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Cosa fanno i sacerdoti? La missione dei preti e il ruolo all’interno della società

Cosa fanno i sacerdoti? Perché esistono i preti? Qual è il loro ruolo all’interno della società italiana e della Chiesa? Da sempre, i laici – e in particolare coloro che non frequentano assiduamente la Chiesa – si interrogano sul servizio presbiterale, cioè quello esercitato dai sacerdoti nella quotidianità.

Nonostante in Italia siano migliaia i preti distribuiti sul territorio impegnati in missioni tra loro diverse ma riconducibili alla stessa matrice – quella, cioè, di farsi predicatori di Dio e pastori per i fedeli -, intorno alla figura del sacerdote aleggia ancora parecchia confusione.

In questo articolo proveremo ad entrare nel merito della questione, soffermandoci sugli obblighi che i presbiteri hanno nei confronti della Chiesa e del popolo cristiano.

Il sacerdote nella religione cristiana

Per la religione cristiana, la figura del sacerdote è una delle più importanti all’interno della gerarchia ecclesiastica, in quanto rappresenta il simbolo della presenza di Dio all’interno della comunità. Stando ai testi sacri, il sacramento dell’Ordine venne istituito da Gesù e, una volta ordinato, il prete diviene personificazione di “Cristo stesso che è presente alla sua Chiesa in quanto Capo del suo corpo, Pastore del suo gregge, Sommo Sacerdote del sacrificio redentore, Maestro di verità”.

Come riporta il Catechismo della Chiesa Cattolica, “in virtù del sacramento dell’Ordine i sacerdoti partecipano alla dimensione universale della missione affidata da Cristo agli Apostoli. Il dono spirituale che hanno ricevuto nell’ordinazione non li prepara ad una missione limitata e ristretta, bensì a una vastissima e universale missione di salvezza, «fino agli ultimi confini della terra» (At 1,8), «pronti nel loro animo a predicare dovunque il Vangelo»”.

 

La missione del sacerdote nella società: sostegno e carità

La vocazione presbiterale si traduce in questo senso in una vera e propria missione verso il prossimo, un impegno reale che si concretizza in opere di umanità e solidarietà.

Accanto al compito canonico di condurre le funzioni liturgiche, ossia di celebrare la messa a seconda della ricorrenza specifica (messa della domenica, messa per il Battesimo, messa della notte di Pasqua o della vigilia di Natale, etc…), infatti, il sacerdote può essere considerato colui a cui sono affidate le cure dei fedeli. Non solo spirituali.

Nello specifico, si parla di “missione comunionale”, con cui si esprime il concetto di una Chiesa che non rimane chiusa in sé stessa, ma al contrario entra attivamente nelle dinamiche del mondo. Ed è per questo che ogni giorno i preti lavorano per migliorare la vita agli altri, facendosi guida spirituale e aiuto fisico.

Lo si può vedere nei centri di accoglienza, nelle mense per i poveri, nelle case di chi è anziano o nelle stanze in cui trovano ricovero i tossicodipendenti o i carcerati. Ma anche in strada, nelle frasi di rifiuto alla mafia o nelle rivolte a promozione della giustizia sociale.

È nell’esercizio della carità, infatti, che si concretizza la vocazione del prete, nella costante urgenza di dare voce agli emarginati, ascolto agli indesiderati, cure agli ammalati e sostegno a quanti rimangono esclusi dalle logiche del mondo.

 

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