Piano di Sorrento, AMBIENTALISTI 2.0 – PARCHEGGI, ZTL & company

AMBIENTALISTI 2.0 – PARCHEGGI, ZTL & company

Una lucida e completa analisi per un possibile sviluppo della Citta’ di  Piano di Sorrento da parte di Gabriele Di Filippo consigliere comunale di minoranza

“Oggi la nostra Piazza è un po’ più spoglia.
Ieri ci siamo svegliati senza più le 5 “pedane” dei locali che hanno caratterizzato quest’ennesima estate carottese.
Anche se facciamo fatica a ricordarlo (almeno io), in realtà Piazza Cota stata è pedonalizzata solamente da pochi anni. Prima è sempre stata come la vediamo ora.

Non mi voglio dilungare, perché su questo argomento ho già preparato un video di “Una Canzone per Piano”, ma vorrei far presente solo un paio di cose:
– la creazione di una ZTL, che possa includere il centro cittadino, è sicuramente un obiettivo da perseguire se vogliamo migliorare la qualità di vita dei residenti e l’offerta turistica che diamo ai nostri avventori;
– il problema del traffico e della “invivibilità” di noi cittadini (di cui si è tanto parlato quest’estate e che adesso sembra essere magicamente svanito) si può risolvere, almeno in parte, andando a creare più aree di sosta a rotazione prospicienti alle piazze, così da evitare che gli automobilisti si fermino in 2/3 fila oppure facciano 5-6 giri in auto (come a volte capita a me nonostante abbiamo l’abbonamento!).
– abbiamo 2 parcheggi a rotazione (privati) già individuati dalla precedente amministrazione: uno accanto all’Istituto Nautico Nino Bixio e uno in via Gennaro Maresca, poco più giù del Comando di Polizia Municipale.
– un terzo grande parcheggio (anch’esso privato) potrebbe essere sviluppato tra via Casa Rosa e via dei Tigli (in quel giardino che adesso è abbandonato mentre aspetta che qualcuno di buon senso decida di dargli uno scopo).

È vero, realizzare queste opere può comportare un aumento del cosiddetto “consumo di suolo”, ma sono sicuro che tutti i privati chiamati in causa sarebbero i primi ad accettare di realizzare un’area per la sosta delle auto che possa essere anche eco-sostenibile e anzi, possa essere a disposizione della collettività (cosa che, invece, non accade oggi).
Si potrebbe chiedere di installare attrezzi ginnici per gli esercizi a corpo libero, aree giochi per i bambini e semmai anche aree per i nostri amici a 4 zampe.
E vi dirò di più: azzardo l’idea di poter far accedere a questi parcheggi privati anche le auto con l’abbonamento, attraverso una convenzione comunale (così finalmente potremo essere sicuri di trovare uno stallo in cui parcheggiare).

Per me, essere ambientalista nel 2022, non significa fare delle scelte seguendo questa o quell’Agenda, ma significa operare nel rispetto di Madre Natura per migliorare la qualità di vita di tutti.
Qui ci sono le idee e i mezzi, basta iniziare 💪.

#unacanzoneperpiano #insiemeperpiano #weact #parcheggi #ztl #piazzacota #ambiente”

La replica di Claudio d’Esposito WWF Terre del Tirreno

COSI’ PARLO’ DI FILIPPO!

“Per me, essere ambientalista nel 2022, non significa fare delle scelte seguendo questa o quell’Agenda, ma significa operare nel rispetto di Madre Natura per migliorare la qualità di vita di tutti. Qui ci sono le idee e i mezzi, basta iniziare”.

In questo modo conclude il suo intervento il signor Gabriele Di Filippo. Un intervento “autorevole” ripreso anche dal noto quotidiano on line Positanonews.

Un intervento in cui si lancia la proposta di realizzare ben tre parcheggi a distanza di poche centinaia di metri (!) nel cuore di Piano di Sorrento, ovviamente al posto di altrettanti fondi agricoli.

Di Filippo è un Consigliere comunale di minoranza di Piano di Sorrento. Avendo circa trent’anni il suo “Ambientalismo 2.0” potrebbe rappresentare il futuro della Città.

Un futuro che da “ambientalista retrogrado” trovo da incubo: il solo pensare che per rispettare Madre Natura sia sufficiente edificare enormi scatoloni di cemento, due scivoli per bambini, un’area per far fare cacca e pipì ai cani e magari anche un bel chiosco per distribuire gelati e popcorn, mi mette i brividi!

Essere stato “l’unico a non aver nominato l’Agenda 2030 nemmeno una volta durante la precedente campagna elettorale” – come sottolinea in un commento il giovane consigliere – non è necessariamente un grande merito… anzi!

Non comprendere la diretta correlazione tra consumo di suolo, eliminazione di giardini e verde dal tessuto urbano, con le problematiche legate all’isola di calore, produzione di CO2, impatto sul deflusso meteorico, gestione delle acque, perdita di paesaggio e biodiversità e, inevitabilmente, alla nostra stessa qualità della vita… significa non comprendere cosa significa realmente avere rispetto di Madre Natura, oltre ad averne scarsa conoscenza.

