430° anniversario della morte di Torquato Tasso. Convegno al Bellevue Syrene

27 aprile 2025 | 11:54
Share0
Commenti
50

L’intervista al Professore Domenico Palumbo e alla discussione sul Tasso e sulla sua eredità culturale si svolge in un contesto affascinante, dove il linguaggio della poesia e della cultura si mescolano con il desiderio di far comprendere la grandezza di Tasso anche a un pubblico più ampio, anche internazionale. Il Professore Palumbo, che ha una grande esperienza nell’insegnamento e nell’approfondimento della letteratura classica, sottolinea il legame profondo di Torquato Tasso con la città di Sorrento, come se la sua figura fosse parte integrante della città stessa.

Palumbo parla con entusiasmo dell’incontro tra Tasso e il mondo antico, sottolineando come il poeta non solo fosse un grande cultore della cultura classica, ma avesse anche vissuto e respirato quell’eredità, passeggiando per i luoghi che oggi ancora ci parlano del passato. La sua riflessione mette in evidenza l’importanza di un approccio che non si limiti alla mera “conoscenza” dei testi, ma che cerchi di far rivivere il legame con il territorio, con i luoghi che hanno ispirato l’opera di Tasso.

Il discorso si sposta poi sul concetto di “identità”, su come la cultura e la letteratura debbano tornare al centro dell’identità collettiva, non solo a livello locale ma anche a livello nazionale. Il Professore cita l’iniziativa di tradurre il Tasso in napoletano, un modo per renderlo più accessibile e popolare, per avvicinare la grande poesia a una comunità più ampia, un po’ come Dante è diventato simbolo dell’identità italiana.

L’intervista si conclude con una nota sull’Istituto Sant’Anna, un’università americana a Sorrento, che accoglie studenti da tutto il mondo e offre corsi di laurea in vari dipartimenti. Questo istituto rappresenta un punto di contatto tra le tradizioni locali e un pubblico globale, dando agli studenti l’opportunità di immergersi nella cultura sorrentina e di vivere la città non solo da turisti, ma come parte integrante di un luogo che ha una storia e una tradizione da preservare.

Il tema centrale resta la valorizzazione della cultura come “eredità”, un messaggio forte che si intreccia con l’opera di Tasso, la sua visione della società e della tradizione, e la necessità di mantenere viva la memoria storica per le generazioni future. Se vuoi approfondire qualche punto o hai domande specifiche, sono a tua disposizione!

L’intervista a Pasquale Giustiniani, presidente, riflette su vari aspetti legati alla figura di Torquato Tasso, al suo legame con la città di Sorrento, e alla sua eredità culturale. Giustiniani si sente a suo agio in un contesto che richiama l’atmosfera dell’antica Roma, descritta vividamente da Tasso, specialmente nella Gerusalemme Liberata, che lui considera straordinariamente attuale. La riflessione sulla Gerusalemme come città della pace, ancora oggi lontana dalla pace, evidenzia la contemporaneità del pensiero di Tasso, che continua a parlare con forza anche in un contesto moderno segnato da conflitti religiosi e culturali.

Il discorso si sposta poi sulla Casa del Tasso a Sorrento, che Giustiniani considera un luogo di grande valore culturale. Viene enfatizzato come la casa non debba essere vista solo come un’attrazione turistica, ma come il “genius loci”, il luogo che conserva l’intimità, le radici e la cultura del passato, proiettandole nel futuro. Giustiniani auspica che la città possa essere più consapevole della sua eredità culturale, e che il nome di Sorrento venga unito con quello di Tasso in modo più significativo, poiché la casa del poeta rappresenta un punto di riferimento non solo per gli studiosi, ma per tutta la comunità.

Purtroppo, viene notato che spesso i turisti preferiscono dirigersi verso luoghi più commerciali, come le fabbriche di limoncello, piuttosto che dedicarsi alla cultura e alla storia rappresentate dalla casa di Tasso. Lamenta che l’importanza culturale di luoghi come questo non venga sempre valorizzata come meriterebbe, ma sottolinea che la cultura, la tradizione e la storia sono valori più duraturi ed essenziali rispetto al denaro, che è effimero.

L’intervista si conclude con un riconoscimento del lavoro di Domenico Palumbo, che con grande maestria riesce a rendere comprensibili anche i versi complessi di Tasso per un pubblico internazionale, soprattutto per quelli che non sono familiari con la cultura rinascimentale italiana.

Un bel dibattito che invita alla riflessione sulla valorizzazione della cultura e sul legame profondo tra Sorrento e Torquato Tasso. Se hai altre domande o se vuoi approfondire qualche aspetto, fammi sapere!

