Piano di Sorrento, la riflessione di Domenico Cinque: “La barca del Giuspatronato”

Piano di Sorrento. In questo ultimo mese si è tornato a parlare con insistenza del Giuspatronato dopo la notizia inaspettata del trasferimento di Don Pasquale Irolla che a settembre lascerà la Parrocchia di San Michele Arcangelo per la sua nuova destinazione sull’isola di Capri. Una notizia che ha gettato nello sconforto la comunità parrocchiale che si vede privata della sua guida.
Sul tema del Giuspatronato riportiamo il testo pubblicato oggi da Domenico Cinque, che da anni si batte per il diritto di eleggere il proprio parroco: «Da 16 anni io e pochi altri colleghi di avventura cerchiamo di portare avanti la conoscenza del diritto di giuspatronato rivendicandone l’applicazione. Questa lunga esperienza a me sembra una lunga navigazione su una barchetta sgangherata varata nel 2007 ed ancora in cerca di un porto. La barchetta naviga lenta perché sospinta solo dalla mia piccola vela. Occasionalmente aumenta l’andatura quando alla mia vela si aggiunge quella di provvisori naviganti. Si sono imbarcati in periodi diversi i fedeli di Meta, Trinità, Mortora e Sant’Agnello, vele alzate velocemente quando la loro Parrocchia veniva interessata dall’avvicendamento dell’amministratore parrocchiale. Alzavano la loro vela, la mia barchetta prendeva velocità salvo poi ritornare alla sua andatura da lumaca quando la vela dell’ospite come velocemente era stata issata altrettanto velocemente veniva ammainata. Questi occasionali passeggeri, saliti a bordo spinti dalla necessità, ovviamente prima e dopo l’imbarco era intenti a sbeffeggiare i pochi che quella barchetta non l’hanno mai abbandonata e mai l’abbandoneranno. Ci hanno accusati di fare delle guerre personali, di voler male alla nostra Diocesi ed altre amenità. A nessuno di loro è mai passato per il cervello che noi volessimo solo difendere la nostra Storia, le nostre Tradizioni e la legalità perché quando le regole vengono disattese si scivola per forza di cose nell’illegalità. Ora la barchetta è pronta a ricevere una nuova visita, una nuova vela bella, nera e possente verrà issata, la barchetta sicuramente prenderà velocità e l’augurio di tutti noi è che poi quella vela rimanga bella alta sino al raggiungimento del risultato ma visti i precedenti mi permetto di dubitare. Aggiungo solo che se, invece di salire a turno a bordo, si provasse a salire tutti insieme, a prescindere da interessi contingenti, e si issassero insieme tutte le vele (Meta, Sant’Agnello, Trinità, Mortora e Piano) la barchetta diventerebbe un possente galeone e forse avrebbe più possibilità di raggiungere l’obiettivo. Semplice a dirsi, difficile a realizzarsi».

Commenti

Translate »