Generico febbraio 2022

Piano. Conferenza sull’ Ordine dei Frati Domenicani a cura dell’UNITRE con Agostino Aversa

22/02/22

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Attenzione l'evento è già trascorso

Il Preside emerito Agostino Aversa martedi 22 febbraio 2022,alle ore 17.00, presso il Centro Polifunzionale di via Cavottole, terrà conversazione sull’ordine dei Domenicani, con riferimenti alla Penisola Sorrentina. L’incontro, curato dall’Unitre di Piano, appartiene al ciclo di conferenze dedicate alla storia del territorio.

dalla Terra delle Sirene n° 19

S. MARIA DI CASARLANO ES. VINCENZO.
DUE CONVENTI DOMENICANI A SORRENTO
di Luigina de Vito Puglia*
L’ Ordine di S. Domenico anivò a Sorrento intorno a l 1497, quando l’ Arcivescovo
Menelao De Gennaro ( 1493-150 I) e il Capitolo sorre ntino decisero
di invitare alcuni padri del convento napoletano di S. Pietro Martire,
affinché tenessero predi cazioni e corsi di catechesi ne ll a città. 1 Probabilme
nte, solo dopo aver ri scontrato il favore della popolazione a un duraturo
insediamento domenicano, fu presa la decisione di affidare loro la gestione
della piccola chiesa di Casarlano, distante c irca un mig lio dalla città.
Santa Maria di Casarlano
La Chiesa sorge ancora oggi isolata, in posmone incantevole, tra le
verdeggianti pendici dell’omonima col I ina soprastante Sorrento. La sua storia
è ri cca quanto complessa ma, talvolta, è stata ricostruita in modo inesatto e
oscuro soprattutto a causa de lla scarsezza di testimonianze. Come per molti
alai edific i religiosi, anche per questa chiesa mancano documenti anteriori
al 1558, quando gli archivi della curia arcivescovile e di diversi istituti rel igiosi
furono dis trutti nel sacco di Sorrento ad opera de i saraceni. Fortunata-

36 LUIGINA DE VITO PUGLIA
mente alcune vicende si possono chi arire grazie a due manoscritti e un testo
a stampa conservati a Casarlano, che con grande disponibilità il parroco
don Antonino Gargiulo mi ha permesso di consultare.2
La chiesa, in posizione a11etrata rispetto alla strada carrozzabile, prospetta
su un ampio sagrato delimitato sulla sinistra dalla canonica e sulla
destra dal campanile. La massiccia torre a pianta quadrata, che si sviluppa
su tre registri, fu eretta certamente dopo il 188 I sopra il locale una volta
adibito a sacrestia. A quell ‘ epoca, infatti, esisteva solo un campanile di piccole
dimensioni con due campane.3 La facciata è coronata lungo gli spioventi
da archetti rampanti e da un piccolo rosone che, con discrezione, arri
cchi sce l’imponente pronao ad arcate su pilastri, costruito nel 1946. La
porta si apre con arco a tu tto centro lunettato.
Sebbene sia stata nel tempo più volte rimaneggiata, la chiesa si configura
ad aula unica, apparentemente asimmetrica per la presenza di una navata
laterale. Il presbiterio, sormontato da una cupola estradossata, è delimitato
da un arco poggiante su colonne binate con capitelli di stile composito.
Originariamente la copertura della nave dovette essere a capriate a vista,
solo in seguito nascoste da un soffitto piano intavolato, intelato e decorato.

Con l’erezione a Parrocchia nel 1620 si provvide ad installare un Fonte
battesimale, sostituito nel marzo 1790 da quello seicentesco proveniente
dalla Chiesa dei SS. Prisco ed Agnello, che il Parroco aveva acquistato per
18,50 ducati.5~~” t~~ -~ ,…..,’:~ e.o
Pianta della Chiesa di Casarlano ( 1881 ).
le mllra: chiese e cappelle, Quaderno 9, a cura dell’Assessorato ai BB. CC. del Comune di
Sorrento, l 982, p. 57.

