Gli inviati di Positanonews e Positanonews TV, con una lunga diretta hanno coinvolto i lettori in questo particolare evento titolato “restituzione degli affreschi”, ma che in effetti assurgeva ad un valore intrinseco molto più alto. E’ vero , si della importante operazione di recupero da parte dei Carabinieri, ma è anche vero che questo è il primo evento in presenza , e che presenze , dopo il Covid. La partecipazione di personalità di spicco del mondo dell’archeologia Campana, come Carlo Rescigno. Domenico Camardo, Luana Toniolo, Gabriel Zuchtriegel, Massimo Osanna e tantissimi altri, pone questa giornata in una dimensione oltre. Qui, nella Reggia della Quisisana iniziò il rapporto con Massimo Osanna e il Parco Archeologico dio Pompei, con la promessa che sarebbe diventato un museo, e così è stato.Qui si sono incontrati in pubblico per la prima volta dopo il Covid i due direttori di Pompei, quello uscente Osanna e quello in carica Zuchtriegel.
L’alternarsi delle varie autorità al microfono ha prodotto un messaggio unico e forte, lotta ai tombaroli e all’illegalità e adoperarsi per la valorizzazione.
Reggia di Quisisana – 18 maggio
CERIMONIA DI RESTITUZIONE DI FRAMMENTI DI AFFRESCHI
TRAFUGATI DALLE VILLE DI STABIA E DA CIVITA GIULIANA (POMPEI)
Tre frammenti di affreschi parietali del I sec. d.C. provenienti dalle Ville di Stabia, recuperati grazie all’azione del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (Nucleo di Monza), sono stati restituiti al Parco Archeologico di Pompei, martedì 18 maggio 2021 presso il Museo Archeologico Libero D’Orsi di Castellammare di Stabia (NA).
Alla cerimonia ufficiale sono intervenuti:
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Massimo Osanna, Direttore Generale dei Musei – Ministero della Cultura
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Gabriel Zuchtriegel, Direttore Generale del Parco Archeologico di Pompei
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Gaetano Cimmino, Sindaco della Città di Castellammare di Stabia
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Laura Pedio, Procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Milano
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Roberto Riccardi Generale di Brigata, Comandante dei Carabinieri Nucleo TPC
E per il Parco archeologico di Pompei le responsabili della Reggia di Quisisana, Maria Rispoli e delle Ville di Stabia, Silvia Bertesago e la responsabile dell’ufficio tutela, Anna Onesti, assieme a una rappresentanza per il Nucleo TPC di Monza guidata dal Lgt.c.s. Raffaele Adorante.
Nella stessa circostanza, inoltre, alla presenza di:
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Nunzio Fragliasso Procuratore della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torre Annunziata (NA)
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Pierpaolo Filippelli, Procuratore Aggiunto della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torre Annunziata (NA)
e del Magg. Giampaolo Brasili per il Nucleo TPC di Napoli
sono stati restituiti altri tre frammenti di affresco (I secolo d.C.) asportati dalla villa suburbana di Civita Giuliana, fuori le mura di Pompei.
I FRAMMENTI DI STABIAE
Gli affreschi, provenienti da pareti decorate di Villa Arianna e Villa San Marco di Stabia erano stati trafugati verosimilmente a partire dagli anni Settanta del secolo scorso ed esportati illecitamente.
Gli accertamenti, a cura del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Monza, avviati nel luglio del 2020 nell’ambito di una più ampia attività investigativa finalizzata al contrasto del traffico illecito internazionale di beni archeologici, avevano portato al sequestro dei preziosi reperti.
Le conseguenti indagini esperite hanno permesso di verificare che i beni, non presenti nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti – il più grande database di opere d’arte rubate al mondo – erano stati acquistati negli anni Novanta da antiquari statunitensi, elvetici ed inglesi.
Già a partire dalla metà del settecento, su decisione di Carlo III, Re di Napoli, furono avviati gli scavi, tra le altre, delle citate Ville. Gli affreschi più significativi emersi vennero staccati ed opportunamente custoditi, per poi giungere nel Museo Nazionale Archeologico di Napoli dove oggi si trovano. Le ville furono poi interrate e nuovamente esplorate negli anni ’50 e ’60, su iniziativa di Libero D’orsi, cui è dedicato oggi il Museo.
I beni, la cui autenticità e provenienza è stata appurata grazie alla collaborazione dell’ufficio tutela e dell’ufficio scavi di Stabia del Parco Archeologico di Pompei, su disposizione del Dipartimento VII della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano che ha diretto le indagini, sono stati restituiti allo Stato.
I FRAMMENTI DI CIVITA GIULIANA
Gli altri frammenti restituiti provengono invece dalla villa suburbana in località Civita Giuliana, a nord di Pompei – fuori le mura della citta’ antica – dove nel 2017 è stato avviato un cantiere di scavo, grazie all’operazione congiunta tra il Parco Archeologico di Pompei e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata per arrestare l’attività degli scavatori clandestini. A questa prima collaborazione ha fatto seguito un Protocollo d’Intesa sottoscritto nel 2019 finalizzato al contrasto delle attività illecite a danno del patrimonio archeologico.
I frammenti erano pertinenti ad un ambiente scavato nel 2020 dal Parco Archeologico di Pompei, dove fu rinvenuto anche il graffito di Mummia, che ha fornito indicazioni sui possibili proprietari della villa. Tutto l’ambiente presenta una raffinata decorazione in III Stile con tre pannelli a fondo nero scanditi da candelabri databile tra il 35 e il 45 d.C.
Il ritrovamento dei reperti trafugati è avvenuto nel corso degli accertamenti avviati nel luglio del 2012 dai militari del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, nell’ambito di una complessa attività di indagine nei confronti di un sodalizio criminale dedito allo scavo clandestino ed alla ricettazione su territori nazionale ed internazionale di beni archeologici.
“La restituzione odierna dei frammenti di affreschi delle ville romane di Stabia e di Civita Giuliana alla Direzione del Parco Archeologico di Pompei costituisce un ulteriore tangibile dimostrazione della proficua collaborazione tra detta Direzione e l’Autorità Giudiziaria. – dichiara il Procuratore Nunzio Fragliasso
In questi anni la Procura della Repubblica di Torre Annunziata ha sempre tenuto alto il livello di attenzione per la tutela dell’immenso patrimonio archeologico presente nel territorio di propria competenza.
In questo contesto si colloca il protocollo sottoscritto nel 2019 da questa Procura con il Parco Archeologico di Pompei, che rappresenta un vero e proprio accordo “pilota” nel campo della sinergia tra le Istituzioni per la salvaguardia del patrimonio artistico nazionale e che si è rivelato uno strumento formidabile per restituire alla collettività reperti e testimonianze di eccezionale valore storico e culturale, contrastando l’azione criminale di soggetti che per anni si sono resi protagonisti di un sistematico saccheggio dell’inestimabile patrimonio archeologico custodito nell’area della villa suburbana di Civita Giuliana.