Le notizie dal territorio

Informazione Pubblicitaria

Cosa fare e a chi rivolgersi quando il test HIV risulta positivo

Una serie di utili consigli nel caso in cui un test HIV risulti positivo, con i passi da seguire e i riferimenti da contattare per il giusto supporto.

Un concetto dovrebbe essere chiaro a tutti: il virus dell’HIV (dall’acronimo inglese Human Immunodeficiency Virus – virus dell’immunodeficienza umana) non discrimina nessuno per la sua razza, l’orientamento sessuale, lo status sociale o per la sua posizione geografica: tutti possono essere contagiati quando non viene fatta un’adeguata prevenzione.

Dopo un sospetto contagio, l’unico modo per scoprire se il virus ha attaccato l’organismo è tramite un test HIV. Questo rivela non il virus stesso, ma gli anticorpi che sono stati creati da chi è stato infettato. Per avere un risultato certo, è consigliato aspettare da uno a tre mesi prima di sottoporsi all’esame.

Se il test HIV risulta positivo, vuol dire che l’organismo ha iniziato a lottare contro il virus dell’immunodeficienza umana ed è importante per questo iniziare a muoversi per aiutarlo nella lunga guerra contro l’HIV.

Il primo passo da fare: assicurarsi dell’affidabilità del test HIV

Molte persone che non hanno ancora fatto un test HIV, probabilmente non sono a conoscenza che esistono altri metodi oltre il tradizionale prelievo in un centro analisi. Da qualche anno infatti si possono ordinare online (o comprare in farmacia) dei kit appositi che permettono di autotestarsi per l’HIV a casa propria, con un semplice prelievo di una goccia e alcuni reagenti in dotazione al kit stesso.

Purtroppo esistono in commercio anche molti prodotti non affidabili, quindi è necessario fare attenzione a ciò che è stato acquistato. In generale la raccomandazione principale è di comprare un test HIV con marchiatura CE, come quello che si trova su www.testhivcasa.com, per assicurarsi l’affidabilità del test stesso.

Una volta che il test risulta affidabile e il risultato è positivo, è necessario rivolgersi a un medico possibilmente esperto in terapie antiretrovirali, che potrebbe consigliare di fare il classico prelievo di sangue per togliere ogni dubbio.

La maggior parte dei test HIV comunque, non dà falsi positivi, ma, al massimo, può non segnalare la presenza del virus anche ove presente (falso negativo, soprattutto nel ‘periodo finestra‘).

È il momento di prendersi una pausa

Una volta accertato che il test HIV è positivo è il momento di prendere in mano la propria salute. Ma, prima di tutto, è necessario concentrarsi un momento su se stessi. Le persone possono reagire ognuna in maniera differente, ma in comune spesso hanno una sensazione: quella di essere sole.

Non è così in realtà, ma inizialmente è piuttosto normale sentirsi persi, confusi, spaventati. Per questo è necessario prendersi una pausa da tutto per, prima di tutto sfogarsi, poi pensare con calma a come muoversi e a chi rivolgersi per avere il giusto sostegno. Oggi una diagnosi di HIV non è una condanna a morte e, nonostante la paura iniziale, si possono trovare moltissime testimonianze di persone sieropositive da anni che conducono una vita relativamente normale.

Questa è la fase in cui si devono prendere i contatti con gli esperti

Dopo un normale periodo di sfogo e una pausa di riflessione, è necessario iniziare a cercare un medico che possa prescrivere la terapia antiretrovirale adeguata. Esistono delle associazioni (centri LILA) che lottano contro il virus dell’HIV e che possono aiutare a trovare tutti gli specialisti e le informazioni di cui si può avere bisogno in questa fase iniziale.

Online si può inoltre trovare molto sostegno sia in gruppi appositi sui social network, sia in forum creati espressamente per lo scambio di pensieri e opinioni di persone sieropositive. La sensazione di essere da soli pian piano svanisce. Solo in Italia le persone che lottano con il virus dell’HIV sono oltre 140 mila.

Riflettere e pensare a se stessi fa parte di una terapia

Una volta presi i primi contatti e dopo aver parlato con un medico è il momento di concentrarsi nuovamente su se stessi e di creare un rapporto molto profondo con il proprio organismo. La terapia medica è importante, ma è altrettanto fondamentale ascoltare il proprio corpo.

Trovare il tempo per fare un’attività rilassante, come lo yoga, la meditazione o anche uno sport dove sfogare i momenti di rabbia, è altrettanto utile alla terapia perché libera da uno stress che solitamente è nemico del sistema immunitario.

Prendersi un momento per se stessi non è una fase che deve riguardare solo i primi attimi post diagnosi tramite test HIV. Un ritaglio di tempo da dedicare a se stessi in maniera costante nel tempo è uno dei più bei regali che un sieropositivo (e non solo!) può farsi.

Inizia la nuova vita da consapevoli

Non conoscere il proprio stato di salute è sicuramente peggio dell’essere finalmente consapevoli della propria sieropositività. Chi oggi riceve la diagnosi di HIV non è così sfortunato come se si fosse ammalato 20 o 30 anni fa. La convivenza con questo virus è infatti possibile, a patto di continuare a seguire la terapia prescritta e di mantenere la carica virale dell’HIV ‘non rilevabile’ (quindi bassa).

Ovviamente, anche se ormai non è più considerata una malattia mortale, è comunque una condizione cronica a vita e non è detto che sarà sempre tutto rose e fiori. Ciononostante, quando si è in cura, è possibile avere rapporti normali con gli altri, sia a livello sociale che sessuale.

È quasi impossibile infatti trasmettere il virus quando la propria carica virale è non rilevabile. Questo vuol dire che, anche se il virus dell’HIV non potrà mai essere completamente sconfitto, la maggior parte dei sieropositivi sotto terapia (che inoltre si prende cura del proprio corpo e mente) può condurre una vita relativamente sana e normale.

Più informazioni su

Commenti

Translate »