Gas e tagli: a rischio anche lo Spritz

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Gas e tagli: a rischio anche lo Spritz. La cristi del gas mette a repentaglio uno dei cocktail più iconici d’Italia: lo Spritz. Vero e proprio must degli aperitivi, la bevanda è in pericolo a causa della mancanza di anidride a uso alimentare, sempre meno reperibile a causa delle difficoltà dei trasporti e dell’aumento dei costi dell’energia.

L’allarme, lanciato da Assobibe, associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche in Italia, fa sentire i suoi effetti nel mercato dei cocktail, costringendo i barman a ripensarli, usando meno ingredienti e più fantasia. Prime vittime, proprio i cocktail classici. Su tutti lo Spritz.

Nato tra gli anni Venti e Trenta del Novecento, tra Venezia e Padova, probabilmente riprendendo l’abitudine delle truppe dell’Impero austriaco nel Regno Lombardo-Veneto di allungare il vino con l’acqua, lo Spritz, nel nuovo Millennio, è diventato uno dei cocktail iconici del Paese.

La ricetta originale dello Spritz, secondo l’International Bartender Association, prevede l’utilizzo di prosecco, Aperol e una spruzzata di soda o seltz: proprio l’ultimo passaggio nella preparazione del cocktail è in serio pericolo a causa della mancanza di anidride carbonica. Per questo motivo, i baristi devono aguzzare l’ingegno, ideando dei metodi alternativi per preparare lo storico drink nato in Italia a cavallo tra gli anni Venti e Trenta del Novecento, tra Venezia e Padova.

«Ad oggi, acqua tonica, acqua gassata e soda ancora ci sono ma probabilmente, l’impatto della crisi si vedrà tra settembre e ottobre – spiega il pluripremiato bartender Massimo D’Addezio, co-fondatore di Ro.Ck. Rooms&Cocktails, società di consulenza per il mondo del beverage – la creatività potrà supplire fino a un certo punto alla loro mancanza. In che modo si può sostituire l’anidride carbonica nella preparazione di un Gin Fizz? Non si può usare l’acqua liscia, cambierebbe totalmente l’effetto, il drink risulterebbe annacquato. Non solo. L’anidride carbonica ha un effetto organolettico, influisce sul palato, sulla parte gustativa. E l’Aperol Spritz? Potrebbe salvarsi da pesanti ripercussioni, ma perché ormai la gran parte dei barman lo prepara soltanto con Aperol e prosecco, senza lo splash di soda», si legge in un articolo de Il Messaggero.

Stessa opinione per Matteo Zed, bartender di fama internazionale e bar director del romano The Court: «La crisi del gas non è ancora così evidente nel settore dei drink, ma arriverà, le soluzione alternative, come le capsule di anidride carbonica, ci sono, però potrebbero mancare le ricariche». L’alternativa per il settore e, soprattutto al bancone, potrebbe essere nella fermentazione. «Avranno più spazio i cocktail Kombucha con fermentazione naturale – prosegue Zed – Largo dunque al Tepache, ricetta messicana a base di ananas». Tra i cocktail che rischiano di uscire dalla Carta o comunque di veder salire sensibilmente i prezzi, anche molti di quelli attualmente più apprezzati.

Se lo Spritz può essere salvato, preparandolo senza le bollicine, lo stesso non si può dire, per esempio, per il Gin Fizz: realizzandolo con l’acqua liscia andrebbe a cambiare totalmente il suo effetto, facendo risultare il drink annacquato e privo dell’effetto organolettico dell’anidride carbonica che influisce sulla parte gustativa.

I barman, nel frattempo, stanno alle alternative per sopperire alla crisi del gas, che si farà sentire in maniera prepotente nei prossimi mesi. Una possibile soluzione consiste nell’usare le capsule di anidride carbonica, ma questo rimedio non è esente da controindicazioni, visto che a loro volta potrebbero mancare le ricariche.

Il rischio riguarda anche la birra e le altre bevande gassate: la carenza di anidride carbonica è provocata dall’aumento dei costi energetici che hanno reso troppo costoso il processo di produzione di CO2, causando difficoltà a un intero settore.

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