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dagli inviati di Positanonews
Meta 27/05/2025– La quarta edizione di “La Pizza d’Amare” si conferma un appuntamento imperdibile per gli amanti della pizza, elevando il piatto più iconico di Napoli a vera e propria opera d’arte. Se la pizza, declinata in tutte le sue infinite varietà, è la regina indiscussa di questa kermesse, il re non può che essere lui: il forno. E quest’anno, un forno in particolare ha catturato l’attenzione e la curiosità di pubblico e addetti ai lavori: “a Notte e’ Napule”.
Nato dalle mani esperte di Gaetano Astarita e dalla visione dell’architetto Alberto Coppola di 87 Studio, “La Notte di Napoli” è un vero gioiello. Una cupola azzurra costellata di stelle, tempestata in rosso di tutta la simbologia più profonda della napoletanità: dal fortunato cornicello al venerato San Gennaro, ogni dettaglio evoca la storia e l’anima della città, la bocca ad arco a pizzo di noce, che strizza l’occhio al mediterraneo. Un’opera d’arte che non è solo funzionale, ma che racconta una storia, la storia di Napoli e della sua tradizione pizzaiola.
L’evento ha visto la partecipazione di quasi tutte le pizzerie più rinomate della Penisola, ognuna presente con le sue proposte più innovative e i grandi classici amati dal pubblico. Un vero e proprio percorso gastronomico che ha deliziato i palati con creazioni uniche e sapori autentici.
Tra le tante delizie, spiccano alcune interpretazioni che hanno lasciato il segno:
“La Pizza d’Amare” si conferma un evento di successo, capace di coniugare innovazione e tradizione, celebrare l’arte della pizza e, non ultimo, onorare il suo cuore pulsante: il forno.
META (NA) – La spiaggia di Meta si è trasformata in un paradiso gastronomico per la quarta edizione di “Pizza d’Amare”, un evento che ha saputo unire la celebrazione del piatto simbolo della Campania con l’inaugurazione della stagione balneare. Migliaia di persone hanno affollato il litorale, tra profumi inebrianti e l’attesa di gustare la fetta perfetta.
Abbiamo provato a carpire il segreto della pizza più amata chiedendo ai presenti quale fosse la loro preferita. Le risposte? Tante, varie e, a dire il vero, piuttosto curiose. C’è stato chi ha decantato le lodi della pizza a doppia cottura, apprezzandone la consistenza unica. Altri si sono soffermati sulla qualità dei formaggi, elogiando un tipo specifico di mozzarella o provola che ne caratterizzava il sapore. Non sono mancati gli appassionati del pomodoro, che discutevano animatamente sull’eccellenza di un’azienda agricola rispetto ad un’altra.
Un filo conduttore, almeno per molti uomini, è stato quel “pizzicante” appena accennato, ma deciso, ottenuto grazie al peperoncino o all’uso sapiente di pomodorini gialli. Un tocco di brio che ha aggiunto carattere a molte delle proposte.
Insomma, in questa esplosione di gusto e preferenze personali, non siamo riusciti a eleggere una vera e propria “pizza regina” della serata. Ogni assaggio ha offerto un’esperienza unica, rendendo difficile stabilire un vincitore assoluto.
Questo ci spinge a tornare, con la promessa di approfondire ulteriormente le nostre indagini, magari soffermandoci con maggiore accuratezza su ogni singola creazione. La ricerca della pizza perfetta continua, e “Pizza d’Amare” si conferma un appuntamento da non perdere per tutti gli amanti della buona tavola.
Mentre la spiaggia di Meta si trasformava in un tripudio di sapori e profumi per la quarta edizione di “Pizza d’Amare”, un aspetto ha lasciato un retrogusto amaro in un evento altrimenti ben riuscito: l’accoglienza. All’ingresso, la scena era dominata da un dispiegamento forse eccessivo di uomini muscolosi con la scritta “Security”, quasi a voler imporre un senso di rigidità e controllo.
A questo si aggiungeva la presenza fin troppo evidente di casette con la chiara scritta “CASSA”, quasi a voler innalzare un monumento al dio danaro prima ancora di aver varcato la soglia. Un impatto visivo che strideva con l’atmosfera festosa e conviviale che un evento come “Pizza d’Amare” dovrebbe evocare.
Molti presenti, soprattutto mamme con bambini e passeggini, hanno espresso un certo disagio. L’immagine di questi “forzuti” all’ingresso, unita all’ostentazione delle casse, ha generato una sensazione di intimidazione anziché di benvenuto. In un contesto dove l’ospitalità e la leggerezza dovrebbero essere le parole d’ordine, questa impostazione ha rappresentato una vera e propria nota stonata.
Forse, per le prossime serate, sarebbe opportuno ripensare l’approccio all’accoglienza. Salvare l’ospitalità e il benvenuto, magari nascondendo le casse e optando per un personale di sicurezza più discreto e meno imponente, potrebbe fare la differenza. L’obiettivo dovrebbe essere quello di creare un ambiente caloroso e invitante, dove le famiglie e gli amanti della pizza si sentano a proprio agio fin dal primo momento, senza essere accolti da un’aura di rigidità e commercializzazione così marcata.