Napoli. “Raffaello a Capodimonte. L’officina dell’artista”, a cura di Angela Cerasuolo e Andrea Zezza.

Articolo di Maurizio Vitiello – “Raffaello a Capodimonte. L’officina dell’artista”, a cura di Angela Cerasuolo e Andrea Zezza. 

Giovedì 10 giugno 2021, alle ore 11.00, ci sarà la conferenza stampa della mostra “Raffaello a Capodimonte. L’officina dell’artista”, a cura di Angela Cerasuolo e Andrea Zezza.

Video e foto sara ciocio e lucio esposito

La conferenza stampa si svolgerà nel cortile interno del Museo e Real Bosco di Capodimonte, nel rispetto del protocollo anti-covid (uso della mascherina e distanziamento sanitario) alla presenza del direttore Sylvain Bellenger.

Seguirà visita alla mostra con i curatori.

Si tratterà, soprattutto, di questo quadro:

Madonna del Divino Amore.

RAFFAELLO DI GIOVANNI SANTI DETTO RAFFAELLO SANZIO

(Urbino, 1483-Roma 1520)

Madonna del Divino Amore

olio su tavola, 140×109 cm

inv. Q 1930, n. 146

1516

 

10 giugno-13 settembre 2021

Raffaello a Capodimonte: l’officina dell’artista

a cura di Angela Cerasuolo e Andrea Zezza

coordinamento indagini diagnostiche Marco Cardinali

Museo e Real Bosco di Capodimonte, via Miano 2 – Napoli

 

Si apre giovedì 10 giugno 2021 al Museo e Real Bosco di Capodimonte la mostra Raffaello a Capodimonte: l’officina dell’artista a cura di Angela Cerasuolo e Andrea Zezza. L’esposizione rientra tra le celebrazioni per i 500 anni dalla morte dell’artista e si propone di valorizzare il patrimonio raffaellesco del Museo, molto più ricco e vario di quanto si sia soliti pensare.

Il percorso di visita offre al pubblico le novità emerse dalla campagna di indagini diagnostiche condotte nel Museo, grazie a importanti collaborazioni istituzionali – alla base di questa mostra – che permetteranno un approccio originale sia alle opere d’arte, sia al lavoro della bottega dell’artista e a quelle dei suoi seguaci, mettendo in luce il complesso lavoro che sta dietro la creazione di originali, multipli, copie, derivazioni.

Il Museo e Real Bosco di Capodimonte, infatti, conserva alcune opere autografe di grande rilevanza, che permettono di esemplificare i momenti principali della carriera dell’artista: L’Eterno la Vergine, due frammenti della Pala di San Nicola da Tolentino (1500-1501) prima opera nota del diciassettenne Raffaello, dipinta per la chiesa di Sant’Agostino di Città di Castello, distrutta alla fine del Settecento, il Ritratto di Alessandro Farnese (1511 circa) il giovane cardinale che tanti anni dopo diventerà il potente papa Paolo III, il Mosé e il roveto ardente (1514) cartone preparatorio eseguito per l’affresco della volta della Stanza di Eliodoro in Vaticano, la Madonna del Divino Amore (1516-18) dipinto tra i più ammirati dell’artista nel corso del Cinquecento, poi caduto nell’oblio e sottratto solo recentemente, anche grazie alle indagini scientifiche e al restauro, alla sfortuna critica in cui era caduto nel Novecento.

Ma Capodimonte conserva anche un’opera fondamentale di Giulio Romano, il principale allievo di Raffaello, la Madonna della gatta (1518-1520 ca.?), eseguita seguendo un modello del maestro, e di cui le indagini diagnostiche aiutano a comprendere meglio tanto la complessa genesi esecutiva, quanto le cause dei problemi che ne hanno resa problematica la conservazione.

Una serie di copie, derivazioni, multipli, alcune delle quali forse elaborate nella bottega stessa dell’artista (Madonna del Passeggio, Madonna del Velo), altre per mano di artisti di prima grandezza per committenti importanti – è il caso della famosa copia del Ritratto di Leone X di Andrea del Sarto – dove la nozione di ‘copia’ costeggia quella di ‘falso d’autore’, e che secondo Vasari avrebbe ingannato lo stesso Giulio Romano – o forse per esercitazione, come il San Giuseppe dalla Madonna del velo realizzato da Daniele da Volterra.

Queste, assieme ad altre realizzate da più meccanici copisti (Madonna Bridgewater) permettono di esplorare ad ampio raggio questo tipo di produzione, che costituiva larga parte dell’opera delle botteghe del Cinque e del Seicento e che oggi forma una parte enorme, anche se spesso trascurata, del nostro patrimonio artistico.

 

Le indagini diagnostiche

Dal 2018 il Museo e Real Bosco di Capodimonte ha avviato una importante campagna di indagini diagnostiche sui dipinti delle sue collezioni.

Le indagini sui dipinti di Raffaello e del suo ambito sono parte di un programma di collaborazione ampio che include il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell’Università della Campania Vanvitelli e il LAMS (Laboratoire d’archéologue moléculaire et structurale) di Parigi e che ha visto recentemente la partecipazione scientifica dell’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale (ISPC) del CNR e i Laboratori Nazionali del Sud (LNS) dell’INFN di Catania ed l’Istituto di Scienze e Tecnologie Chimiche del CNR (SCITEC) di Perugia.

Le misure MA-XRF sono state svolte nel museo dal laboratorio XRayLab dell’ISPC-CNR impiegando il sistema a scansione LANDIS-X progettato e sviluppato dal laboratorio.

La realizzazione delle indagini è stato un momento impegnativo ed emozionante dell’approccio alle opere che ha coinvolto un team multidisciplinare con varie professionalità.

Il confronto ha aiutato da una parte storici e restauratori ad accedere alla complessa lettura dei dati scientifici, dall’altra ha portato i componenti del team scientifico ad affinare strumenti e metodi in funzione dei problemi conservativi e dei quesiti posti dalle opere esaminate.

I risultati di queste indagini sono la base scientifica di questa mostra e sono illustrati con video esplicativi su monitor presenti in sala.

Le indagini diagnostiche saranno discusse anche nel corso del convegno internazionale

Raffaello 1520-2020, rinviato di un anno a causa della pandemia, in programma da giovedì 1° luglio a sabato 4 luglio al Museo e Real Bosco di Capodimonte e all’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”.

 

Mostra da non perdere.

 

Maurizio Vitiello

 

Mostra tutto il testo Nascondi
Translate »