Indira Yakovenko, favole ucraine per chi non rinuncia ai propri sogni

Indira Yakovenko è quella che potremmo definire un’artista a 360 gradi: autrice, illustratrice, antropologa, giornalista e traduttrice. Il suo primo libro intitolato “Il Riccio viola che sognava il mare”, edito dalla piccola casa editrice romana AG Book Publishing, ha goduto di un buon riscontro di vendite tant’è che la scrittrice ucraina ci riprova quest’anno con “Le vacanze romane del cinghialino di Firenze” sempre per le edizioni AG Book Publishing. Indira Yakovenko, nome indiano, la madre era una fan della famosa premier di Indira Ghandi, è ucraina di nascita, di Kyiv per la precisione, dove si è laureata in Giornalismo, città che però ha lasciato vent’anni fa, per inseguire il suo sogno di artista. Ha vissuto a lungo a Nizza dove ha conseguito la seconda laurea in Antropologia, e sempre in Costa azzurra, durante uno dei suoi tanti impegni da inteprete, ha avuto anche l’onore di conoscere  Alberto II di Monaco. Trasferitasi a Roma, da sette anni continua la sua vita divisa tra gli impegni di traduttrice (parla cinque lingue),  accompagnatrice turistica, illustratrice e scrittrice. Ama viaggiare e questa passione si riflette nei suoi quadri per lo più paesaggi realizzati in acrilico, acquerello o tecnica mista. In “Il Riccio Viola che sognava il mare” è Grottamamare a fare da sfondo alle sue illustrazioni, in “Le vacanze romane del cinghialino di Firenze” è Positano ha guadagnarsi il suo pennello, oltre a Roma e Firenze. Le sue figure di animali antropomorfi invece sembrano citare il tratto mistico di Marc Chagall, il più francese dei russi, “colui che si nutre della fantasia infantile e possiede la potenza trasfigurante delle fiabe russe”, scrive Tommaso Baldi. La Yakovenko ha molto di Chagall ma anche del primitivismo di Natal’ja Gončarova e senz’altro lo stile che ricorda quello della nostra Cecilia Campironi. Le sue favole rispettano il canone di Esopo e Fedro, al centro dell’azione c’è sempre un animale, un riccio nella prima, un cinghiale nella seconda, entrambi animali legati al territorio che fa da sfondo alla vicenda, in questo modo il bambino d’oggi, catapultato nel mondo virtuale dai device, viene invece accompagnato a riscoprire il mondo reale dove l’animale della porta accanto, un riccio di Grottammare o un cinghiale  di  Firenze, lo spinge alla riflessione. E se il riccio, protagonista della prima fiaba non rinuncia ai suoi sogni e combatte per realizzarli, il cinghialino è al viaggiare per imparare ad apprezzare il mondo degli altri che non rinuncia. In effetti  “Le vacanze romane del cinghialino di Firenze” potremmo rubricarlo anche sotto la voce “Guida turistica per bambini” di Roma, Firenze e Positano, città di cui mette in risalto storia e paesaggio.  Indira Yakovenko, ospite più volte della “Casa Internazionale delle Donne di Roma”ne riflette anche lo spirito, quello delle donne contemporanee, sempre più padrone finalmente del proprio destino, pronte all’accoglienza, alla lotta civile e sociale, la sua produzione favolistica riflette il multiculturalismo di cui tesseva le lodi il russo Vladimir Propp, era maestro Italo Calvino e geniale interprete Angela Carter.

di Luigi De Rosa

Luigi De Rosa e Indira Yakovenko
Indira Yakovenko, ospite della Libreria L’Indice dal 1980

Commenti

Translate »