In ricordo di Georges Vallet a 100 anni dalla nascita. diretta video

Articolo aggiornato dagli inviati di Positanonews con video, interviste ,foto e diretta dell’evento.

DAL POST DELL’ARCHEOCLUB LUBRENSE

Georges Vallet, archeologo, accademico di Francia, studioso delle città della Magna Grecia, membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei, è legato alla città di Augusta, in provincia di Siracusa, e alla Penisola Sorrentina: i cittadini di entrambe le realtà, per onorarne la memoria e i meriti, gli hanno dedicato rispettivamente la Biblioteca comunale e il Museo archeologico territoriale. Georges Vallet, dopo aver scelto come residenza Massa Lubrense, è stato un punto di riferimento per la vita culturale massese e per gli studi archeologici sul territorio peninsulare. Amico di molti uomini di cultura di qualche lustro fa, ha lasciato in ognuno traccia indelebile del suo amore per il mondo antico e per Massa Lubrense, tanto da scegliere il cimitero di San Liberatore come luogo della sua sepoltura.

Domani (4 marzo), per ricordarlo a 100 anni dalla nascita, ci ritroveremo alle ore 16:00, presso il nicchiario del cimitero di San Liberatore di fronte a Capri, che custodisce le sue spoglie, per deporvi un serto di fiori. Nello stesso momento, ad Augusta, l’Archeoclub locale inaugurerà il convegno “Ricordando Georges Vallet: Megara Hyblaea, dal sito alla città dalla città al sito”.
Georges Vallet e Massa Lubrense.

Fin dal 1980 Georges frequentava la nostra terra. […]

Tra i mille impegni, le cariche, gli studi, gli scavi, accettò senza esitazione di partecipare all’Operazione Conoscenza, programmata ed attuata dalla nostra sede dell’Archeoclub nell’ambito dei ‘Progetti di utilità collettiva’ finanziati dal Ministero del Lavoro, diventandone uno dei cardini fondamentali.

Per noi era una guida sicura, saggia ed esperta, capace di catalizzare l’attenzione dell’uomo della strada, dell’uomo di scienza o del politico distratto. Il lavoro degli oltre 100 ragazzi coinvolti nell’iniziativa fu un successo che venne consacrato da una bellissima mostra e da un convegno in cui non mancò – caso eccezionale!- nessuno. Presenti tre soprintendenti in persona (De Caro, De Cunzo e Spinosa), il Ministero dei BB.CC. e AA. nella persona del Vice Direttore Generale, Sante Serangeli, grandi studiosi ed appassionati, il console di Francia a Napoli, politici e cittadini.

Era l’effetto Vallet! Che aveva una capacità straordinaria, quando si rapportava ai ragazzi: riusciva ad entrare in sintonia con chiunque. Riusciva ad immaginarsi e a far immaginare agli altri la vita quotidiana nelle città della Magna Grecia, a Megara Iblea o a Pompei, di Neapolis e Surrentum. Riusciva ad essere, insomma, l’interprete e testimone fedele di’“Umanità”, quella del semplice vasaio come del pescatore, del fabbro come del contadino di due o tremila anni fa.

Indimenticabili erano le varie escursioni sui luoghi mitici della terra lubrense, che per noi e per i giovani che partecipavano diventavano un momento magico. In compagnia anche di Tapsos, il suo affezionatissimo cane, raggiungevamo Punta Campanella, Fossa Papa, San Costanzo, il Deserto. Si esaminavano le tante ipotesi formulate nel tempo ed accanto a noi si aggregavano man mano, attraverso le sue parole, Benito Iezzi, la Zancani, Don Saverio, il Giudice Galasso, il dott. Maldacea.

Conclusa l'”Operazione Conoscenza” Georges aderì al nostro Archeoclub e intensificò la sua permanenza in zona fino a chiedere la residenza massese.

Egli, nato a Pierreclos (Saône-et-Loire) il 4 marzo 1922, morì, dopo una breve ma inesorabile malattia, a Saint-Symphorien d’Ancelles (Saône-et-Loire) il 29 marzo 1994. La salma giunse alle 02 di notte del giorno successivo nella ex Cattedrale di Santa Maria della Grazie a Massa Lubrense dove erano ad accoglierlo Don Peppino e l’intero nostro Archeoclub. Dopo la benedizione della salma ci si raccolse tutti in una commovente preghiera per la sua anima benedetta.

Come ricordarlo oggi? Georges ci avrà anche insegnato ad usare più metodo nello studio delle cose antiche, ci avrà anche fornito delle piste per continuare le ricerche, ci avrà anche aperto le porte di istituti scientifici, Università e Soprintendenze; ma quello che più conta è che, al di là dell’archeologia, quelle sacre reliquie che riposano nel cimitero di San Liberatore, vicino a quelle di Benito, di Saverio e di Don Peppino, ci invitano ad altro, ad amare di più gli uomini perché il primo Bene Culturale è l’Uomo.

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