’ha voluto dio ma fa parte della storia della nostra storia guai a quelli e tanti ce ne sono che aspettano il 31 di dicembre per cancellare resettare il 2020 come se non ci fosse stato come se questo anno non fosse stato un anno di grazia lo è stato e tu ti sei santificato col coni e tu in questa nel look da un numero 1 e numero 2 e speriamo che di fermarci così se è riuscito a mantenere la fede allora i santi nella storia sono una riedizione del vangelo santaniello e nel sesto secolo seguendo gesù innamorandosi di gesù leggendo il vangelo non come un lettore smemorato ma assumendo la parola nella sua vita è diventato vangelo egli stesso perché sapete la fede ha futuro a sant’agnello come altrove solo a questa condizione e cioè che alcuni di noi almeno alcuni non siamo ascoltatori smemorati cioè che uscendo perdono la parola ascoltata ma ci impegniamo e speriamo che stasera almeno uno prenda seriamente questo impegno di vivere nel nostro oggi nella nostra vita le nostre vicende il vangelo ed essere dunque come gesù perché se avete l’amore fa assomigliare l’amore fa assomigliare to somiglia gesù un po almeno un po come si somiglia si somiglia stando le persone che stanno insieme si assomigliano non so se avete mai visto qui vecchietti che arrivano per il cinquantesimo di matrimonio uno fa anche difficoltà a capire ma chi è vincenzo e chi è francesca perché i due a furia di stare insieme tanto tempo si sono influenzati a vicenda assomigliando sì cioè la vicinanza che crea somiglianza non la lontananza non farsi un self i consult agnello non facendosi vedere mai visto o marcato il cartellino ci vediamo l’anno prossimo ma leggendo la sua vita che a sua volta è una rilettura del vangelo quindi è un gioco di specchi qui ci sta gesù qui c’è santaniello qui ci sono io allora magari non riesco a vedere gesù perché mi sembra troppo alto ma sant’angelo si perché mangiava beveva perché anche gesù perché ha avuto le sue tentazioni perché ha avuto le sue traversie perché a guarcino nella caverna dove sono stato diverse volte per la verità in pellegrinaggio facendo gli esercizi in una casa che ai piedi di quella montagna ha vissuto la solitudine come noi nel lock down avrebbe voluto rimanere ma il popolo di napoli lo chiama vedete una serie di eventi di sconvolgimenti i mutamenti che hanno sconvolto la vita di sant’agnello rendendolo più vicino a gesù perché è andato incontro alla sua croce che è andato incontro alle difficoltà della vita fino a san martino da martino c’erano una sola qualità di santi i marchi da san martino in poi la chiesa comincia a dire ma c’è un martirio anche che non sia di sangue c’è un martirio che è il mastino del pastore che si spalma sulla vita dei suoi fedeli della sua comunità di una mamma che si spalma sulla vita dei suoi figli un marito sulla malattia della moglie viceversa e allora è sorta questa nuova modalità di santità che quella dei pastori di confessori della fede e quindi è cominciato tutto una tradizione nella quale rientra anche santaniello che voi adesso quando io ho fatto riferimento al martirio qualcuno pensa che dedica un céleste bene alla vita pensa che un martin no è il martirio quotidiano perché sapete forse è anche facile il momento dare la vita ma come è difficile stare tutta una vita accanto a una donna noiosa accanto a un marito infedele come difficile stare tutta una vita in una parrocchia dietro il grafico diciamo del ciclo di questo movimento di questa confraternita immagine che il signore delle difficoltà anche qui tutto il mondo è paese c’è qualcuno c’è la monsignor iaccarino c’era don giovanni c’era don natale abbiamo scelto un francesco quelli che si spalmano e dico non va bene ok vorrei fare questa cosa ma forse non è ancora il tempo imitate nella fede tranquilli e andiamo verso alla fine il versetto è breve come avete visto se avessi scelto un vangelo 10 versetti saremmo stati qui tutta la notte invece un quesito imitate nella fede cioè alla fine che cosa si devono trasmettere i santi la fede in gesù e nella chiesa ci sono le due cose importanti che i due fuochi dell’ellisse della fede del credo in cui noi dobbiamo tuffarci per cui dobbiamo appassionarci imitate nella fede dice mi tate questo quel gesto perché noi non siamo chiamati a fare le stesse cose che faceva santaniello sono passati un po di secoli da allora ho altri santi anche più vicini a noi il coni è una novità non possiamo dire ma santaniello come ha vissuto il covip è una tristissima novità del 2020 2019 per la verità perché porta anche la cifra 2019 speriamo che non ce ne sia uno anche con