Album generico

Ravello: recital della chitarrista Cristina Galietto

28/09/18

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Nasce a Napoli il 4 febbraio del 2000, quindi sotto il segno dell’acquario che le conferisce un potenziale eccezionale come artista caratterizzata da un fare fortemente originale. Inizia lo studio della chitarra classica a 7 anni. sotto la guida di suo padre Alberto. A dieci anni entra nel Conservatorio di Musica “San Pietro a Majella” nella classe del Maestro Vincenzo Amabile. Appena dodicenne incomincia a mietere successi in importanti concorsi musicali internazionali. Recentissimi quest’anno  il Primo premio assoluto al “International Guitar Competition A. Rago” di Stoccarda  e il Primo premio assoluto e premio EGTA-D al “ A. Segovia International Guitar Competition” di Monheim am Rhein. 

 Cristina ha trascorso un anno in Inghilterra per l’apprendimento della lingua ed ha studiato con Carlos Bonell presso il Royal College di Londra. Ha seguito numerose master classes con importanti concertisti: Leo Brouwer, Marcin Dylla, Aniello Desiderio, Giulio Tampalini, Carlo Marchione, Zoran Dukic, Angelo Gilardino, Costas Cotziolis, Hubert Kappel, Hans Werner Huppertz. Frederik Zigante. Nel 2018, ha frequentato la masterclass annuale tenuta dal Maestro Aniello Desiderio presso l’Accademia Stefano Strata di Pisa. Frequenta l’ultimo anno del liceo musicale “Margherita di Savoia” nella classe di chitarra del Maestro Enzo Amato. Il 28 giugno prossimo, alle 9:00, Cristina suonerà il concerto di diploma nel Conservatorio di San Pietro a Majella.

  Troppi Maestri di stili e scuole diverse, forse, per una musicista dotata d’un raro talento naturale e una personalità poco influenzabile: suona essendo sempre e solo se stessa. E suona sulla base di una cultura musicale ampia con un repertorio che spazia da Mudarra a Dyens. Abbiamo potuto ascoltare unicamente registrazioni fatte in concorsi e dalla resa fonica mediocre che non permette apprezzare pienamente la qualità del suono e la dinamica, però è evidente che siamo di fronte a una chitarrista dotata d’una tecnica virtuosistica mai fine a se stessa e una musicalità non comune. Chitarrista con una capacità manuale tesa al trascendente non come bravura nel dominio dello strumento bensì a un trascendente interpretativo che non percorre cammini consueti e plasma bellezza. Solo all’inizio la sua interpretazione dalla settima Fantasia di Dowland  richiama il fare malinconico del compositore punta di diamante del rinascimento inglese. L’andamento è alquanto rapido e il suono presto si schiarisce portandoci fuori dalla bruma della campagna inglese, acquisendo una solarità mediterranea.  L’interpretazione della Sonata K1 di Domenico Scarlatti è squisitamente virtuosistica, realizzata a un tempo molto rapido e una collocazione stilistica essenzialmente barocca. Scarlatti sfiorò e toccò lo stile galante in altre sonate e in altre ancora preannunciò il pre classico. Quindi scelta interpretativa giusta rispetto alla Sonata K1, lontana dall’approccio addirittura pre-romantico di molti famosi chitarristi.         Il virtuosismo al servizio d’una prorompente musicalità, scevra da cedimenti di gusto, caratterizza la lettura della Tarantella di Castelnuovo-Tedesco, mentre nella Chancon d’ivoire  di Roland Dyens,  Cristina non ricalca l’interpretazione dell’autore, suonando a un andamento più lento e delineando un canto delicato che va diritto al cuore, commovendo.  Sono risultati più che notevoli, data la giovanissima età d’una chitarrista destinata a una grande carriera e che maturando potrà raggiungere esiti interpretativi del massimo interesse. Aspettiamo che realizzi il suo primo disco per poter fare uno studio d’interpretazione comparata e poter cosí valutare pienamente le qualità d’un artista che farà onore alla scuola chitarristica napoletana.

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