Il CONSUMO DI SUOLO rappresenta un’emergenza ecosistemica correlata al fenomeno del cambiamento climatico, da anni denunciato da rapporti, indagini e studi riguardanti ogni parte del mondo.

In Italia, come indica l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, abbiamo raggiunto il 7,11% di copertura artificiale del territorio nazionale, rispetto alla media UE del 4,2%. Il rapporto ISPRA presenta dati allarmanti anche sulle conseguenze economiche del consumo di suolo, ovvero i “costi nascosti” dovuti a fenomeni di dissesto idrogeologico alla perdita dei servizi ecosistemici che il suolo impermeabilizzato non è più in grado di fornire. Solo per gli ultimi otto anni sono stimati oltre tre miliardi di euro l’anno e qualora fosse confermato il trend attuale, si stima che entro il 2030 si avrebbe una ‘perdita’ di quasi 100 miliardi di Euro (in pratica metà dell’intero PNRR!).

Indicatori e studi scientifici inconfutabili confermano infatti che il SUOLO NATURALE è il principale fornitore di servizi ecosistemici, quali: stoccaggio e sequestro di carbonio, qualità degli habitat, produzione agricola, produzione di legname, impollinazione, regolazione del microclima, rimozione di particolato e ozono, protezione dall’erosione, regolazione del regime idrologico, disponibilità di acqua, purificazione dell’acqua.

Basti pensare che ogni ettaro di terreno fertile assorbe circa 90 tonnellate di carbonio, è in grado di drenare 3.750.000 litri d’acqua, può sfamare 6 persone per un anno.

Il rapporto ISPRA stima che la perdita di servizi ecosistemici, per ogni ettaro di suolo consumato si traduce, sotto il profilo economico/finanziario, in un costo/danno tra 66.000 e 81.000 €/anno per il flusso di servizio che il suolo non sarà più in grado di assicurare, e tra 23.000 e 28.000 anno per lo stock di risorsa perduta. Complessivamente, tra 89.000 e 109.000 € per anno per ciascun ettaro consumato, ovvero una media di 10 €/anno per ogni metro quadrato di nuovo suolo consumato, e per tutti gli anni a venire.

Se questi ‘costi nascosti’, di fatto non vengono calcolati a proprio carico da chi vorrebbe consumare nuovo suolo, né sono imputabili come uscite o perdite nei bilanci comunali, altresì essi costituiscono un danno reale che la collettività tutta subirà e che, come tale, va considerato ed evidenziato nel bilancio sociale e di sostenibilità di ogni Comune. In particolare, la conoscenza di questo dato dovrebbe costituire importante elemento di riflessione sulle scelte pianificatorie passate e future di ogni Comune, e PRIMA di consentire nuovo consumo di suolo.

La mobilità green non deve necessariamente ottenersi con la devastazione del poco “green” che ancora sopravvive in città!

Inneggiare ad una “Piano ideale” continuando a rispolverare idee e progetti tanto datati quanto obsoleti e irrealizzabili, se non forzando o contravvenendo alle leggi (cosa ampiamente fatta negli ultimi venti anni senza risolvere alcun problema nè di traffico nè di qualità della vita) non appare proprio da “Ambientalista 2.0”!

Se è questa la Piano auspicata dai giovani… beh… non vedo la differenza con quanto abbondantemente già fatto dai “vecchi”?

Non appellarsi ai regolamenti e non considerare “Agende” non significa essere ribelli, anarchici o innovativi, ma semplicemente non tenere in debito conto quanto, politici, ambientalisti, esperti, scienziati, urbanisti e altri hanno, con fatica e laboriosità, negli anni, messo nero su bianco a tutela di Madre Natura e del bene comune.

Continuare a diffondere la convinzione di poter distruggere a piacimento i nostri giardini, tagliando alberi, scavando baratri e cementificando il suolo, avendo le competenze tecniche e gli strumenti per sviluppare poi, una volta resettata la Natura, strutture eco-sostenibili ed eco-integrate appare un ossimoro!

E’ chiaro che le Leggi sono fatte dagli uomini e ognuno tenta di cambiarle a seconda del proprio punto di vista e/o vantaggio. Ma su questo dobbiamo essere chiari: la volontà del singolo o di un gruppo non può in alcun modo ledere tutta la comunità!

Continuare a fare parcheggi sotto i giardini di fondi privati, per favorire questo o quell’imprenditore di turno, è devastante e non risolutivo. I parcheggi se vanno fatti, devono essere pubblici e non box privati dove mettere a dormire l’auto o farne tutt’altro. Lo sosteniamo da oltre un ventennio.
Ma, soprattutto, non devono consumare altro SUOLO prezioso!

E’ possibile lavorare in tale direzione?

Assolutamente sì! Anche in questo caso è sufficiente guardare avanti e smettere di rispolverare vecchi progetti bocciati dalla legge e dal buon senso. Il nostro futuro dipende dalle scelte di ciascuno di noi e non è assolutamente ineluttabile!

Meta, 4 ottobre 2022

 

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