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Implantologia dentale: che cos’è e quali vantaggi apporta

L‘implantologia si è fatta strada sulla scena odontoiatrica a partire dagli anni ’80 ed è riuscita ad diventare, in breve tempo, una vera e propria specialità. Infatti, ciascun momento di tale tecnica è stato soggetto a studi e ad approfondimenti, al fine di riuscire a conseguire risultati sempre migliori. Di fatto, l’implantologia è quella branca dell’odontoiatrica che ha come intento quello di sostituire gli elementi dentali persi attraverso l’impiego di presidi chirurgici, in grado di supplire alla mancanza delle radici naturali dei denti.

Di fatto, la perdita dei denti naturali è sempre stata per l’uomo un evento estremamente invalidante, sia dal punto di vista funzionale che estetico. Prima dell’avvento dell’implantologia dentale, i pazienti potevano contare su protesi fissate ai denti contigui a quelli mancanti. Tale intervento, tuttavia, si dimostrava, il più delle volte, demolitivo, in quanto era necessario provvedere alla limatura dei denti sani, per favorire l’accoglimento delle corone che avrebbero sorretto il dente mancante.

Nel caso in cui, invece, non fosse stato possibile procedere con delle protesi fisse, per sostituire i denti mancanti, venivano applicate protesi mobili parziali o totali. Fortunatamente, tali apparecchio attualmente stanno pian piano scomparendo e questo grazie ai numerosi progressi che sono stati attuati nel campo della prevenzione delle carie dentarie e delle parodontopatie, che hanno diminuito la perdita di denti. Tuttavia, molto è dovuto anche all’implantologia, che ha permesso una sostituzione efficace dei denti mancanti, evitando, come accadeva in passato, il deleterio coinvolgimento dei denti integri.

I vantaggi degli impianti dentali

Gli impianti dentali garantiscono numerosi vantaggi, tra i quali si può ricordare:

  • la preservazione dei denti naturali adiacenti, diversamente dai ponti;
  • la possibilità di sostituire uno o più denti, fino all’intera arcata, andando a ricoprire perfettamente tutte le funzionalità, dal lato estetico alla masticazione;
  • il tasso di successo riscontrato è molto alto (circa del 99,9%);
  • la possibilità di ottenere denti uguali a quelli naturali, sia per caratteristiche che per funzionalità;
  • la garanzia di una perfetta stabilità e della prevenzione dell’artrofia;
  • l’assenza di infiammazioni a livello delle gengive, generate dalle protesi mobili;
  • l’elevata durata nel tempo.

Tipi di impianti dentali

L’impianto dentale si compone di tre parti: fixture, la parte che si inserisce nell’osso, abutment, la parte di raccordo che serve a fissare la corona protesica all’impianto inserito, e corona, un manufatto protesico che va a sostituire la corona naturale. Per quanto riguarda la forma, attualmente, la più utilizzata è quella cilindrica o tronco conica, che richiama quella della radice naturale del dente. Tale fixture presenta filettature, che ricordano quelle di una vite e che hanno lo scopo di aumentare la superficie di contatto con il tessuto osseo e di favorire il processo di osteointegrazione.

Di recente, è emerso anche che l’impiego di abutment con diametro minore rispetto alla fixture inserita nell’osso crea una maggiore adesione della gengiva all’impianto. Il materiale più impiegato per gli impianti è il titanio, il quale, però, nel tempo si è dimostrato poco adatto, in quanto è resistente e presenta una buona affinità con l’osso, ma non con le gengive. Inoltre, la placca ed i batteri vi aderiscono con facilità, il che porta ad infiammazioni che possono scatenare perimplantite, che, a sua volta, causa la corrosione del metallo.

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