L’intervista a Gaetano Di Palma mette in evidenza una riflessione profonda sulla figura di Torquato Tasso, situata in un contesto che richiama l’antica Roma e la cultura classica. Di Palma, professore e studioso, sottolinea come Tasso fosse non solo un grande poeta, ma anche un appassionato studioso dell’antichità romana e dei classici latini, come Sant’Agostino e i padri latini. Il suo legame con la tradizione culturale antica si manifesta non solo nei suoi scritti, ma anche nel contesto storico e geografico che ha influenzato la sua formazione, come il convento della Trinità di Cava dei Tirreni, che ha avuto un ruolo cruciale nella sua educazione.

Di Palma evidenzia la vastità degli interessi di Tasso, che includevano la cultura medievale, con riferimenti a Dante e Petrarca, e il Rinascimento. Il suo approccio all’antichità e alla teologia medievale si intreccia con la sua poetica, che riflette una solida base di studi classici, confermando che Tasso non era solo un poeta, ma anche un uomo di grande erudizione, capace di esplorare a fondo la cultura del suo tempo.

La riflessione si conclude con un accenno alle influenze storiche e culturali che potrebbero aver plasmato la sua opera, suggerendo che Tasso potrebbe aver percepito, attraverso la sua educazione, le storie dei crociati e le tradizioni che accompagnavano le narrazioni medievali, elementi che troveremo in parte nelle sue opere. Un’intervista che illumina un lato meno noto di Tasso, quello di intellettuale e studioso, e che invita a esplorare la sua figura in modo più ampio e complesso.

Evento significativo organizzato in occasione del 430° anniversario della morte di Torquato Tasso. La conferenza dal titolo “Tasso tra letteratura e filosofia”  è stato il 25 aprile 2025 al Grand Hotel Bellevue Syrene di Sorrento, con la partecipazione di importanti studiosi e moderata da Domenico Palumbo.

La commemorazione del sommo poeta avverrà a seguire, alle 12:00, con una cerimonia dinanzi alla statua di Tasso in Piazza Tasso a Sorrento, un atto simbolico di omaggio al grande poeta.

L’evento coinvolgerà Gaetano Di Palma, Pasquale Giustiniani e Aldo Meccariello, che interverranno su vari aspetti della figura di Tasso, esplorando la sua duplice dimensione di letterato e filosofo. Luciano Russo e Eleonora Di Maio, rispettivamente presidenti del Centro per la Filosofia Italiana e dell’Istituto di Cultura T. Tasso, sono indicati come responsabili della manifestazione.

Non solo poeta: il “Tasso filosofo” del prof Pasquale Giustiniani

Nell’ambito del Premio Internazionale Torquato Tasso, che si terrà a novembre, sarà dedicato un importante convegno alla figura di Tasso come filosofo. A guidare l’iniziativa saranno il professor Pasquale Giustiniani , direttore della Cattedra, con il sostegno dell’Istituto Torquato Tasso, ente di formazione impegnato nella valorizzazione del grande poeta sorrentino.

Come sottolineato da Domenico Palumbo nel suo intervento introduttivo, l’obiettivo è restituire a Torquato Tasso tutta la sua complessità intellettuale, andando oltre la tradizionale immagine scolastica che lo vede spesso relegato al confronto con Ludovico Ariosto o limitato alla sola “Gerusalemme Liberata”. Il Tasso che emergerà dal convegno è quello di un uomo profondamente impegnato in un dialogo serrato con la tradizione filosofica, in particolare con Aristotele e Platone.

«Tasso non è solo il poeta che abbassa il capo di fronte ai dettami del suo tempo — ha spiegato Domenico — ma è un autore che ha saputo mettere in discussione e rifondare le regole del poema eroico, cercando di conciliare il rigore aristotelico con l’ispirazione platonica».

Attraverso un’analisi delle sue lettere e delle sue opere meno conosciute, come la “Gerusalemme Conquistata”, si evidenzierà come Tasso abbia vissuto una profonda tensione interiore tra ideale e realtà, tra desiderio di riconoscimento e destino di incomprensione, condividendo un destino simile a quello di Oscar Wilde, spesso più ricordato per la sua biografia travagliata che per la profondità della sua opera.

Il convegno, che si preannuncia ricco di spunti e riflessioni, vedrà la partecipazione di relatori di primo piano, tra cui il professor Pasquale Giustiniani, professore emerito di Filosofia presso la Facoltà di Teologia dell’Italia Meridionale (sezione San Tommaso di Napoli), membro del Centro per la Filosofia Italiana e direttore delle collane Scenari e Biblioteca di Scenari.

La manifestazione si propone così di rilanciare lo studio di Torquato Tasso, restituendogli quel posto d’onore che merita nella storia della letteratura e della filosofia italiana.

