Ravello Festival, non c’è Gergiev ma non mancano i russi

Ravello, Costiera amalfitana. Una panoramica sulla rassegna stampa sulla manifestazione della Costa d’ Amalfi dopo la presentazione a Napoli in Regione Campania dell’evento . Non c’è Gergiev che in questo momento ha cancellato ogni impegno fuori dalla Russia. Ma ci sono Zubin Mehta col Maggio Fiorentino, Riccardo Muti con la Cherubini, Myung-Whun Chung con Santa Cecilia, Harding con la National Youth Orchestra of the Usa, la Slovenian Philharmonic Orchestra diretta da Christoph Eschenbach, l’Asian Youth Orchestra guidata da Bastian, l’orchestra della Radio di Berlino con Jurowski e il discusso Teodor Currentzis con la sua MusicAeterna e un direttore wagneriano come Pablo Heras-Casado (atteso con «Parsifal» a Bayreuth) e il complesso cameristico fiammingo Anima Eterna Brugge solo con musiche di Brukner. Cui si aggiungono due serate jazz realizzate apposta per il festival, una con Dee Dee Bridgewater (con Momrelle, Ricci e la Salerno jazz orchestra il 17 luglio) e l’altra con Wynton Marsalis (con Di Battista, Moroni, Henriquez e Ciniglio il 24 luglio), come scrive Donatella Longobardi sul Mattino . E i solisti di grido come il violinista Gidon Kremer, il pianista Danil Trifonov o il salernitano Giuseppe Gibboni giovane violinista di recente premiato con il Paganini.
Il «Ravello festival» festeggia i suoi primi settant’anni nel segno delle grandi orchestre con diciassette appuntamenti dall’8 luglio al 3 settembre. E celebra l’anniversario inaugurando il cartellone con la stessa orchestra del San Carlo che tenne il primo concerto a Villa Rufolo nel 1953 e con l’identico programma wagneriano di quella sera, qui diretto da Juraj Valcuha: il Preludio da «I maestri cantori di Norimberga», il preludio e morte di Isotta dal «Tristano e Isotta», l’incantesimo del venerdì santo dal «Parsifal», il mormorio della foresta da «Sigfrido» e, per finire, l’ouverture del «Tannhauser». «Nel mondo ci sono solo due festival che si caratterizzano come Ravello, Lucerna e Ravinia. Ma Ravello è unica perché unisce l’incanto di un luogo straordinario alla grande musica», dice il direttore artistico Alessio Vlad nel sottolineare le caratteristiche identitarie della rassegna presentata ieri in Regione col governatore De Luca, il presidente della Fondazione Ravello Falconio, il sindaco di Ravello Villeumier, il presidente della Provincia di Salerno Strianese.
Tutti d’accordo nel mettere in evidenza il ruolo del festival all’interno della proposta turistica e culturale della costiera amalfitana che, dopo due anni di difficoltà causa Covid, vive una nuova stagione di rilancio. Come la rassegna ravellese che, nonostante la pandemia, vanta il piccolo record di non essersi mai fermata e di chiudere in pieno i settanta anni da quel primo concerto voluto da Paolo Caruso e Girolamo Bottiglieri nei giardini che ispirarono Wagner (70 come gli anni di regno della Regina Elisabetta, nota Falconio). A vent’anni dalla sua creazione, la Fondazione mette insieme le diverse anime del luogo e le istituzioni. In questo contesto resta trainante il ruolo regionale che finanzia la stagione con un milione di euro. Denaro che alimenta, ricorda De Luca, «il ruolo di Ravello come luogo d’incontro, solidarietà e attrattore turistico. Credo che la musica e lo sport siano canali essenziali d’incontro tra i popoli e di scambio culturale, ho considerato inaccettabile rinunciare alla cultura in nome della politica». Non è un caso, allora, se a Ravello, che di recente ha ospitato venti ragazzi ucraini, Vlad abbia puntato anche su nomi come quello del lettone Kremer (sempre critico col regime russo) o i russi Trifonov (che non ha mai abiurato Putin) e Jurowski o la tedesca di origini giapponesi Erina Yashima, prima donna a dirigere il «Concerto all’alba» l’11 agosto sul podio della orchestra Cherubini. L’ensemble giovanile creato da Muti che per il secondo anno consecutivo tiene una sorta di residenza anche con cinque concerti cameristici con i propri gruppi in varie location come la suggestiva chiesa di Santa Maria a Gradillo o San Giovanni del Toro (28-30 luglio). «E chissà, forse un giorno riusciremo anche a fare una nostra orchestra», nota Vlad nel rivendicare anche il ruolo di Ravello all’interno di una «rete» dei grandi festival estivi europei che comprende Salisburgo. In tal senso la presenza di Currentzis nella città di Mozart e in costiera in esclusiva italiana, il debutto nazionale dell’orchestra giovanile degli stati Uniti, il rapporto col Maggio e Santa Cecilia. E, naturalmente, la presenza di Muti. Il maestro napoletano, che debuttò nell’auditorium Oscar Niemeyer due anni fa, torna nella stessa struttura il 26 luglio con una raffinata scelta di brani che va dalla sinfonia «Roma» di Bizet ai preludi di Liszt passando per Anatolij Konstantinovic Ljadov e il suo poema sinfonico «Il lago incantato» op.62. Non a caso un musicista russo in un momento in cui per il conflitto in Ucraina da più parti si chiede la cancellazione dai programmi degli artisti di quel paese. E Gergiev? «Gli avevamo chiesto di eseguire Parsifal con l’orchestra di San Pietroburgo», chiarisce Vlad, «è un grande amico di Ravello, è tornato qui anche lo scorso anno. Ma ora ha fermato le attività all’estero». Per De Luca, infine, una battuta in risposta alla decisione di Comune e Città metropolitana di aumentare i fondi al San Carlo: «È un primo passo importante, in termini musicali lo definirei un adagio».

