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Positano e Piano di Sorrento le grotte La Porta, del Mezzogiorno e dell’Erica qui le tracce dell’Uomo della Preistoria

10 giugno 2025 | 17:25
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Positano e Piano di Sorrento le grotte La Porta, del Mezzogiorno e dell’Erica qui le tracce dell’Uomo della Preistoria

Positano e Piano di Sorrento le grotte La Porta, del Mezzogiorno e dell’Erica qui le tracce dell’Uomo della Preistoria. Potrebbe diventare un percorso culturale e ambientale di grande interesse, Positanonews ne sta parlando da anni, dalla perla della Costiera Amalfitana, la grotta “La Porta” sulla SS 163 poco dopo il bivio della Sponda verso Praiano e Amalfi , nei pressi della ferramenta Casola, poi altre grotte verso la Penisola sorrentina nell’area carottese, dove, ricordiamo, alla Trinità è stato trovato anche l’insediamento più antico della Penisola sorrentina, avendone già parlato ci è piaciuto molto il post dell’associazione
𝗧𝗿𝗮 𝗖𝗼𝗻𝗰𝗵𝗶𝗴𝗹𝗶𝗲, 𝗙𝘂𝗼𝗰𝗵𝗶 𝗔𝗻𝘁𝗶𝗰𝗵𝗶 𝗲 𝗦𝘁𝗿𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗣𝗶𝗲𝘁𝗿𝗮: 𝗟𝗲 𝗣𝗿𝗶𝗺𝗲 𝗧𝗿𝗮𝗰𝗰𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗨𝗼𝗺𝗼 𝗮 𝗣𝗶𝗮𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗦𝗼𝗿𝗿𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗲 𝗶𝗻 𝗣𝗲𝗻𝗶𝘀𝗼𝗹𝗮 𝗦𝗼𝗿𝗿𝗲𝗻𝘁𝗶𝗻𝗮.
Spesso passeggiando tra i sentieri della nostra costa o guardiamo il mare da una terrazza, senza immaginare che, migliaia di anni fa, qualcun altro guardava lo stesso orizzonte: un uomo preistorico, cacciatore, pescatore, rifugiato in una grotta scavata nella roccia.
In questo post vi portiamo alla scoperta di tre grotte straordinarie del territorio di Piano di Sorrento, testimoni silenziose di una presenza umana antichissima: la Grotta dell’Erica, la Grotta del Mezzogiorno e la Grotta della Porta.
Siti poco conosciuti, ma fondamentali per comprendere le origini più remote della nostra storia, quando l’uomo abitava grotte, accendeva fuochi per proteggersi dal freddo, cacciava, raccoglieva molluschi sulle scogliere e scolpiva pietre per sopravvivere.
𝗚𝗿𝗼𝘁𝘁𝗮 𝗟𝗮 𝗣𝗼𝗿𝘁𝗮
📛 Origine del nome e posizione
Prende il nome dalla località “La Porta”, affacciata su un costone calcareo a circa 80–120 m s.l.m. nel territorio tra Piano di Sorrento e Positano. Il nome deriva dall’ideale “porta naturale” tra collina e mare.
📍 Dove si trova
La cavità si apre in una piccola conca costiera, su un costone roccioso, accessibile solo con arrampicata—località remota che ha preservato bene i depositi preistorici.
🧭 Esplorazione archeologica
La grotta fu scavata nel 1956 da Antonio Mario Radmilli ed Ettore Tongiorgi, appartenenti all’Istituto di Antropologia e Paleontologia Umana dell’Università di Pisa. Fu la prima testimonianza concreta dell’esistenza di un Mesolitico italiano.
📅 Periodo dei resti
I livelli più antichi datano al Paleolitico superiore (fase epigravettiana, circa 13 000–10 000 anni fa), mentre la stragrande maggioranza dei reperti appartiene al Mesolitico (post-glaciazione).
🦌 Resti faunistici
Durante lo scavo emersero ossa di stinbecchi, cinghiali, cervi, caprioli, oltre a molluschi marini (Columbella rustica), testimonianza di un ambiente vario tra lagune e coste e dell’attività di caccia e raccolta.
🪨 Importanza dell’industria litica
Fu uno dei primi siti in Italia a restituire un’industria litica mesolitica (post-glaciale), identificata grazie alle ampie serie di microliti e al famoso ciottolo inciso, simbolo della transizione culturale post–ultima glaciazione.
