ENRICO CARUSO. DA NAPOLI A NEW YORK. MOSTRA AL MUSEO ARCHEOLOGICO

Una mostra da non perdere! Diciamo ai nostri concittadini. Oltre al dettagliato racconto di cosa ha fatto per i primi due decenni del novecento Enrico Caruso, come specificato nel titolo, il piacere di scoprire il rapporto in terra straniera tra Enrico Caruso e Guglielmo Ricciardi.

Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli ospita fino al 22 aprile 2022 la mostra che celebra il centenario della scomparsa del famoso tenore partenopeo Enrico Caruso. L’ interessante allestimento si compone di oltre 250 fotografie provenienti dal Metropolitan Opera Archive di New York, dalla Caruso Collection presso il Peabody Institute (Johns Hopkins) di Baltimora e dal museo Enrico Caruso di Villa Bellosguardo a Lastra a Signa. Sono disponibili cinegiornali e materiali audiovisivi d’epoca, nonché registrazioni audio originali della produzione discografica di Caruso, primo artista nel mondo ad aver venduto più di un milione di dischi.

Interessante per il pubblico della Penisola Sorrentina  la presenza nei video di un altro personaggio importante  nel mondo artistico newyorkese , quale Guglielmo Ricciardi , sorrentino doc e figlio dell’armatore Litterio Ricciardi.

Litterio Ricciardi, è degno anche di essere personalmente ricordato negli Stati Uniti, perché è semplicemente il nonno di Guglielmo Ricciardi, il nostro grande e fedele amico, onore del teatro italiano all’estero, idolo delle folle non solo italo-americane, ma americane (specie nella parte principale della fortunata commedia «StrictlyDishonorable») e degno rappresentante di quell’ecclettico senso di arte e di vita che di rado artisti italiani hanno portato all’estero, se non davvero grandi, come è indubbiamente grande e buono  Guglielmo Ricciardi. «Don» Litterio Ricciardi, che nell’aspetto arieggiava Garibaldi e che, nel fondo del proprio cuore, come tutti.i «marinai» era un liberale al cento per cento, era stato anche un ardito precorritore dei tempi. Nato a Piano di Sorrento nel 1 8 1 3 (ed a Piano di Sorrento morì il 1 9 dicembre 1 875), fu il primo armatore della Penisola Sorrentina che ebbe il coraggio di costruire delle navi a vela di grande tonnellaggio nella cala di Cassano a Piano di Sorrento. (tratto da LE VOCI DEL MARE di Roberto Vittorio Romano)

Forse pochi sanno chi è Guglielmo Ricciardi e saranno molti che s’interrogheranno sul personaggio incontrando, nella parte nuova del Cimitero di San Renato, ove sono riservati i loculi per i caduti in guerra, una nicchia con il suo nome inciso. Era amico e coetaneo di Saltovar e Manfredi Fasulo ed aveva molti amici a Sorrento, con i quali s’incontrava spesso negli ultimi anni di vita che venne a trascorrere a Sorrento, ritornando dagli U.S.A. dove aveva avuto il suo successo cinematografico. Guglielmo Ricciardi era nipote di Litterio Ricciardi, armatore e vice ammiraglio della squadra navale del principe Leopoldo di Borbone, primo costruttore di un battello a vapore alla marina di Cassano (Piano di Sorrento), “Il Sorrentino”. Giovane studente frequentò, dopo le scuole elementari comunali, sia il collegio Sozi-Carafa di Vico Equense che il seminario arcivescovile di Sorrento (all’epoca degli arcivescovi mons. Ruggiero e mons. Giustiniani) e fu in questi ambienti che diede le prime prove delle sue attitudini teatrali e che gli consentirono di essere ammesso nella Filodrammatica Sorrentina diretta da Beniamino Casola, molto stimato negli ambienti artistici napoletani.

Dopo alterne vicende, lottando fra la sua passione per il teatro ed il desiderio di suo padre (anch’egli capitano marittimo, al comando anche dei piroscafi del golfo di Napoli) di avviarlo ad attività commerciale, si trovò – a 1 8 anni – negli U.S.A., nell’ Athenaeum Theatre di New York, a partecipare alla rappresentazionedi “Na Santarella” di Scarpetta, con una “compagnia” di emigranti. Ritornato a Sorrento, sulle ali del trionfo americano, organizzò spettacoli nel Teatro Tasso, riuscendo ad essere scritturato da Eduardo Scarpetta, fino a quando ottenne un regolare scrittura (aveva 25 anni) negli Stati Uniti con il debutto all’Eldorado a New York. Guglielmo Ricciardi divenne presto un attore in diverse compagnie teatrali, recitando con Ralph Delmore e Grace George (in una parte essenziale) in “The Great Lover”, lavoro che fu ceduto, per Londra, ali’ attore Maurizio Moscowitc, riservando, però, la parte del “maestro italiano” al Ricciardi, che ne era stato il “creatore”. Il successo fu eccezionale e le varie recite furono onorate dalla presenza, fra gli spettatori, del Re Eduardo e della Regina d’Inghiltena, Re Alfonso e la Regina di Spagna e la Regina Guglielmina d’Olanda e gli stessi attori Moscowitc e Ricciardi furono invitati nel palco reale. Il successo teatrale di Guglielmo Ricciardi fu tale che il soggiorno londinese fu lungo e numerose e varie furono le rappresentazioni, che registrarono la presenza di molte personalità inglesi, fra cui il grande Bemard Shaw che, più di una volta, gli espresse i suoi complimenti. La sua presenza nella capitale inglese era divenuta tanto popolare che il nome “Ricciardi” era diffuso negli “Omnibus” insieme alla bandiera italiana, come espressione della italianità all’estero. Gli eccellenti risultati teatrali in tetra britannica furono il migliore, nuovo, biglietto da visita per propiziare il ritorno negli U.S.A., ove fu impegnato e non solo come interprete, perché David Belasco, Antonio Scotti e Jacob Adler ne lodarono il suo lavoro e magnificarono la sua interpretazione di Papà Joe nel “Signor Malatesta”. La stampa fn unanime nell’esprimere consensi  e fra i tanti giornali segnalo il “Brooklyn Daily Times”, “Il Progresso Italo-americano”, il “Daily Telegraph” e “L’Opinione di Filadelfia” che non furono avari di elogi per l’autore e attore italiano e sorrentino. Ma Guglielmo Ricciardi fu impegnato anche sul grande schermo, perché ebbe il piacere e l’onore di recitare a fianco di grandi artisti fra cui Gloria Swamson, Riccard Mix, Milton Sills, John Banimore, Edward G. Robinson, Barbara Lamar, Clifton Webb, Clarke Gable ed Enrico Camso. E proprio quest’ultimo, che era famoso, oltre che come tenore, come caricaturista gliene fece una con la dedica “All’amico Guglielmo Ricciardi, New York. 1/1/1914”. (tratto dal libro SORRENTO 1946-2007 di Nino Cuomo9

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