Torquato Tasso: tra filosofia e inquisizione nel cuore del Seicento

Nel cuore del Seicento, Torquato Tasso non si limita a essere uno dei più grandi poeti della sua epoca, ma si misura anche con le sfide della filosofia e della religione, confrontandosi con l’autorità ecclesiastica e con i pensieri del suo tempo. Questo aspetto complesso della sua vita e delle sue opere sarà al centro di un convegno che si terrà a novembre, durante il Premio Internazionale Torquato Tasso, in cui si discuterà della sua figura non solo come poeta, ma anche come pensatore.

Se da una parte Tasso è conosciuto per la sua epica “Gerusalemme Liberata”, dall’altra il suo coinvolgimento con la Chiesa e la sua esperienza personale con l’inquisizione sono spesso trascurati. La sua vicenda biografica è intrisa di un continuo confronto con la tradizione religiosa, che culmina in un processo inquisitorio che, sebbene di minor rilevanza rispetto ad altri casi più celebri come quello di Giordano Bruno, segna profondamente la sua figura. Nel 1600, infatti, Tasso si sottopone volontariamente a un’inquisizione che ne mette in discussione le posizioni teologiche e filosofiche, cercando di misurarsi con il giudizio ecclesiastico.

La Chiesa cattolica, nella sua versione più ortodossa dell’epoca, vedeva in Tasso un autore non completamente allineato con i dogmi della fede. Nonostante la sua grandezza letteraria, Tasso si trova a doversi difendere davanti a un tribunale che valuta non solo la sua poetica, ma anche la sua adesione alla tradizione religiosa. In un periodo in cui la Chiesa esercitava un potere assoluto, come testimoniato dai tragici eventi che portarono alla morte di Giordano Bruno, Tasso si trova in una posizione di difficile equilibrio, cercando di riconciliare la sua visione del mondo con quella imposta dal potere ecclesiastico.

Tuttavia, Tasso non si limita a subire passivamente l’autorità della Chiesa. Nei suoi scritti emergono profonde riflessioni filosofiche che attingono sia dalla tradizione platonica che aristotelica, come sottolineato dal professor Pasquale Giustiniani, che condurrà il convegno di novembre. Tra i testi meno noti di Tasso ci sono anche alcuni dialoghi filosofici che rivelano la sua volontà di confrontarsi con le grandi questioni del tempo, sebbene sempre mantenendo un rapporto complesso con la religione.

La Gerusalemme Liberata, uno dei suoi capolavori, non è solo un poema epico, ma un’opera che riflette le tensioni culturali e filosofiche del suo tempo. Nel terzo canto, Tasso descrive Gerusalemme come una città di grande conflitto tra culture, religioni e filosofie: una “città della filosofia religiosa”, che riunisce la cultura cristiana e quella islamica in un contesto di battaglia ideologica. Il passo in cui la città di Gerusalemme viene descritta come una “città che saluta” diventa metafora della continua lotta tra diverse tradizioni, un simbolo della complessità del mondo che Tasso cerca di comprendere e rappresentare.

Il contributo di Tasso alla cultura del Seicento è dunque molto più di quello di un poeta: è anche quello di un intellettuale che si confronta con le grandi sfide filosofiche e religiose del suo tempo, in un’epoca segnata dalla tensione tra tradizione e innovazione. La sua figura merita di essere letta e studiata non solo alla luce della sua produzione letteraria, ma anche per la sua interazione con il pensiero filosofico e religioso che ha contribuito a definire.

Torquato Tasso: tra filosofia, teologia e potere politico

Il convegno dedicato a Torquato Tasso, che si terrà a novembre nell’ambito del Premio Internazionale Torquato Tasso a Sorrento, rappresenta un’occasione unica per esplorare l’intersezione tra la filosofia, la teologia e la politica nel pensiero del poeta. Un aspetto spesso trascurato nella sua biografia e nella lettura delle sue opere, ma che merita di essere approfondito, è il ruolo delle questioni religiose e filosofiche nel contesto storico e culturale del suo tempo.

Come sottolineato dal professor Pasquale Giustiniani, uno dei principali esperti di filosofia italiana, l’opera di Tasso non può essere letta solo come un prodotto poetico, ma come il risultato di un’intensa riflessione su tematiche che vanno ben oltre la mera narrativa epica. La sua produzione letteraria, infatti, è pervasa da questioni che riguardano il rapporto tra fede e ragione, il confronto tra le diverse filosofie del tempo e la ricerca di un equilibrio tra tradizione e innovazione.

Un tema centrale del convegno sarà proprio quello di indagare come Tasso, nell’ambito della sua formazione e delle sue letture, si sia confrontato con le grandi correnti filosofiche e teologiche dell’epoca, tra cui il pensiero di Platone e Aristotele, e come queste riflessioni abbiano influenzato la sua visione del mondo e la sua produzione poetica. In questo senso, l’autore si trova a misurarsi con una realtà in cui le questioni teologiche e filosofiche diventano non solo un terreno di confronto intellettuale, ma anche di scontro politico e sociale.

