Pic nic in Piazza Lauro a Sorrento. Lo sfogo sui social: “Qualcuno è indignato, io chiedo scusa a questi ragazzi”

La foto di questi ragazzi stranieri che fanno un pic nic nei “giardini” di piazza Lauro sta creando un moto di indignazione. Io mi indigno per altro, invece. Sono le parole di Laura Cuomo, cittadina della penisola sorrentina nel gruppo Facebook “La grande onda”, un gruppo che nasce per sensibilizzare sulle problematiche relative all’inquinamento del nostro mare e dell’ambiente. Laura con un lungo post di sfogo sul gruppo dice la sua e si scusa con i ragazzi che invece sono abituati a città e cittadini ben diversi nel resto del mondo. Ovunque, altrove, le persone sono abituate ai parchi. Al verde. Ai prati. E altrove in Europa, così si fa. Si fanno i pic nic nei prati, nei parchi pubblici, sulle sponde dei laghi, e non c’è proprio niente di strano. È la normalità. Noi ci scandalizziamo perché di spazi verdi ne abbiamo così pochi centimetri che ormai li riteniamo solo di bellezza. Piuttosto, hanno pulito dopo? Questa è l’unica cosa da chiedersi. E allora cercate di capire che il problema non sono questi ragazzi: loro si sono semplicemente dovuti accontentare del nulla che offriamo, tolte pure le spiagge e gli arenili, con ingressi a peso d’oro, chiuse, sprangate da cancelli, libere addirittura in alcuni casi solo per i residenti. Come se il pubblico demanio appartenesse solo ai residenti.  Io mi vergogno. Mi vergogno di offrire solo cemento e smog. E mi vergogno di non avere più uno spazio verde o blu che sia, da offrire a chi è abituato a fruire della natura come cosa normale, pubblica. E mi preoccupo anche che ci siamo a tal punto assuefatti a non avere più natura da vivere, da indignarci dinanzi a chi la natura la vive come andrebbe vissuta: come padreterno volle. Soprattutto chiedo scusa a questi giovani per non aver avuto nulla di meglio da offrire che un centimetro di prato in mezzo alle lamiere delle macchine e alla gente che giudicava l’atto più naturale del mondo. Fotografandoli come anormali. Scusate ragazzi, noi in penisola ormai viviamo una realtà parallela.

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