Atrani, 9 settembre 2010: Il ricordo di Francesca Mansi e la tragedia annunciata
Era il 9 settembre 2010 quando la furia del maltempo sconvolse la Costiera Amalfitana e portò via per sempre Francesca Mansi, una giovane donna di 25 anni, il cui ricordo continua a farci piangere. Noi di Positanonews, come sempre pronti a monitorare il territorio, eravamo allertati da tempo, consci del pericolo imminente. Avevamo già scritto del rischio, ma come moderne cassandre inascoltate, i nostri avvertimenti non trovarono eco. Quel giorno, il nostro corrispondente ad Atrani, Luigi Amato, ci raccontava in diretta la tragedia che si stava consumando.

Mentre una tempesta di acqua si abbatteva sulla Costiera, Luigi ci parlava con voce rotta dal dolore del caos che regnava ad Atrani. Francesca stava lavorando in un bar di Piazza Umberto I quando la violenta piena del torrente Dragone irruppe nel locale. Non ebbe il tempo di mettersi al sicuro e fu trascinata via dalla furia dell’acqua. Il suo corpo venne ritrovato ventitré giorni dopo, nelle acque della Sicilia, a chilometri di distanza dal luogo in cui la sua vita fu spezzata.
Quel giorno non fu solo una tragedia naturale, ma anche il fallimento di un sistema di comunicazione e allerta. Positanonews, grazie al lavoro sul campo, fu l’unica testata a fornire in tempo reale la notizia al mondo intero. Mentre noi lanciavamo l’allarme dalla Costiera Amalfitana, nessun altro media, né le istituzioni, reagirono con la stessa prontezza. L’assurdità di quella giornata risiedeva nel silenzio assordante della Protezione Civile e degli organi ufficiali. Si parlò successivamente di un fax, inviato troppo tardi, ma la verità è chiara: l’informazione sul web non mente, e chiunque può ancora verificare oggi chi fu il primo a dare notizia della tragedia.
Positanonews aveva già scritto innumerevoli articoli sul pericolo che incombeva sulla Costiera, ma i nostri avvertimenti sembravano cadere nel vuoto. Anzi, i nostri tentativi di sollevare il problema ci avevano attirato le antipatie della classe politica dell’epoca, poco incline a prendere sul serio la nostra voce. La speranza è che oggi le istituzioni abbiano imparato qualcosa e che la prevenzione, soprattutto attraverso un’informazione tempestiva e accurata, sia migliorata.
Francesca Mansi, però, non tornerà indietro. Oggi, a distanza di anni, siamo ancora vicini alla sua famiglia nel ricordo di quella giovane vita spezzata troppo presto. Ogni anno, il 9 settembre, è una ferita che si riapre, un ricordo doloroso di ciò che accadde quel giorno, quando la natura e l’indifferenza degli uomini si fusero in una tragedia che avrebbe potuto essere evitata.