Questo è l’articolo de La Città di Salerno  Presentato ieri il programma della 70esima edizione del Festival di Ravello che prenderà il via il prossimo 8 luglio. Nel concerto inaugurale in calendario venerdì 8 luglio, così come 70 anni fa, a salire sul palco del Belvedere di Villa Rufolo a strapiombo sulla Divina sarà l’Orchestra del Teatro di San Carlo di Napoli diretta da Juraj Valcuha, che eseguirà il programma wagneriano di quel 18 giugno 1953 riportando il giardino di Villa Rufolo e il suo pubblico indietro nel tempo. La corposa proposta sinfonica ospiterà nel weekend inaugurale, la Slovenian Philharmonic Orchestra, il 9 luglio, sotto la guida di Christoph Eschenbach e la partecipazione di Gidon Kremer, uno dei più grandi violinisti viventi; con l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino ritornerà in città dopo 24 anni, il 16 luglio, Zubin Mehta, la sua ultima direzione nella Città della Musica risale al 1998, con Antonio Meneses violoncello solista; con l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia un altro prestigioso ritorno, quello di Myung-Whun Chung esibitosi l’ultima volta a Ravello nel 2018 che torneranno sul palco il 23 luglio. Doppio appuntamento con l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini che, diretta da Riccardo Muti, altro grande ritorno, si esibirà all’Auditorium Oscar Niemeyer il 26 luglio e poi, sul Belvedere di Villa Rufolo, per il Concerto all’alba dell’11 agosto con la direzione di Erina Yashima; debutto a Ravello per Joseph Bastian che sarà sul podio dell’Asian Youth Orchestra il 31 luglio e dirigerà il giovane talento salernitano Giuseppe Gibboni, fresco vincitore della 56esima edizione del Premio Paganini. Daniel Harding, anche il suo un gradito ritorno dopo 8 anni, salirà sul podio alla guida della National Youth Orchestra of the USA il 7 agosto cui si unirà il violoncello solista di Alisa Weilerstein; dopo il successo del 2017 torna al Festival, unica apparizione in Italia per quest’anno, Teodor Currentzis, uno dei direttori più interessanti e discussi della sua generazione, con il suo ensemble musicAeterna il 19 agosto; altro debutto al Festival quello di Pablo Heras-Casado che dirigerà l’Anima Eterna Brugge il 27 agosto; concerto di chiusura affidato all’Orchestra Sinfonica della Radio di Berlino il 3 settembre diretta da Vladimir Jurowski con Vilde Frang, violino solista. Tra le date da evidenziare anche quella del 24 luglio con Wynton Marsalis & Italian Friends. «Settant’anni sono un periodo enorme che testimoniano la vitalità di questo evento e della sua necessità nel territorio nel quale si svolge» ha dichiarato il presidente Vincenzo De Luca. Alla guida della 70esima edizione del Festival di Ravello ci sarà il direttore Alessio Vlad: «Quello di Ravello è un Festival unico in Italia, rappresenta un modo per vivere l’ambiente in modo attivo. Chi viene trova una specificità,
viene a guadagnarsi la bellezza. Vorrei, – ha aggiunto – che Ravello, in quanto “Città della musica”, celebri i 70 anni del suo festival con il giusto spirito, affermandosi, una volta di più, come luogo dove l’incontro generi dialogo». Il sindaco di Ravello, Paolo Vuilleumier, si è soffermato sulla altissima qualità del cartellone che caratterizzerà l’evento di punta dell’estate in Costiera Amalfitana: «Il programma artistico propone eventi che sono di respiro internazionale, con grandi orchestre e direttori d’orchestra, che senz’altro garantiranno un positivo ritorno di immagine culturale e turistica dell’intera Regione Campania ».
Salvatore Serio

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