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Ischia. Sulla Caserma della Forestale di Casamicciola ora è guerra a colpi di ricorsi al TAR

29 novembre 2024 | 23:56
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Ischia. Sulla Caserma della Forestale di Casamicciola ora è guerra a colpi di ricorsi al TAR

Dopo l’ingiunzione e l’ordinanza del sindaco di Sindaco di Casamicciola Terme sul ripristino dello stato dei luoghi e la bonifica del Bosco della Maddalena a Casamicciola Terme, non si è fatta attendere la risposta del Ministero. Una vicenda annosa e controversa dove la demagogia e il populismo la fanno da padrona e che oggi si arricchisce dell’ennesima pagina onerosa a carico dei cittadini e contribuenti. Si tratta del ricorso innanzi al Tribunale Amministrativo Regionale per la Campania – Napoli, promosso soprattutto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (dal P. I. per la C., il M., la P. e la B. – R.G. n. 5832/2024). In comune dopo aver acquisito il colpo ha disposto la  revoca della determinazione n. 899 del 26 novembre 2024 quando si disponeva l’incarico a Stanislao Giaffreda e affidamento incarico legale all’Avv. Alessandro Barbieri. Il ricorso, spiegano dalle stanze del Convento, è giunto il  20 novembre scorso quando veniva notificato al Comune di Casamicciola Terme con la costituzione a mezzo dell’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Napoli nei confronti dell’Ente, per l’annullamento, previa sospensiva: «dell’Ordinanza dirigenziale N. 67 del 24/09/2024 del Comune di Casamicciola Terme (Na), a firma del Responsabile dell’Area VII-Manutentiva-Patrimonio Ing. Gaetano Grasso, notificata al P. I. per la C., M., P. e B. in data 25.9.2024, con la quale è stato ingiunto all’ing. P. M., nella qualità di Direttore e legale rappresentante del P. I. per la C., M., P. e B. e a chiunque altro coobbligato, di provvedere ad horas a ripristinare lo stato dei luoghi della zona del Bosco della Maddalena, sito in Casamicciola Terme e insistente sul terreno riportato in mappa nella maggiore consistenza della particella n. 9 (ex 1) del foglio 4, dove doveva sorgere la Caserma della Forestale, previo ottenimento degli eventuali titoli abilitativi necessari per la esecuzione dei lavori; a ripiantumare le essenze vegetative presenti nei luoghi prima dell’inizio dei lavori della Caserma della Forestale; a produrre a lavori eseguiti certificato che attesti la corretta esecuzione dei lavori, a firma del tecnico abilitato; munirsi, preventivamente, se le opere risultano eventualmente ancora sequestrate, del dissequestro penale presso la competente autorità».Viene inoltre richiesto l’annullamento di ogni atto presupposto, connesso e\o conseguente se e in quanto lesivo degli interessi di parte ricorrente ivi compresa, per quanto di ragione, la nota, richiamata in premessa all’ordinanza prot. 13328 del 13 ottobre 2009 prot. int. 781-2009 del Comune resistente non conosciuta, in una con tutti gli atti comunali in essa citati, comprese le ordinanze n.ri 93 e 99 del 15 ottobre 2009 di sospensione dei lavori, queste ultime già peraltro oggetto di impugnazione e decisione del Tar adito. Siamo in piena sindacatura di Vincenzo D’Ambrosio. Sul caso della forestale a finire sul banco degli imputati per la devastazione del Bosco, poi assolti erano stati Giosi Ferrandino allora sindaco, Silvano Arcamone all’epoca Dirigente dell’Ufficio Tecnico del citato Comune, Domenico Parracino ma anche Donato Carlea e Liliana Buono. Tutti coloro erano stati accusati di una serie di reati di natura prettamente ambientale. Nel 1995 il Ministero per i beni culturali ed ambientali approvava con decreto il piano territoriale paesistico dell’isola di Ischia e faceva riferimento espresso in relazione al Comune termale alla caserma per il Corpo di Guardia Forestale in località Pietra Vaino. Il 10 maggio 1996 il Consiglio Comunale di Casamicciola Terme deliberava di approvare il progetto per la costruzione della Caserma. Con convenzione del 26 settembre 2003 il Corpo Forestale dello Stato affidava al Provveditorato per le opere pubbliche l’espletamento di tutte le procedure per la realizzazione della Caserma. Responsabile del procedimento veniva nominata l’arch Buono Liliana (trovatasi davvero coinvolta in questo procedimento in maniera incredibile, ndr) funzionaria del predetto Provveditorato. Nel novembre del 2004 con Giosi Ferrandino sindaco il Comune di Casamicciola trasmetteva al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti al Provveditorato alle Opere Pubbliche il certificato urbanistico dell’area su cui doveva essere realizzata la caserma in tale certificazione la particella veniva espressamente individuata con il numero 9. Dopo gli iter, i passaggi e le approvazioni anche della  Sovrintendenza che non si opponeva alla realizzazione dell’edificio nel mese di dicembre del 2005 la gara per l’affidamento dei lavori bandita dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti veniva aggiudicata alla costituenda Ati composta dall Ing FG Lombardo C Costruzioni srl Longo Costruzioni CIFI Sud s a s il cui rappresentante legale era Parracino Domenico. Poco più avanti si svolse una seconda conferenza di servizi che vide sempre assente la Sovrintendenza ma nella quale si stabilì di costituire un tavolo di concertazione finalizzato alla ricerca di un’area alternativa dove far sorgere la caserma ma il tentativo falliva per il diniego dei Comuni interessati. A dare ulteriore linfa, arrivava nel 2008 il parere favorevole della giunta regionale della Campania in riferimento al rischio sismico. Pertanto, il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti procedeva nell’aprile del 2009 alla consegna delle aree Alla luce di quanto riferito deve ritenersi sussistente un regolare autorizzazione paesaggistica. Il primo sequestro delle autorità all’ecomostro casamicciolese finito al centro di un intrigo sulle particelle e i frazionamenti è avvenuto in data 12 ottobre 2009, tutto. Il resto è storia. Il comune, oggi, con Determinazione n. 899 del 26/11/2024 affidava l’incarico di difesa al TAR all’Avv. Stanislao Giaffreda, professionista in regime di convenzione con l’Ente, ma stante la specificità della vertenza si ritiene ora di affidare la stessa all’Avv. Alessandro Barbieri, già investito della questione successivamente al ricevimento del ricorso notificato all’Ente. Ovvero: ravvisato la necessità di procedere ad opporsi innanzi al T.A.R. Campania – Napoli avversando tutte le richieste avanzate e far valere in giudizio le ragioni dell’Ente circa l’inammissibilità ed infondatezza, in fatto ed in diritto, delle pretese dei ricorrenti, al fine di far accertare la correttezza e ottenere la conferma degli atti adottati. A Barbieri andranno € 2.030,08. Della serie: la politica, i sindaci, creano i problemi per “risolverli”.