Procida capitale della Cultura incantevole, ma per i residenti di Terra Murata non c’è pace. Qui amano i ritmi slow segui la diretta

Un piccolo reportage sull’isola di Arturo . Procida capitale della Cultura incantevole, ma per i residenti di Terra Murata non c’è pace. Qui amano i ritmi slow . Si parte da Sorrento , dopo il saluto del sindaco di Sant’Agnello Piergiorgio Sagristani che , grazie a Lucio Esposito, presidente dell’UNITRE, e che oggi festeggia anche il compleanno, con la disponibilità della famiglia Di Leva, ha organizzato questa passeggiata inaugurale dell’anno accademico dell’UNITRE, per vedere la Capitale della Cultura .

Procida partenza da Sorrento

Già da lontano, quando il porto di Marina Grande si intravede appena, la prima cosa che si scopre di Procida è l’insieme variopinto delle case. Giallo, azzurro, rosso, arancione, bianco: un arcobaleno che accoglie il viaggiatore e gli dà il benvenuto su questa piccola isola, poco turistica e così straordinariamente autentica. La bellezza di Procida è tutta qui: pescatori, mare azzurro e barche, limoni, colline, piccoli borghi fermi nel tempo. A luglio e agosto, viene presa d’assalto soprattutto dai napoletani pendolari, Procida sonnecchia per tutto il resto dell’anno gelosa della propria identità, così distante dalle più turistiche Ischia e Capri. Il tempo sembra essersi fermato a Terra Murata, il borgo in cui i procidani si rifugiavano durante le scorrerie dei saraceni. Così come alla Corricella, piccolo incastro di case di pescatori, coloratissimo, scelto da Massimo Trosi per alcune scene de Il Postino. Poi ci sono le spiagge, quasi tutte accessibili, di sabbia fine o torrida e grossa rena vulcanica, ma sempre bagnate da un mare cristallino. Scendiamo ed immancabile un caffè al bar Capriccio, che ci racconta di come “il turismo era già in crescita da mille siamo arrivati ad ospitarne tre mila di persone” , a dire la verità la immaginavamo più trasformata ed invasa da turisti, invece era abbastanza tranquilla “Invasione pacifica, ma un benvenuti a tutti.. ” dicono al bar, ed in effetti le proteste sono più a Terra Murata, ma va bene così


Sent ‘Co (Sancio Cattolico) come la chiamano i procidani, è la zona del porto principale di Procida, la Marina Grande: qui attraccano traghetti e aliscafi dalla terraferma da Pozzuoli, Napoli e da Ischia, e da qui si raggiungono tutte le altre zone dell’isola. A terra notiamo una cosa bellissima, autubus colorati gratuiti ed ecologici, ma anche le spiagge sono quasi tutte libere. Un modello per la penisola Sorrentina . Ci prendiamo un caffè al bar “Capriccio”, che abbiamo pure intervistato in diretta sulla pagina facebook di Positanonews “Qui abbiamo i nostri ritmi, c’è stato un sovraffollamento, ma eravamo già predisposti per il turismo eravamo arrivati a mille posti ora siamo a tre mila…”. Dobbiamo dire grande cortesia perchè nel pomeriggio mi hanno permesso di ricaricare il telefonino cellulare. Ci ha colpito non vedere quell’accanimento che c’è per esempio a Capri ma anche a Sorrento ed Amalfi o Ischia, Procida ama i ritmi lenti, e si vede, è stato bellissimo parlare, in alcuni nostri giri solitari, con gli abitanti di Terra Murata , abbiamo chiesto a cosa serviva un palchetto montato in piazza “Per spettacoli che per fortuna non ci sono più.. non abbiamo più pace.. “. Insomma l’overtourism qui non è gradito moltissimo forse per questo quest’isola ha ancora una identità.


Marina Grande è il biglietto da visita di Procida e si presenta ai turisti con un insieme di casette multicolore affacciate sul selciato, dominate dalla cornice merlata del Palazzo Montefusco, edificato nel XII secolo. Sul piazzale del porto troverete la fermata degli autobus, stazionamento di taxi e microtaxi, bar, locali e ristoranti, mentre sulla sinistra si apre Via Roma, il cuore commerciale e turistico di Procida. Lungo Via Roma ci sono negozi, boutique e botteghe di artigianato perfetti per lo shopping, ma anche testimonianze storiche ed edifici religiosi dell’isola. Meritano una visita la Chiesa della Pietà, con il suo inconfondibile campanile Barocco, e il crocifisso ligneo del 1845, in Piazza Sancio Cattolico. Passiamo per alcune chiese, in attesa del giro dell’isola con la barca, e troviamo la Madonna che scioglie i nodi, davvero emozionante, poi la chiesa del miracolo del colera , negozi dove trovi anche tutto, due bottigliette d’acqua a un euro. Poi il giro in barca sull’isola di cui abbiamo fatto video e foto è imperdibile, le spiagge, quella del Postino di Massimo Troisi, l’area vulcanica, la Corricella, davvero meravigliosa, ci ricorda Positano od Atrani in Costiera amalfitana, forse quest’isola è da Costa d’ Amalfi se vogliamo.

