Positano, la nuova favola di Giuseppe Rispoli ricca di magia e di sentimenti: ’O Cinquante segui la diretta

A rinfrescare la calura di questi giorni arriva la ventata fresca di una nuova favola dell’attore positanese Giuseppe Rispoli dal titolo «’O Cinquante».
Peppe ci parla del “50”, il piccolo autobus che ogni giorno percorreva l’interno del paese che tutti chiamavano ’O Cinquante perché il prezzo del biglietto era appunto di 50 lire. Una favola che vuole essere un omaggio ai tanti autisti storici ed anche a quelli attuali. Un autobus che alla fine era un insieme di storie e di volti, da quelli del paese che lo utilizzavano per le piccole commissioni o per andare al mare fino ad arrivare ai turisti che nel periodo estivo lo prendevano d’assalto.
La fantasia di Giuseppe e la sua bravura raccontano, però, un altro aspetto di questo autobus che, per una notte all’anno, si trasformava in un mezzo “magico” destinato solo ai 18enni per i quali diventava un contenitore di sogni ed aspettative. In quella notte incantata i ragazzi e le ragazze di Positano affrontavano un viaggio unico che li portava a costruire sogni e ad immaginare il loro futuro.
Il compito del conducente era quello di accompagnarli in questo tragitto che non era solo fatto di chilometri ma andava ben oltre, era un viaggio nel tempo sulle ali della fantasia.
In tanti sognavano di vedere posti nuovi e magari di realizzare la loro vita lavorativa e personale lontano da quel piccolo paese che gli andava troppo stretto, che li costringeva a rinunciare a tante opportunità e metteva dei limiti alle loro aspettative. Sognavano magari di raggiungere le grandi città e, perché no, di andare anche all’estero mettendo in valigia tutti i loro desideri e lasciandosi alle spalle quella piccola realtà fatta di sole e di mare.
Ed in tanti sono riusciti a trasformare quel viaggio sulle ali della fantasia in realtà trasferendosi lontano dal paese natio, costruendo la loro vita in una grande città dove tutto diventa più semplice grazie alle mille opportunità e realizzando gli obiettivi che si erano posti.
Ma alla fine, quando l’attività frenetica del lavoro concede una pausa, torna a farsi vivo con prepotenza il ricordo di un piccolo paese fatto di case aggrappate alla montagna, di un mare azzurro e di un sole caldo che riscalda la pelle e soprattutto il cuore. E si fa strada la nostalgia per quanto si è lasciato alle spalle, per quella realtà che sembrava una prigione e che invece era il vero paradiso.
E quel richiamo diventa fortissimo e non si può ignorare. Ed appena gli impegni della vita lo permettono si torna al proprio paese per respirare quell’aria in cui si è cresciuti, per riassaporare quei profumi e quei sapori che altrove non si riescono a trovare, per ammirare quei luoghi che li hanno visti bambini e poi ragazzi, quel paese che hanno deciso di lasciare ma che non hanno mai salutato definitivamente e che resterà per sempre il loro porto sicuro, il luogo del cuore in cui tornare per una ricarica di energia e felicità.
Perché la vera casa resta quella in cui si è nati e cresciuti, quella che rimarrà per sempre in un angolo del cuore a fare un po’ male quando si è lontani. Una nostalgia ed un dolore che si placa solo tornando, anche per poco… Un paese che, come una mamma, aspetta sempre a braccia aperte i propri figli lontani.
La bravura di Giuseppe ha concentrato in questa favola i sentimenti più belli ed il vero amore per il proprio paese, qualunque esso sia. Perché il luogo in cui si è nati è per tutti il posto insostituibile, il proprio posto, la propria casa. E non importa se sia piccolo o grande, se sia ricco di opportunità o meno. Quello che importa è la grandezza e la ricchezza che rappresenta nel cuore di chi in quel paese ci è nato e che continuerà a vederlo come il proprio paradiso.

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