Addio a Lorenzo Balducelli

L’addio di Giovanni Ruggiero al sindaco di Massa Lubrense Lorenzo Balducelli: «Sei morto “da” Sindaco»

9 maggio 2025 | 17:22
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L’addio di Giovanni Ruggiero al sindaco di Massa Lubrense Lorenzo Balducelli: «Sei morto “da” Sindaco»

Il commosso saluto di Giovanni Ruggiero, ex primo cittadino di Piano di Sorrento, al sindaco di Massa Lubrense Lorenzo Balducelli: «Ciao Sindaco. Ciao Lorenzo.
So che in molti oggi verranno ad onorare le tue spoglie. Post mortem c’è una sorta di catarsi e tutti ci mettiamo in fila – amici e avversari – a rendere omaggio a ciò che più appartiene all’essere umano oltre alla vita: la morte.
Io invece stamattina voglio salutare il sindaco. E la sua fascia. E la sua terra. E la sua storia.
Innanzitutto voglio farti una confidenza: negli ultimi anni mi sono appassionato allo studio delle neuroscienze ed ho scoperto una cosa bellissima e sfidante.
“Sono fatto così” è solo un alibi del nostro cervello: c’è una neuroplasticità della nostra materia cerebrale che può sempre cambiare. Come?
Bisogna crederci. Bisogna mettersi in gioco. Bisogna attivare e provare comportamenti nuovi. Provarci. Riprovarci. Resistere. E nel tempo – miracolo – si cambia.
Perché ti racconto questa “scoperta”?
Perché ho imparato sulla mia pelle che l’ esperienza del “sindaco” va oltre il tempo e lo spazio. E questo tempo, per chi vive o l’ha vissuto, può diventare un’esperienza così coinvolgente, pregnante, significativa, pervasiva, che le stimmate, come cicatrici, sono per sempre.
Immagino quella fascia che si scioglie sottotraccia come materiale organico e diventa una seconda pelle.
Lo so, molti strizzeranno un occhio come cenno di intesa lasciando il dubbio che, forse, è la patologia del “potere”. Non voglio giudicare, nè valutare, nè assolvere, anche perché la politica è chiaramente la cartina di tornasole dei nostri tempi. Ma ancora di più è il paradigma per delineare ciò che appartiene a tutto l’umano: l’ambivalenza.
Tutti siamo un po’ buoni e un po’ cattivi. Tutti siamo Caino e Abele. Ombra e luce. Tutti.
Tuttavia non voglio perdermi su questo, ma voglio tornare a questa seconda pelle. A quelle esperienze, a questa esperienza, che nella vita cambiano la vita stessa. Ti mettono in discussione. Ti feriscono. Ti fasciano. Ti cambiano. Ti spezzano. Ti migliorano…ti uccidono. E nulla sarà come prima.
Sindaco, ti saluto pensando, come in una preghiera laica, che hai amato, attraversato, vissuto, sofferto, percorso la tua terra, tanto da da creare – anche in maniera inconsapevole e arcana – quello che Pasolini chiama il “miracolo dell’istituzione”.
“Anime belle…per cos’altro moriranno i due fratelli Kennedy…o tanti piccoli Vietcong?
Le istituzioni sono commoventi e gli uomini sanno riconoscersi solo in esse.
Sono esse che li rendono umilmente fratelli.
C’è qualcosa di commovente nelle istituzioni, unica forma di vita e semplice modello per l’umanità, che il mistero del singolo, in confronto, è nulla.” (P. Paolo Pasolini)
Sei morto “da” Sindaco, Lorenzo, con questa seconda pelle tatuata addosso. Marchiato a fuoco. Non più lo stesso.
Né migliore, né peggiore, solo “diverso” per questa “passione” per la tua TERRA che ti ha cambiato – vuoi o non vuoi – la vita e la…morte.
C’è un paradiso per i sindaci?
Assolutamente no. Solo Terra. La tua. La nostra.
La terra ti sia lieve Lorenzo.
La “tua” terra ti sia leggera, Sindaco».