Abbazia di San Michele

Ma arriviamo alle 13, e lo troviamo chiuso, come pure l’abbazia di San Michele, si riapre alle 16. Come abbiamo detto qui i ritmi sono lenti ed è giusto così, seguono i propri tempi, la vita è fatta di momenti che vanno vissuti, non i ritmi frenetici a cui siamo abituati, a volte ci troviamo a correre sempre per rincorrere alla fine la morte. Che senso ha? Rispettiamo e ringraziamo le ragazze per la loro disponibilità Per fortuna ci siamo premuniti nel prenotare un ristorantino che ci aveva consigliato il capitano , Caracale. Affacciato sul mare come una piccola bomboniera, Marina Corricella è il borgo marinaro più antico di Procida ed è celebre perché ha ospitato il set cinematografico del film “Il Postino” con Massimo Troisi e Maria Grazia Cucinotta.Oggi è un borgo pedonale e rappresenta l’anima antica di Procida: passeggiare lungo le sue vie permette di ammirare le colorate case dei pescatori con i tipici “Vefi”, i balconi coperti da archi di origine araba, e di assaporare un po’ di quiete lontani dal caos, magari fermandosi per una cena a base di pesce appena pescato in uno dei pochi ristorantini. Ovviamente è anche un posto affollato, soprattutto in alta stagione (luglio e agosto), in cui la qualità di alcuni ristoranti ne risente e trovare posto non è facile. Una bella compagnia con noi, anche un ingegnere nucleare e la mamma di Andrea “Dacci un taglio”, insomma tutti si sono fidati e ci siamo ritrovati in un luogo suggestivo con una buona cucina procidana vera . Ottimo ristorante ubicato in un posto reso ancora più incantevole grazie al piccolo porticciolo dove poter arrivare direttamente in barca, fare 4 metri e sedersi al tavolo. Una esperienza fantastica alla fine, acqua,  vino bianco con le pesche, spaghetti con il pesce spada e peperoncini verdi, sbriciolata, ma ci sono altri piatti buonissimi, tutto fresco e pasta ardente, servizio ottimo e veloce, in sala una ragazza molto attenta e gentile, prezzo onesto, trenta euro a testa, davvero da consigliare.  Tra i piatti di terra troviamo il tortano con i carciofi, in cui i carciofi di Procida sono racchiusi insieme a provola e salsiccia in un delizioso scrigno di pasta di pane, e il coniglio alla procidana, che si serve insaporito da pomodoro ed erbe aromatiche dopo essere stato stufato a lungo in tegami di terracotta. Concludono il pasto a Procida i dolci: Delizia al Limone e soprattutto le Lingue di Suocera, deliziosi strati di pasta sfoglia farciti con crema ai limoni di Procida.Dopo la sosta pranzo risaliamo a piedi, passiamo per la piazza dove si ricordano i 12 martiri della rivoluzione del 1799 e ci viene il magone , ma troviamo il Liceo al lavoro per un progetto video, fanno italiano e francese, insomma fanno un lavoro di valore che poi faranno conoscere sui loro canali, e rendono viva l’isola.

Piazza Procida dei martiri

Poi arriviamo a vedere il carcere borbonico, bene tutto, ma ci saremmo aspettati una ristrutturazione della struttura fatiscente e decadente, ci chiediamo se vi siano stati dei fondi anche per questo dall’Europa, dall’Italia , dalla Campania, ci sarebbe molto da fare, rispettando ovviamente il contesto . Ci ha colpito la statua della Madonna all’ingresso spezzata a metà quasi, storie angoscianti nel carcere, dove vi era una bella mostra di abiti tradizionali , la storia di 22 ragazzi dimenticati qui dopo che aveva partecipato alla Repubblica di Salo’, poi la testimonianza video di un sopravvissuto che qui si è sposato. Continuiamo passeggiando per i vicoli, perdendosi per gli slarghi, opere d’arte, gallerie, locali, ci sono I Misteri , la tradizione della Settimana Santa, il Nautico, importantissimo con Piano di Sorrento ha formato la classe marinara della Campania, poi parlare con la gente “Sono arrivati troppi turisti , il peggio è stato con le scolaresche, anche molti professori erano maleducati, non vediamo l’ora di essere lasciati in pace, qua siamo gente tranquilla…”, ci dicono alcuni residenti, ovviamente i commercianti e le attività turistiche non la pensano nello stesso modo, ma è il genius loci di un posto, Procida è ancora un’isola Slow , dove la cultura non ti isola ma si vive secondo i ritmi della vita.

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