Un esempio emblematico di come le posizioni filosofico-teologiche possano avere conseguenze concrete sul piano politico è rappresentato dalla vicenda della famiglia San Severino, a cui apparteneva il padre di Torquato, Bernardo Tasso. La perdita del principato da parte del principe Ferrante San Severino, a causa delle sue simpatie per il pensiero di Juan Valdés, evidenzia come le idee filosofiche e religiose possano portare a conseguenze drammatiche, fino alla perdita del potere e della posizione sociale. Questo episodio, che riguarda direttamente la famiglia di Tasso, evidenzia come la filosofia e la teologia non fossero solo speculazioni astratte, ma potessero determinare il destino di intere famiglie e nazioni.

Il professor Giustiniani ha inoltre ricordato che la Chiesa cattolica, nel suo ruolo di potere politico e religioso, non esitava a ricorrere alla repressione violenta per difendere la propria autorità. Così come Giordano Bruno fu condannato al rogo, anche altri pensatori e riformatori che si discostavano dalla dottrina ufficiale della Chiesa furono perseguitati e messi a morte. Questo clima di intolleranza e di violenza politica e religiosa segna il contesto in cui Tasso si forma e scrive, e non può essere ignorato nel momento in cui si esaminano le sue opere e la sua figura.

In questo scenario, la figura di Torquato Tasso emerge non solo come poeta, ma come un uomo che ha vissuto in un’epoca segnata dalla tensione tra il potere ecclesiastico e quello politico, tra la fede e la ragione. La sua produzione letteraria, con le sue contraddizioni e i suoi tormenti, riflette questa conflittualità e il tentativo di trovare una via di salvezza e di riconoscimento in un mondo che sembrava condannarlo a una vita di marginalità e sofferenza.

Il convegno di novembre rappresenterà dunque un’occasione non solo per celebrare la figura di Tasso, ma anche per affrontare le grandi questioni che egli sollevò nel suo tempo, ancora oggi rilevanti. La filosofia, la teologia e la politica sono temi che attraversano le sue opere, e il convegno offrirà una visione multidisciplinare che permetterà di comprendere meglio l’importanza del suo pensiero e della sua figura nella cultura europea.

Questa parte del discorso si concentra sul contesto storico e filosofico in cui Torquato Tasso ha scritto le sue opere, in particolare “Gerusalemme Liberata”, e sull’influenza degli eventi politici e religiosi del suo tempo. Vengono discussi i conflitti con l’Oriente, in particolare la conquista di Costantinopoli da parte di Maometto II nel 1453, e il conseguente impatto sulle opere di Tasso, che si trovano a riflettere su temi di scontro tra civiltà, religioni e culture. Il discorso esplora anche come Tasso affronta l’Islam nel suo poema epico, cercando di evidenziare non solo la sua visione di “infedeli”, ma anche le qualità umane e positive che attribuisce ad alcuni personaggi musulmani come Saladino e Solimano il Magnifico.

Inoltre, si accenna alla riflessione di Tasso sull’importanza di Gerusalemme, una città sacra per più religioni, e alla sua comprensione della lotta tra le civiltà, pur riconoscendo le virtù anche nei suoi “nemici”. Si conclude con una riflessione sull’attualità di Tasso, suggerendo che la sua visione di un mondo diviso tra Oriente e Occidente possa ancora essere rilevante oggi, in un’epoca in cui i conflitti tra queste due sfere continuano ad esistere.

Questi passaggi evidenziano l’importanza della filosofia, della politica e della religione nel contesto storico di Tasso e l’approccio critico verso le influenze culturali che modellano il pensiero di autori come lui.

Il relatore sta esplorando la figura complessa di Tasso, tra il conflitto interiore legato alla sua posizione tra la Chiesa e la laicità, la sua visione del pensiero tragico e l’importanza dei suoi scritti filosofici, in particolare i dialoghi.

L’oratore menziona anche la difficoltà iniziale nell’accettare la sfida di organizzare un convegno su Tasso, ma riconosce che questa impresa è stata fondamentale per riscoprire l’aspetto filosofico di Tasso che è spesso trascurato in favore della sua figura di poeta tormentato. Inoltre, sottolinea il contributo di altre personalità, come il professor Pasquale Giustiniani, e l’importanza di rivelare aspetti meno noti di Tasso, come i suoi dialoghi, che sono poco studiati.

Questa visione pone Tasso in una luce diversa rispetto alla tradizione letteraria, cercando di far emergere una dimensione più intellettuale e filosofica, spesso nascosta dietro il suo tormento esistenziale e poetico.

Wait...