Generico giugno 2025
Ritrovamenti grotta La Porta Positano
𝙂𝙧𝙤𝙩𝙩𝙖 𝙀𝙧𝙞𝙘𝙖
📛 Origine del nome e posizione
La Grotta Erica prende il nome dalla zona “Erica”, nel tratto collinare tra Positano e Piano di Sorrento, nei Colli di San Pietro, a circa +10 m sul livello del mare. È una cavità stretta e posta su un costone roccioso, accessibile solo con attrezzatura da arrampicata.
📍 Dove si trova
Localizzata nei Colli di San Pietro, in un ambiente nascosto e palustre, su una parete calcare vicina alla costa. L’accesso al pubblico oggi è vietato, data la sua pericolosità.
🧭 Esplorazione archeologica
Fu esplorata tra il 1968 e il 1969 da Antonio Mario Radmilli per conto dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria e dell’Università di Pisa.
📅 Periodo dei resti umani e frequenza
I ritrovamenti presentano elementi chiave del Mesolitico, datati tra 15 000 e 12 000 anni fa, analoghi a quelli della Grotta La Porta.
🦌 Resti faunistici e molluschi
Gli scavi hanno restituito:
Strati ricchi di molluschi, sia terrestri (Helix) sia marini (Cardium, Patella, Trochus), con cambiamento cronologico indicativo della ritirata/glaciazione e dell’avanzamento del mare.
Presenza di resti di mammiferi, uccelli, anfibi e pesci, anche se la caccia era marginale rispetto alla raccolta.
resti Grotta Erica
𝗚𝗿𝗼𝘁𝘁𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗠𝗲𝘇𝘇𝗼𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼
📛 Origine del nome e posizione
Conosciuta anche come “Grotta delle Soppressate”, prende il nome dalla località “Mezzogiorno” (a circa 40 m s.l.m.) sul costone roccioso a ovest di Positano, tra Piano di Sorrento e Positano .
📍 Dove si trova
La cavità si apre come un riparo sotto roccia, con un ampio ingresso ma scarsa profondità, situata in una parete di falesia attiva, accessibile solo via arrampicata .
🧭 Esplorazione archeologica
Gli scavi furono condotti da Antonio Mario Radmilli, dell’Istituto di Antropologia e Paleontologia Umana dell’Università di Pisa: un saggio esplorativo nel 1966, seguito da due brevi campagne nel 1967–1968 .
📅 Periodo dei resti umani
La frequentazione umana è documentata tra il tardo Pleistocene e l’Olocene iniziale, ovvero tra circa 14.000 e 9.000 anni fa, con industrie litiche riconducibili all’Epigravettiano finale .
🦌 Resti faunistici
Il sito ha restituito resti di grandi mammiferi (stinbecchi, cinghiali, cervi) e una ricca concentrazione di molluschi terrestri e marini. Questi ultimi appaiono come consistenti “chiocciolai”, indice di un’alimentazione basata anche sulla raccolta dei molluschi .
🔚 Un passato inciso nella roccia
Le grotte La Porta, Erica e Mezzogiorno non sono solo rifugi preistorici: sono finestre aperte su un mondo scomparso.
Qui, migliaia di anni fa, l’uomo cacciava cervi e stambecchi, raccoglieva molluschi lungo una costa diversa da oggi, e lasciava le prime tracce di un’evoluzione culturale che avrebbe cambiato per sempre la sua storia.
Questi siti ci restituiscono non solo strumenti e ossa, ma anche un paesaggio perduto, fatto di fauna terrestre e marina, clima in mutamento e vita quotidiana sulle soglie dell’ultima glaciazione.
Un patrimonio nascosto tra le rocce della Costiera, che racconta le radici profonde della nostra presenza in questo territorio.
Generico giugno 2025
ritrovamenti Grotta del Mezzogiorno
Fonti:
P.A.S.T. in Coast – “Storia degli studi”
Dettagli storici: scavi di Radmilli (con Tongiorgi) a La Porta nel 1956, Mezzogiorno e Erica nel 1967–1969, in collaborazione tra Pisa e IIPP .
DI BIANCO L. (2017). “L’Epigravettiano della Costiera Amalfitana: riconsiderazioni degli aspetti culturali di un’area fondamentale”. Tesi di Dottorato di Ricerca in Scienze e Tecnologie per l’Archeologia e i Beni Culturali, XXVII ciclo, Università degli Studi di Ferrara, non pubblicata.
RADMILLI A.M., ROSSI A. (1956). “Ricerche preistoriche a Positano”. In. Bullettino di Paletnologia Italiana, vol. 65: 228-223.
RADMILLI A. M., TONGIORGI E. (1958). “Gli scavi nella grotta La Porta a Positano. Contributo alla conoscenza del Mesolitico italiano”. In: Rivista di Scienze Preistoriche, 13, fasc. 1-4.