Per rende re la chiesa più omogenea, negli anni 1860-70 i tre archi di
di visione tra le due navate furono tompagnati e gli ambienti rimasero in
comunicazione solo dall ‘altare maggiore e dalla sacrestia.6 Stando alla relazione
del pa rroco Giu seppe di Majo, nel 1881 la chiesa era abbozzata a
ru stico fin o al presbi tetio, ad ordine composito e mancante ancora di stucco
e capitelli alle colonne, col pavimento d i anti chi mattoni ed un rustico pulpito
sulla destra. Ai lati della navata grande vi erano due altari marmorei,
che in precedenza erano stati in legno. Quello di sinistra era dedicato a
Maria Immacolata e quello di destra a S. Valeri o. Sull’altare in legno nella
navata laterale, dove poi trovò sede l’Oratorio del Monte del SS. Sacrame
nto sotto la tutela dell ‘Immacolata Concezione,7 e ra invece posta la
Madonna del Rosari o. I domenk ani probabilmente, fin dal Joro atTivo a
Casarlano, promossero l’ istituzione di una Confraternita del SS. Rosario,
che fu però riconosciuta ufficialmente solo nel 1636.8
La sala oggi adibita a sacrestia presenta una volta a vela unghiata che
forse, sotto Ja scialbatura che oggi la ricopre, potrebbe r isultare affrescata.
Da questo locale si accede ad un corridoio e quindi ad una scala a chiocciola
che conduce a lla sottosta nte cr ipta, costituita da più ambienti in tercomunicanti
che seguono la lunghezza della navata maggiore. Per lungo tempo
la c ripta fu ad ibita a sepolcreto e ancora si notano i sedili in pietra dove
venivano coJJocati i cadaveri.
Gli importa nti interventi di restauro esegui ti agli inizi del 1990 hanno
resti tuito a li ‘ antica bellezza laffresco sul!’ altare maggiore, a vendo lo liberato
da tutte le ridipinture successive, e hanno riportato alla luce ne l.la navata
laterale volte a crociera, archi a tutto sesto, paraste e lesene in tufo dai
decorativi capitelli, intagliati con i classici motivi a foglia e a volu te. S i è
scope rto anche un grande affresco che r icopre tutta la seconda campata
della navata laterale. Purtroppo la pittura è assai guasta e la parte infe1iore,

a causa delle infiltraz
ioni d i
umidità, è praticamente
scomparsa.
In alto, ai
lati della fi nestra
ad arco, si possono
ancora vedere
d ipinti il
sole e la luna
antropomorfi.
Al centro si r iconosce
una figura
f emminilc
col Cristo deposto,
secondo alcuni
la Madonna.
A mio parere
potrebbe trattarsi
di S. Cater
ina da Siena, la
suora dome nicana
canonizzata
nel 146 1,
mentre sorregge
il Cristo e riceS.
MARIA DI CASAR.lANO ES. llNCENZO 39
ve le stimmate Come si presentava l’tiUi·esco pri1110 del restauro del 1990.
alle mani. A de- · d.
stra s. Agnel lo che impugna lo stendardo della fede, mentre rl santo J
sinistra non è ben identificabile.9

Le scarse notizie circa la fondazione di questa chiesa risalgono ai primi
decenni del 1400. Si tratta di un racconto anonimo di antica memori a, un misto
di leggenda e credulità, che nan·a del ritrovamento di un ‘ immagine della Beata
Vergine. Sarebbe stata la Madonna stessa ad indicare, ad una fanciulla che
pascolava la sua mucca, il luogo preciso dove si sarebbe dovuto scavare per
recuperare una sua icona. La ragazza non credette subito alla misteriosa appaiizione,
ma in seguito si confidò con il padre che trovò, così come era stato
predetto, l’immagine del la Madonna. 10 La notizia del prodigioso rin venimento
ben presto si diffuse e il luogo divenne meta di pellegrinaggi, preghiere e speranze.
Per custodire l’immagine recuperata, intorno al 1425, gli abi tanti dei
casali colli nari (Casarlano, Casola, Lavatmo, Cesarano e Baranica) e di altii
paesi ancora eressero con le loro elemosine ed oblazioni una chiesa che fu, a
futura memoria dell’evento, dedicata a Maria SS.ma. 11
Sempre secondo la tradizione popolare, ripetuta anche da padre Bonaventura
Gargiulo, «apparve dipinta a fresco sopra un muro concavo l’imagine della
SS. Vergine, la stessa che, secata, fu posta ove oggi venerasi dai fedeli»12 in
una nicchia sull’altare maggiore. La Madonna incoronata assisa in trono mantiene
nella destra un bastoncino con all ‘apice tre rose e soITegge sulle ginocchia
il Figlio, il quale con una mano benedice e con l’altra tiene il libro sacro. A
sinistra si vede S. Pietro che regge le simboliche chiavi d’oro. Sulla destra si
riconosce ancora il Battista che stringe ne lla sinistra un cartiglio in cui si di sti nguono
poche lettere (ECCE ANVS DEI Q .. T. .) della nota frase evangelica
Ecce agnus Dei, ecce qui tollit peccata mundi (Giovanni I, 29). Ai piedi del
trono, a sinistra, compare una piccola figura in venerazione della Vergine, forse
la fanciulla che fu testimone del miracoloso ritrovamento oppure un donatore.
Poiché secondo la tradiz ione l’ immagine ri trovata raffigurava la sola
Madonna, si potrebbe pensare che, collocato l’affresco nella nicchia oppor-

