Una verità, quella del tradimento di Giuda, difficile da affrontare, ma impossibile da ignorare |
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Amalfi: grande successo per “Trentadenari”: Il Processo di Giuda Iscariota sull’onda del Pathos

15 aprile 2025 | 10:02
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Amalfi: grande successo per “Trentadenari”: Il Processo di Giuda Iscariota sull’onda del Pathos

Ieri sera all’Arsenale della Repubblica è andato in scena uno spettacolo che ha scosso le coscienze e suscitato riflessioni ardenti, “Trentadenari – Processo a Giuda” a cura dell’associazione Kaleidos con un testo inedito di Alfonso Minutolo e la partecipazione della Corale Cantate Domino di Amalfi.

Il palco si è trasformato in un tribunale senza tempo, dove la figura di Giuda Iscariota si è trovata sotto processo per il tradimento che ha segnato il destino dell’umanità.

Un giudizio che non è solo personale, ma collettivo. Un processo che non riguarda solo Giuda, ma ciascuno di noi. Il capolavoro teatrale, “Trentadenari”, ha gettato l’imputato al centro di un’arena simbolica, dove la sua colpa si fa universale e, allo stesso tempo, incredibilmente intima. Giuda, accusato di tradimento e perdizione, diventa il simbolo del male assoluto, ma anche della complessità della natura umana. Chi è il vero traditore? È l’uomo che compie l’atto, o il contesto che lo spinge a farlo?

Il dibattito tra accusa e difesa ha acceso la scena, coinvolgendo il pubblico in una lotta senza esclusione di colpi. Mentre la corte allegorica, composta da giudici senza volto e senza tempo, ha tracciato il confine tra giustizia divina e condanna eterna, i testimoni storici si sono succeduti, portando versioni contrastanti della stessa vicenda. Ogni parola, ogni testimonianza, ogni sguardo ha accresciuto l’incertezza: sarà davvero Giuda l’unico colpevole?

Amalfi spettacolo all'arsenale trenta denari 14 aprile

L’imputato, in un disperato appello, ha implora un giudizio equo. “Perché, Signore, mi hai abbandonato?” Non solo la sua figura, ma anche quella dell’uomo di tutti i tempi, è messa alla prova. L’interrogativo che risuonava in tutta la scena è potente: è possibile pentirsi davvero? E se sì, cosa significa il perdono, quando il peccato è così grande da stravolgere l’ordine dell’intero universo?

La sensazione che ha permeato chi ha assistito alla performance “Trentadenari” è che il verdetto non riguarderà solo Giuda. Esso si riverserà sull’umanità intera, costringendo ogni spettatore a confrontarsi con il proprio senso di giustizia, di colpa e di redenzione. In un intreccio di musica, teatro paraliturgico e dramma filosofico, la tensione emotiva cresce inesorabilmente, toccando vette di pathos che lasceranno il pubblico senza fiato.

In scena, un cast straordinario: Enzo Oddo, Alfonso Liguori, Maria Nolli, Antonio Amatruda, Giuseppe Pisacane, Anna Maria Esposito, Luigi Sommariva, Rosario Fronda, Lara Manzi, Cristiana Antonicelli e Luciana Esposito hanno dato corpo a una storia che, pur radicata nella tradizione, diventa un potente messaggio per il presente.

L’Arsenale è diventato il teatro di una verità difficile da affrontare, ma impossibile da ignorare.

Nel finale i ringraziamenti all’Amministrazione guidata dal Sindaco Daniele Milano per il continuo impegno e la dedizione con cui sostiene la cultura e le realtà teatrali locali.

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