la cifra 2020 e allora per questo l’autore dice limitate nella fede cioè alla fine cosa devi prendere da sant’agnello dagli altri santi dai pastori che tu guardi di cui leggi la vita la fede e poi c’è questa conclusione bellissima che è una sintesi è anche una espressione molto rassicurante perché l’autore conclude così e questa espressione entrata nel real nella liturgia della veglia pasquale cristo è lo stesso ieri oggi e nei secoli dice la liturgia e invece l’autore cristo e lo stesso ieri oggi e per sé perché è consolante perché lo stesso cristo di sant’agnello e il nostro e speriamo il nostro lo stesso suo cioè erano privilegiati questi uomini e donne santi e sante nel seguire gesù con tanta passione nello spendersi per gli altri nell’andare incontro ai bisogni dell’altro mettendo tra parentesi i propri no e lo stesso gesù che ha ispirato loro e che adesso tv ispirare anche te christe lo stesso non cambia questo proverbio e meno meno conosciuto l’amore un cane vic ovviamente questo va più contestualizzato perché se io c’ho un amore a via viale dei pini poi questo amore finisce allora me ne vado per un’altra traversa no l’amore lunga nevica che non cambia strada cristo è lo stesso ieri oggi oggi nella festa di sant agnello 2020 e qui tra poco anche esposto solennemente riceveremo la benedizione nel sacramento dell’eucaristia e qui è lo stesso non è cambiato siamo noi che cambiamo come cambiano gli amori beh come difficile la fedeltà allora capit e in particolare voi giovani mi riferisco a cui i confratelli che siete bardati come me in questo vespro perché il nostro amore debole che siamo deboli possa avere un futuro mi debbo aggrappare a gesù o il tuo amore entra sagra pazza aggancia a gesù o non ha futuro perché cristo è l’unico che lo stesso non cambia e fedele ieri oggi e nei secoli gli esegeti dicono che l’autore della lettera agli ebrei dice questo perché poi cambiano i pastori e allora uno può rimanere un tantino disorientato dc ma come è cambiato il vescovo è cambiato il papa mi era principato che queste persone cambiano passano ma cristo e lo stesso è lo stesso che si curava di voi con la voce tonante che era un predicatore di grido di monsignor iaccarino e lo stesso don giovanni a ponte è lo stesso di natale lo stesso don francesco e lo stesso quando anche don francesco e noi passeremo ma chi lo stesso e agirà con i nostri figli con i nostri nipoti attraverso altri pastori con l’altra voce con la nostra sensibilità che diranno però la stessa cosa non è consolante quando siete un po depressi ecco il consiglio questa pillola anti depressiva cristo è lo stesso ieri oggi e nei secoli quando vedete crollare delle cose fra frantumarsi un vaso prezioso frantumarsi polverizzarsi una relazione nella quale tenevate e quindi vi sentite sguarniti rimette 0 da questa espressione che dovete imparare stasera cristo e lo stesso ieri oggi e per sempre cioè accompagna tutte le stagioni della vita cristo ieri cristo oggi cristo domani cristo della mia infanzia della mia prima comunione cristo del giorno del mio matrimonio cristo quando sarò un vecchio e anche ora nella vecchiaia saranno 70 non abbandonarmi oddio allora auguri dopo andremo anche fuori non per farci vedere dall’immagine di sant’agnello ma per vederlo e speriamo che la città abbia visto non come statua ma come monumento di fede come chi è rimasto fedele a voi mentre voi non voi qui presenti pensavate ad altro mentre eravamo traditori cristo è colui che sono con lui restano anche io resterò sé ma gancio ma grappo mi cemento con cristo passerà la mia vita passerà la mia voce ma io non passerò perché appartengo a cristo e tu a chi appartiene quando eravamo bambini adesso non più due domande si facevano quando si incontra una persona come ti chiami a chi appartiene perché poi si entrava nel nell’albero genealogico perché si conoscevano i nonni bisnonni c’erano sempre di soprannomi che erano più importanti dei cognomi chi sei come ti chiami a chi appartiene e tu a chi appartiene dovremmo dire noi apparteniamo a gesù e siamo sotto la protezione di sant’agnello che un nostro capo ricordatevi dei vostri capi esaminate attentamente il tenore della loro vita e il loro esito finale imitate nella fede cristo è lo stesso ieri oggi e nei secoli vogliamo ripetere in se ma solo l’ultima espressione che sta almeno riusciamo a della insieme poi come un atto di fede ma dire questa roccia l’unico punto saldo della mia vita cerco un centro di gravità permanente insieme cristo e lo stesso ieri oggi e per sempre
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