tu namente creata, 111
seguito furono dipinte
le altre figure. Questa
ipotesi è però smentita
dai rilevamenti compiuti
durante il restauro
del ‘90.13 Gabriella
Russo mi ha ri ferito
che Io strato preparatorio
no n presentava
fessurazioni ma vi erano
sostanziali differenze
di materiali e discontinue
stesure del-
1′ arriccio nelle zone
dei due santi e de lla
figurina ai piedi del
trono. Ciò lascerebbe
supporre una realizzazione
in epoche d iverse
da parte di più autori.
Ha inoltre riscontrato
la presenza di altri
strati pittorici più an-
S. MARIA DI CASARLANO ES. VINCENZO 41
La “Madonna di Casarla110” dopo il restauiv.
tichi sotto quell o attuale, che farebbe ipotizzare un rifacimento quattrocentesco
di un preesistente affresco. Secondo Ida Maietta la Madonna potrebbe
essere opera d i un seguace di Lei lo da Orvieto.
Tralasciando l’ aneddoto popolare, si può affermare che il dipinto, dai
colori vivaci e decisi, potrebbe risalire agli inizi del secolo XV. Solo molto
più tardi furono dipinti due angeli, di modesta fattura, nella zona immedia-

tamente sopra l’ incavo ma all’ in te rno delle corni ci di marmo che circondano
la nicchia.
Qualunque s ia stato il motivo per cui si eresse una chiesa a Casarlano, è
certo che ciò avvenne grazie all’ intervento finanziario di più persone. Una
versione riferisce che tra coloro che vi si recarono in pellegrinaggio ci fu
anche la regina Giovanna II d’ Angiò-Durazzo,14 la quale promosse la costruzione
de lla chiesa e quella di un annesso convento. 15 Un’altra ritiene
che la sovrana cedette la sua abitazione, che si trovava proprio nei pressi
dell’erigenda chiesa, per farla trasformare e adibire a cenobio.16
Ad avvalorare questa ipotesi interviene lo storico Riccardo Filangieri di
Candida, il quale sostiene che la sovrana fin dal 1423 amava trascorrere
brevi periodi di vacanza a Castellammare ed a Sorrento, dove aveva un
palazzo presso la Granc ia di Casarlano, perché affascinata dalla bellezza
dei luoghi. A Sorrento successe Massa come sua dimora prediletta.17 Da
parte mia, invece, ritengo che la tradizione orale abbia confuso la res idenza
di Massa, trasformata in convento due secoli dopo la sua costruzione, con
l’abitazione di Casarlano, di cui non si è tramandata l’esatta ubicazione.
Secondo un’altra antica tradizione, riportata nella Visita Pastorale eseguita
nel 1650 dal! ‘ Arcivescovo Antonio del Pezzo, la regina Giovanna II
avrebbe concorso alla costruzione della chiesa con la donazione delle travi

il tetto. Si legge infatti: «Ecclesia supponitur extructa tempore Regina:
Jovanme anno 1425, ex quo trabes sustinentes tectum molis non communis,
est traditio, eas fuisse elargitas a prcefata Majestate».18
Appare più attendibile lo storico sorrentino Donnorso, il quale menziona
un Giovanni e un Pietro Anunone che «essendo Cavai ieri molto ricchi
edificarono la Chiesa della SS. Annunziata in SotTento de’ Padri Agostiniani,
ed anco per la lor gran p ietà edificarono la Chiesa e il Convento di S. Maria
di Casarlano de’ Padri Domenicani in detta Città». 19 Secondo il Capaccio,
«quei due famosi fratelli, Giovanni e Pietro [ .. . ] approdati dalla Gallia sulla
costa di SotTento carichi di ricchezze al punto da pesare le perle con la
bilancia decisero di dover abitare lì. Si dice inoltre che Giovanni fu duce di
cavall i e che Pietro fosse il suo luogotenente nella vita militare».20 Dal
Manfredi Fasulo si deduce che il primo morì nel 1412 e l’altro nel 1425.21
Gli Amrnone appartenevano a una delle famiglie patrizie più antiche e ricche
di Sorrento. Avevano infatti molte proprietà e alcune erano nella frazione
di Casarl ano, come la masseria detta ‘Le case nove’ e quella detta ‘S.
Maria’. Inoltre parte della ‘masseria di Vincillo Galano’ faceva parte del
Monte degli Ammone.22
Appare allora probabile identificare S. Pietro e il Battista dell’affresco
sull ‘ altare maggiore come i santi protettori dei due fratelli Ammone che
tanto contri buirono alla fondazione del la chiesa. La figura in preghiera potrebbe
rappresentare il devoto Pietro, o la sua anima, dato che egli morì nel
1425. Si potrebbe ipotizzare inoltre che la regina Giovanna Il volle onorare
il suo insigne e fede le condottiero contribuendo alla costruzione della chie-

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