Tragedia Funivia Faito, l’inchiesta si concentra su freni e cavo: primo sopralluogo tecnico della Procura

24 aprile 2025 | 10:21
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Tragedia Funivia Faito, l’inchiesta si concentra su freni e cavo: primo sopralluogo tecnico della Procura

Tragedia Funivia Faito, l’inchiesta si concentra su freni e cavo: primo sopralluogo tecnico della Procura
L’indagine sul tragico incidente della funivia del Monte Faito si concentra intensamente sui meccanismi di sicurezza, in particolare sul funzionamento dei freni d’emergenza e sulle condizioni del cavo traente e degli apparati di movimento delle cabine. Un’approfondita ispezione tecnica “a doppio raggio“, durata l’intera giornata di ieri, è stata condotta dalla Procura di Torre Annunziata, con la partecipazione diretta dei magistrati del pool investigativo coordinato dal Procuratore Nunzio Fragliasso, affiancato dall’aggiunto Giovanni Cilenti e dai sostituti Giuliano Schioppi e Alessandra Riccio.

Al fianco degli inquirenti, come riporta Dario Sautto de “Il Mattino”, i consulenti tecnici incaricati della perizia cruciale, insieme agli agenti del commissariato di Castellammare di Stabia, della Squadra Mobile partenopea e della polizia scientifica. Raggiungere il sito impervio dove giacciono i resti contorti della cabina precipitata è stato possibile grazie al dispiegamento di forze dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza e del Soccorso Alpino Speleologico di Castellammare.

Gli investigatori hanno effettuato una prima ricognizione visiva minuziosa di entrambe le vetture: quella precipitata, che ha causato quattro vittime e un ferito grave, e l’altra, rimasta integra a breve distanza dalla stazione di Castellammare. La polizia scientifica ha documentato ogni dettaglio attraverso videoriprese, anche impiegando un drone, con l’obiettivo di preservare integralmente lo stato dei luoghi e i reperti. Questa fase preliminare è propedeutica a futuri accertamenti tecnici irripetibili, a cui saranno ammesse anche le difese degli indagati.

L’inchiesta procede al momento ipotizzando, a carico degli indagati e di altre persone ancora da identificare, i reati di disastro colposo e omicidio colposo plurimo. Attualmente, quali atti dovuti, sono stati iscritti nel registro degli indagati quattro figure apicali di Eav, l’ente gestore dell’impianto: Marco Imparato, responsabile esercizio e manutenzione della funivia; Pasquale Sposito, direttore operativo; Giancarlo Gattuso, dirigente infrastrutture; e Pasquale Di Pace, capo impianto. Tutti ricoprono ruoli chiave nella gestione dell’infrastruttura di risalita.

Il sopralluogo di ieri ha consentito di delineare un primo quadro generale del contesto della tragedia, sia sul luogo dell’impatto in quota sia a valle, dove sono state tratte in salvo nove persone insieme all’altro macchinista in servizio. I consulenti hanno potuto osservare direttamente e registrare le condizioni attuali dei sistemi frenanti di emergenza: è emerso che uno, quello a valle, ha funzionato correttamente, mentre l’altro non sarebbe entrato in azione. Parimenti, sono state esaminate le condizioni del cavo di trazione e degli ingranaggi deputati al movimento delle cabine, al fine di verificare eventuali danni, valutare l’adeguatezza della manutenzione rispetto agli standard di sicurezza e confrontare lo stato effettivo con la documentazione già acquisita nelle battute iniziali dell’indagine.

Nel frattempo, un altro passo fondamentale verso la verità e il doveroso rispetto per le vittime sarà compiuto questo pomeriggio con l’esecuzione delle autopsie sui corpi delle persone decedute. Questo accertamento medico-legale è il primo passo necessario per il rilascio delle salme e consentire i funerali di Carmine Parlato, il macchinista 59enne, e il successivo rimpatrio delle salme dei tre turisti stranieri. Ieri, intanto, il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha visitato all’Ospedale del Mare i familiari di Thabet Suliman, il 23enne unico superstite. “La Regione – ha assicurato il Governatore – si farà carico delle spese necessarie per il rimpatrio della salma di Janan, la giovane sorella di Thabet, anch’essa vittima del disastro“.